ti ammazzerei.

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ciao ragazze!
prima di fare alcune premesse volevo dirvi che ho aperto un profilo instagram, potete trovarmi con il nickname @cuddlemar! appena raggiungerò un determinato numero di persone inizierò a postare anticipazioni anche lì, non solo su Twitter, dove mi trovate con il nickname @cuddlepoetry.
a parte questo, volevo dirvi che questo capitolo è abbastanza corto e diverso rispetto agli altri, PERCHÉ, grande novità, dal prossimo ci sarà la tanto attesa svolta!
preparatevi, perché sarà importante.
spero che, nonostante non sia dei migliori, possa piacervi e appassionarvi.
aspetto i vostri commenti.
un bacio,
Buona lettura,
mar.🌻






Da quando Einar era entrato ad Amici le sue giornate non duravano più ventiquattro ore. Quando era in ansia duravano il triplo, quando era felice neanche la metà. Quando aveva troppe cose da fare le giornate sembravano ridursi a qualche ora, quando voleva che il tempo passasse subito la giornata arrivava a durare quanto un fine settimana.

Ma non era solo cambiata la sua percezione del tempo, ma anche delle cose e delle persone.

In quei momenti i complimenti valevano molto più. Allora i "sei bravissimo" erano il carburante che lo spingevano ad andare avanti, ad aggrapparsi con le unghie e con i denti per arrivare fino in fondo. I complimenti, le critiche costruttive, i consigli, adesso tutto aveva acquistato un altro valore, più importante. Anche i piccoli gesti adesso contavano di più. E anche le persone.

La lontananza dalla sua famiglia e dai suoi amici gli aveva fatto capire quanto realmente tenesse a queste persone. Ne sentiva la mancanza, avrebbe voluto averli lì, accanto a lui, per parlare per ore di quella esperienza che gli stava cambiando la vita. Sentiva la mancanza di suo nonno e avrebbe fatto di tutto pur di averlo lì, era una persona importante nella sua vita e mai ne sarebbe uscito. Sentiva la mancanza di tutti. Anche di Valentina.

Nonostante la vedesse spesso -ed Einar sapeva che i suoi amici la invitavano solo per dargli un contentino e farlo stare zitto, non perché lei stesse realmente simpatica a qualcuno di loro, eccetto Nicole- sentiva la sua mancanza. Ma, con il passare dei giorni, aveva capito che la mancanza non era provocata dalla persona di Valentina e dalle cose che facevano insieme, ma dal fatto che lei, nonostante tutto, fosse l'unica persona che lo conosceva realmente. Perché, nonostante le amicizie, in quella scuola nessuno lo conosceva a fondo. Non gli mancavano, però, le sue labbra, il suo profumo, il suo corpo. Questo non riusciva a farselo mancare e continuava a chiedersi il perché.

Come il quel momento, in cui Einar e Valentina erano seduti al solito bar con il solito cappuccino e cornetto, la secondo volta in quella settimana. Lei stava parlando del saggio imminente e di quanto fossero dolorose le scarpette. Einar girava distratto e sovrappensiero il cucchiaino nel caffè macchiato ormai freddo.

«Einar» lo richiamò la fidanzata, facendogli alzare lo sguardo di colpo. «Mi stai ascoltando?»

Posò il cucchiaio nella tazza e lo lasciò lì, non bevve neanche un sorso per colpa dello stomaco chiuso. Strinse le labbra e la guardò negli occhi, notando il suo sguardo che variava dal triste all'arrabbiato.

«Io...si, si...»  rispose poco convinto, inciampando sulle sue stesse parole, buttando fuori frasi a caso.

«No, non è vero. Non mi stavi ascoltando» rispose lei, la rabbia che aveva preso il posto anche alla tristezza.

«Io...scusa, Vale» disse semplicemente e veramente dispiaciuto per non averle prestato attenzione mentre parlava.

«Ma si può sapere cosa ti succede? Sono giorni che ti comporti così! Non mi ascolti, non mi rispondi ai messaggi, non mi parli. Non mi baci neanche. Sei sempre distratto e con la mente altrove. Che ti succede, Einar?»

Due cristalli di neve. » EiramDove le storie prendono vita. Scoprilo ora