Ciao a tutte ragazze!
Ecco, finalmente, un nuovo capitolo.
Questa volta è dal punto di vista di Filippo!
Volevo provare a scrivere un po' di lui e, senza spoilerarvi troppo, del rapporto con la sua famiglia e in particolare modo con sua sorella, con cui parla di tutto ciò che sta succedendo.
Non mi dilungo troppo, vi ringrazio semplicemente per le 40mila letture, siete pazzesche. Grazie mille.
Perdonatemi per eventuali errori di battitura, cercherò di correggerli tutti il prima possibile.
Vi ricordo che se volete commentare la fanfiction potete farlo su Twitter, dove mi trovate con il nick @cuddlepoetry con l'#duecristallidineve o scrivermi su instagram, mi trovate anche lì con lo stesso nome.
Spero che il capitolo vi piaccia, fatemi sapere cosa ne pensate.
Buona lettura,
Mar.Monza era bella. Filippo, che in quella città ci cresciuto, ogni tanto lo scordava.
La aveva odiata nel momento in cui lui e la sua famiglia si trasferirono da Carrara, la sua città natale, e lui dovette lasciare i suoi primi amichetti e abitudini.
La aveva odiata tanto negli anni a seguire, quando era piccolo e quando era adolescente, quando in quel posto così grande lui si sentiva perso e solo. La aveva odiata e aveva sperato di andarsene, di cambiare vita, trasferirsi e andare lontano. E poi era successo. Partì per Roma per coronare il suo sogno, per iniziare quella nuova avventura e Monza parve sparire dalla sua vita, così tanto che al suo ritorno gli sembrò di non esserci mai stato.Arrivato in stazione decise di non avvertire sua madre come lei gli aveva chiesto di fare, ma, prendendo la sua valigia e il suo borsone, si avviò per il centro.
Per un attimo smise di respirare quando si ritrovò davanti al duomo di Monza. Si affacciava sulla piazza nella sua immensa ed eterna bellezza, simbolo storico e culturale della sua città, illuminato dalla poca e calda luce del sole pomeridiano che ancora non era tramontato e dalle luci circostanti. La gente passeggiava e si fermava a fotografarlo e sorrise per i commenti che riuscì ad origliare. Si guardò attorno con un sorriso sul volto.
Le case bianche e rosse a contrasto tra loro, i gruppi di amici che si sedevano per strada per girarsi una sigaretta, i bambini che urlavano correndo, i ragazzi in bicicletta che sfrecciavano tra i passanti, il piccolo bar con qualche sedia fuori dove tutti andavano a prendersi qualcosa o semplicemente si sedevano dopo lunghe passeggiate, tutto, in quel momento, a Filippo sembrò bellissimo, anche le crepe, le cartacce per terra, gli schiamazzi della gente e l'aria decisamente più fredda di quella romana. Se prima Monza gli faceva schifo, adesso era il motivo per cui era felice.Talmente preso dai suoi pensieri non si accorse di un gruppo di ragazzine che stavano camminando verso di lui e che lo richiamarono, cercando la sua attenzione.
«Ciao», lo salutarono timidamente. «Scusa, sei Irama?» sorrise quando si rese conto che qualcuno lo aveva riconosciuto. Era già la seconda volta che succedeva, persino in treno una ragazza gli aveva chiesto una foto e ogni volta che succedeva sentiva il petto gonfiarsi di orgoglio.Lui annuì. «Sì, sono io» si tolse gli occhiali che aveva e le guardò negli occhi.
Loro salterellarono nel modo più pacato possibile, cosa che strappò una risata al cantante.«Possiamo farci una foto con te? Ti seguiamo ad Amici e sei il nostro preferito, per noi hai già vinto!» disse una delle ragazze, mentre le altre annuivano e le davano corda di sottofondo. L'ultima frase colpì Filippo nel cuore, facendolo quasi arrossire.
Sorrise e si avvicinò a loro, aprendo le braccia per la foto. «Certo, venite!»
Così le ragazze si avvicinarono e scattarono un selfie, mentre lui notava come la mano della ragazza tremava dall'emozione. Le abbracciò tutte una volta scattata la foto e le salutò gentilmente quando loro se ne andarono, augurandogli buon natale.
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Due cristalli di neve. » Eiram
FanfictionEinar odia solo due cose: il lunedì mattina e Filippo Maria Fanti, il nuovo allievo della scuola di Amici17. Filippo, in arte Irama, indossa orecchini a forma di piuma e grandi anelli a tutte e cinque le dita. Ci sono anche parecchi litigi, una came...