mezzanotte zero zero.

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Ciao a tutte ragazze!
Ecco a voi un altro capitolo.
Scusate per il ritardo ma, se avete letto il vecchio aggiornamento (ormai cancellato) in cui vi annunciavo di aver creato un video sapete che gli ultimi giorni gli ho passati ad editare. Purtroppo però il video è stato bloccato e sto cercando metodi alternativi per farvelo vedere.
Comunque, questo è, purtroppo, l'ultimo capitolo dal punto di vista di Filippo ma, per fortuna, anche l'ultimo in cui i nostri piccioni sono separati. Dal prossimo si torna a Roma, preparatevi! Non mi dilungo, mi lascio al capitolo.
Perdonatemi per eventuali errori di battitura, cercherò di correggerli tutti il prima possibile.
Vi ricordo che se volete commentare la fanfiction potete farlo su Twitter, dove mi trovate con il nick @cuddlepoetry con l'#duecristallidineve o scrivermi su instagram, mi trovate anche lì con lo stesso nome.
Spero che il capitolo vi piaccia, fatemi sapere cosa ne pensate.
Buona lettura,
Mar.






Il 31 dicembre di ogni anno per Filippo era un giorno estremamente triste. Tirava le somme dell'anno e dopo aver compilato mentalmente la sua lista immaginaria di cose successe e non durante i dodici mesi, ci pensava e capiva che anche quell'anno aveva fatto schifo.

Questa volta, però, per Filippo era diverso.
Rivivendo quello che era successo durante quell'anno quasi si commosse.

Aveva avuto dei momenti no, sicuramente.
Aveva lasciato un posto sicuro come la sua casa discografica per rimettersi in gioco, per ricominciare da capo, aveva lasciato una certezza per un'incertezza. Chiunque lo avevo preso per pazzo, ma Filippo sapeva che non era così. Non era più lui, non erano più le sue canzoni, non era più la sua musica, ma era diventato solo e soltanto Irama, erano diventate canzoni commerciali senza senso, melodie sentite e risentite, basi monotone e stancati. Irama si era omologato alla massa, diventando uno dei tanti. Ma lui non era solo il suo personaggio, era anche, e sopratutto, Filippo. E a Filippo tutto ciò non piaceva.
Se ne andò e cercò altro.

I mesi successivi furono caratterizzati da ansia, paura, notti insonni e pianti. Tanti, troppi. Odiava piangere in pubblico, davanti ai suoi amici, persino davanti alla sua famiglia. Quindi passava l'intera giornata con un sorriso tirato sul volto, mandando giù più un boccone amaro e recitando la parte del ragazzo che non soffriva. Quando però il sole cominciava ad andarsene e la notte a farsi spazio, Filippo si chiudeva nella sua camera, si lasciava andare, lasciava che le lacrime gli bagnassero il viso e che i sentimenti prendessero la meglio dopo una giornata passata a lottarci contro. Si addormentava piangendo e si svegliava ancora più stanco di prima e, ogni giorno, meno motivato e con meno voglia.

E questo "periodo no", per Filippo, durò mesi. Mesi che sembravano anni e che pesavano, che facevano nascere occhiaie scalfite sotto occhi tristi e vuoti, che consumavano pacchetti di sigarette da venti e svolavano bottiglie di alcolici con gradazioni esagerate. Ma furono mesi pieni di fogli con ritornelli di canzoni, di cuffiette perennemente nelle orecchie e di ispirazione, di penne sempre a portata di mano e di quaderni scritti o scarabocchiate, di note del telefono confuse e con tante parole.

E quando tutto sembrava troppo, quando il buco nero delle sue paure e del fallimento sembrava averlo risucchiato completamente, lasciandolo ad un destino crudele senza accenni di luce, ecco il provino per Amici, ecco la sua rivincita.

Trovarsi di nuovo con un pubblico che applaudiva e cantava con lui le sue canzoni, con gente che lo sosteneva, che faceva il tifo per lui. Trovarsi di nuovo dietro ad un'asta, dietro ad un microfono, su un palco. Trovarsi, semplicemente, nel suo posto. Trovarsi, semplicemente, a casa.

Cantare le sue canzoni, le sue parole, le sue emozioni, con la sua solita rabbia e voglia di spaccare tutto, con i suoi soliti gesti durante i ritornelli, con il suo modo di fare. Cantare di nuovo come agli inizi, cantare per passione, per voglia e non per soldi, ma per rimanere. Cantare perché amava farlo e avrebbe continuato ad amarlo per sempre.

Due cristalli di neve. » EiramDove le storie prendono vita. Scoprilo ora