Dodici

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Restammo in quella posizione per qualche minuto finché i miei singhiozzi non si fossero calmati.

Ma io non avevo ancora finito e poco fa avevo fatto la promessa di dire ciò che lui avrebbe voluto sapere.

"Filippo..." dissi lentamente staccandomi dal suo tenero abbraccio.

Gli voltavo le spalle quindi non sapevo che espressione avesse ma mi rispose con un semplice mugolio, alzando il mento dalla mia spalla.

"Non ho finito..."

"Shh per oggi basta! Ci penserai un altro giorno okay?" disse tranquillamente e io mi girai per guardarlo. Sapevo benissimo che stesse sorridendo e proprio per questo d'impulso mi girai.

"Ma io..."

"Dai! Vieni a fare un giro sulle altalene con me!" disse con lo stesso entusiasmo di un bimbo. Dopodiché si alzò di scatto dal tavolo di legno e si diresse verso le altalene.

Io lo seguì lentamente mentre lui tutto entusiasta correva e si sedeva sopra un'altalena.

"Dai muoviti! Credo che ti chiamerò bradipo e non più tigre!" disse ridendo e cominciando a spingersi.

"Em... Io non ci salgo su quei cosi trabiccolanti" dissi sicura di me.

"Oh ma dai al massimo una di queste catene dell'Ottocento arrugginite si potranno spezzare e tu potresti cadere e romperti la testa" disse anche lui serissimo, mentre si dondolava.

"Wow tu si che sei molto rassicurante!" dopo ciò scoppiò a ridere. Sapevo benissimo che fosse ironico, ma io non ci sarei mai salita sopra quei cosi.

"Ma dai scema! Scherzavo! Io non vengo in questo parco da 4 anni e queste altalene non c'erano quindi sono abbastanza recenti e affidabili"

Non me ne frega io non ci sarei salita...

"Dai facciamo a chi va più in alto!" disse felicemente e cominciando a spingersi ancora di più.

Anche io avrei voluto essere così felice solamente stando su un'altalena e fregarmene di tutto il resto. Anche io avrei voluto avere la sua stessa sicurezza e serenità. Anche io avrei voluto saper andare sull'altalena senza morire terrorizzata.

Filippo si accorse della mia spensieratezza e del mio volto un po' preoccupato, così smise di dondolare e si fermò a guardarmi.

"C'è qualcosa che non va?"

Non sapevo come rispondere, ma soprattutto non avrei mai avuto il coraggio di dirgli che non sapevo andare in altalena e che mi terrorizzava.

"Senti se è per prima, tranquilla continuerai un altro giorno..." prima che potesse darsi colpe che non ha o peggio tirare fuori discorsi inutili o farsi mille teghe mentali sulla mia tristezza, glielo dissi.

"In verità..." dissi a bassa voce.

"...non sono capace ad andare sull'altalena e mi terrorizza!" dissi diventando molto probabilmente rossa in viso e poi distogliendo lo sguardo.

Filippo rimase fisso ad osservarmi, scommetto che ora scoppierà a ridere e mi prenderà in giro a vita. Così quasi stavo per andarmene quando...

"Oh! Allora vorrà dire che ti insegno io!" disse con entusiasmo alzandosi dall'altalena.

OK forse questo era il momento giusto per scappare! E così feci.

"Vieni qua!" disse Filippo prendendomi la mano.

"Voglio insegnarti io. Dai vieni!" disse trascinandomi verso le altalene.

"No veramente io non ce la faccio."

"Che vuoi che sia... Puoi stare tranquilla non cadi. Non devi avere paura"

"No, no. Non ce la faccio" dissi allontanandosi da lui e togliendo la mia mano dalla sua.

Quella sensazione... Non ora... Non in sua presenza... Non di nuovo...

Non voglio avere un attacco di panico ora.

Eppure ecco che cominciai ad irrigidirmi. I nervi cominciarono a tendersi impedendomi di mantenere la calma e rilassarmi.

Filippo capì immediatamente dalla mia espressione così mi prese velocemente prima che cadessi a terra.

"No. Bea no. Stai tranquilla ci sono io che ti aiuto" disse fissandomi negli occhi.

Ero completamente immobile eppure riuscivo ancora a perdermi in quegli occhi.

"Guardami! Respira insieme a me! Stai tranquilla andrà tutto bene!" come d'impulso io cominciai a respirare insieme a lui e mi accorsi che fissando quegli occhi tutto sembrava più bello e più rilassante.

Da lì a poco la terribile sensazione che si prova durante un attacco di panico, cioè quella di morire a momenti, sparì del tutto.

Mi rilassai completamente e di scatto mi strinsi forte a lui. Anche lui lo fece.

Lui è stato l'unico a far passare i miei attacchi di panico senza farmaci per ben due volte. Forse dovrei chiederglielo come fa...

"Avevo veramente paura che potessi ridurti nello stato dell'altra volta. Mi ha fatto veramente male vederti così di nuovo".
La cosa che non sopportavo è che lui dovesse vedermi sempre nei momenti sbagliati! In quelli dove io sono sempre debole e non posso reagire.

Quelle poche volte che mi sono fatta vedere debole ne sono rimasta fregata e proprio per questo non avrei dovuto farlo mai più.

"Filippo..." dissi staccandomi da lui

"Dimmi"

"Ho fame..." dissi imbarazzata, ma era da tre ore che non toccavo cibo!

"Che idiota che sono! Me ne ero completamente dimenticato! Vieni con me..." disse mettendosi in marcia verso la sua auto e lo seguii.

***
Mi portò in una specie di locale o birreria e io scelsi una bella piadina con formaggio e prosciutto come diceva il menù, solo che io ci feci aggiungere anche l'insalata e i pomodori.

"Wow ti stavo proprio facendo morire di fame!" disse Filippo dopo aver sentito il mio ordine. Lui invece aveva preso un semplice hamburger e io ci aggiunsi delle patatine fritte da condividere.

"Esatto. Fra poco sarei svenuta dalla fame"

"Colpa mia!" disse alzando le mani da colpevole e scoppiammo a ridere.

"Non vorrei rovinare questo bel momento di spensieratezza, ma come mai hai così paura dell'altalena?"
Bè questa volta non aveva toccato un punto dolente, però si era impicciato come sempre.

"Niente di ché. Mi prenderai come stupida, però il mio 'fidanzatino' dell'asilo mi aveva promesso di insegnarmi ad andare sull'altalena. Io mi fidavo di lui, ma appena mi sedetti lui cominciò a spingermi troppo forte finché, diciamo, fece girare il seggiolino su se stesso e io feci un volo di 2 metri. Le conseguenze sono state un pianto infinito, un dolore allucinante, una spalla rotta, io che diventavo single perchè cominciai ad avercela a morte con quel marmocchio e tre punti sull'estremità del sopracciglio destro."

"Ah, io pensavo te lo fossi tagliata apposta, sai per moda..."

"No figurati! Lo odio proprio perché adesso va di moda..."

"Certo eh che capitano tutte a te!" disse ridendo per sdrammatizzare.

"Già soprattutto se si tratta di fidanzati coglioni" e scoppiammo a ridere.

Certe volte è anche bello ridere delle proprie sfighe e io fin'ora non lo avevo mai fatto.

"Senti... Promettimi che un giorno ti fiderai e salirai con me su quei maledetti aggeggi infernali o meglio conosciuti come altalene" disse sicuro di sé e porgendomi la mano.

"Ci sto solo se anche tu mi prometti una cosa..."

"Spara..."

"Non lo so! Devo pensarci!" non pensavo accettasse sul serio quindi non mi ero preparata cosa fargli promettere.



DUE PIUME ||Irama Plume|| - non siamo fatti per restare soliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora