Venticinque

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La mattina seguente mi svegliai tardissimo e tutta frastornata, credo siano stati i calmanti a farmi dormire fino alle 4 di pomeriggio.

Passai poi la seguente ora a rigirarmi nel letto tentando di riaddormentarmi, consapevole che se l'avessi fatto avrei smesso di pensare a tutte le cose dette a Filippo.

La leggera brezza autunnale che proveniva dalla mia finestra aperta alimentava i miei pensieri.

Ma purtroppo erano proprio questi ad impedirmi di riaddormentarmi. Quei pensieri mi inseguivano come belve affamate e inutile dire che ormai ne ero completamente stufa.

Dovevo assolutamente rimediare.

Il problema era... come?

Io di lui non sapevo niente, dove abita o qualche recapito dove poterlo incontrare... Tutto fin'ora era avvenuto casualmente.

E il fato stavolta colpì ancora.

Sentì la finestra aprirsi del tutto e qualcuno entrò nella mia stanza.

Sapevo già chi fosse così neanche feci lo sforzo di girarmi per confermare la mia teoria.

Tutto d'un tratto il letto si abbassò e Fil cominciò a sporgersi verso di me finché non raggiunse il mio orecchio.

"Buon compleanno Tigre" disse sottovoce.

Quella voce svegliò completamente il mio cervello facendomi venire una pelle d'oca assurda e di conseguenza aprì gli occhi.

Mi voltai lentamente verso di lui e vedendo il suo viso perfetto, con un sorriso mozzafiato e gli occhi che brillavano dalla gioia, fece fare un salto mortale al mio cuore.

Dopodiché mi alzai di fretta e furia ricordandomi che oggi fosse il mio compleanno. Me lo ero completamente scordata.

"C-cosa? Il mio compleanno? Come diamine fai a saperlo..." dissi sconvolta ributtandomi a letto vicino a lui.

"Non vorrei risultare cinico... Ma ho visto la data di nascita di Stefan sulla tomba e siccome siete gemelli mi è bastato fare 2+2..." disse sempre con quel sorriso, quel dannato sorriso.

"Oh che stupida... Io me lo ero completamente scordata..." dissi nascondendo il mio volto imbarazzato tra le lenzuola.

"Oh non ti preoccupare ci ho pensato io! Guarda qui!" disse facendo comparire magicamente dalla sua schiena un vassoio incartato con una splendida carta rosa chiaro.

Capii subito di cosa si trattasse e credo che lo capì pure lui visto che i miei occhi cominciarono a prendere la forma a cuore.

Me lo porse e io lo presi.

"Non dovevi, veramente... Tanto nemmeno sapevo fosse il mio compleanno. Alla fine compio solo 18 anni non è che sia un buon traguardo..."

"Stai scherzando spero? Tutti gli adolescenti sono euforici non appena compiono 18 anni, il momento in cui si diventa maggiorenni... Insomma non capita tutti i giorni." mi disse scioccato dalla mia affermazione.

"Bè non ci vedo nulla di speciale visto che è solo un dannato numero" dissi incupendomi.

"Bea... Non dire cazzate." disse ritornando serio che quasi mi fece paura.

"Non provarci nemmeno a nascondermi il fatto che tu odi il tuo compleanno per via che è lo stesso di Stefan e che è solamente il giorno dopo al giorno in cui se n'è andato."

Alla sua affermazione ne rimasi sbalordita. Di solito mi inventavo sempre un mucchio di scuse e spiegazioni, ma con lui sembra impossibile. Con lui sono un libro aperto e non riesco a nascondere nulla... O quasi.

DUE PIUME ||Irama Plume|| - non siamo fatti per restare soliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora