//Filippo\\
"L'ospedale" disse fermamente convinta e impassibile.
A solo sentire quelle parole mi si raggelò il sangue, il pensiero che lei potesse stare male e passare dei brutti momenti mi faceva provare un enorme dolore.
Durante il tragitto supermercato-ospedale non feci domande scomode visto che più domandavo e meno capivo. Ma anche perché ero troppo impegnato a pensare di cosa si potrebbe trattare, sperando non sia nulla di grave, anche se mi sembra una ragazza in piena forma.
Però la mia testa era incredula a quei pensieri e cominciò a sperare si trattasse di qualcosa meno grave per lei. Ad esempio potrebbe essere che si recasse spesso in quel posto per visitare qualche suo parente, amico o conoscente.
Sono uno stupido.
Non dovevo impicciarmi così tanto nella sua vita, forse aveva ragione, forse non avrei dovuto controllarla ogni giorno che non mi voleva parlare e seguirla fino a qui.
Però era anche vero che la vedevo troppo triste e pensierosa e l'unico modo per svagarsi e divertirsi è uscire dalla sua solita routine e provare qualcosa di diverso.
Proprio per questo mi sono promesso che dovevo aiutarla, che anche se non lo diceva esplicitamente non voleva restare da sola, non è fatta per restare da sola. Non siamo fatti per restare soli e forse è l'unica ragione per cui siamo ancora qua.
Sono ancora qua, quando potrei essermene andato benissimo e mentirei se non dicessi di aver pensato di lasciarla andare molte volte visto il suo caratterino.
Ma ho questa sensazione che mi dice che se io la lasciassi andare, lei non potrà più assaporare le belle cose e godersi l'adolescenza che le è stata rovinata dai brutti pensieri che la tormentano ogni fottuto giorno.
Inoltre non so come, ma anche se può sembrare una persona cattiva e superficiale che allontana chiunque provi ad avvicinarsi, infine è molto profonda e vorrei tanto sapere cosa pensa e cosa le passa per quella testolina.
Insomma solamente esternando i suoi pensieri è riuscita a farmi pentire e a convincermi di smettere di fumare. Cosa che ho provato ancora tempo fa a fare, ma con scarsi risultati.
I miei pensieri vennero interrotti dal cartello che si trovava di fronte a noi con scritto "ospedale".
Quei 10 minuti che mi erano serviti per parcheggiare e entrare all'interno della struttura sembravano infiniti, tutto sembrava rallentato e l'ansia mi stava mangiando perfino le ossa.
Non riuscì a vedere il reparto dove eravamo diretti perché avevo una fila di pacchetti di caramelle che mi coprivano la vista, inoltre ero anche occupato a fare l'equilibrista per non farne cadere nessuno.
Notai i moltissimi sguardi ambigui che mi lanciavano le persone e gli infermieri che incontravo durante il tragitto.
"Eccoci" disse Bea spezzando il lungo silenzio che c'era stato tra di noi.
"Ma non li vedo dove cavolo si sono nascosti?" si chiese tra di lei. Cosa? Chi stava cercando?
Tutto d'un tratto entrammo in una zona dell'ospedale tutta colorata e piena di giochi, credo sia quella dedicata ai bambini, ma che diavolo ci potrebbe fare lei qui?
"Ragazzi? Dove siete?" domandò urlando e io continuai a guardarla mentre si muoveva per le stanze e i corridoi, però questa zona sembrava deserta.
"Aspetta ho un'idea!" mi disse venendo verso di me tutta entusiasta.
"HO PORTATO LE CARAMELLEEE!" urlò con tutto il fiato, spaccandomi quasi un timpano.
Dopo neanche un secondo che aveva pronunciato quella frase, un'orda di bambini sorridenti ed eccitati all'idea di mangiare delle caramelle, si fiondò addosso a Bea.
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DUE PIUME ||Irama Plume|| - non siamo fatti per restare soli
Fiksi Penggemar"Se vuoi essere felice, bè smettila di cercare la felicità se non sei disposta ad amare nessuno. Senza amore la tua vita non avrebbe più senso" Lei è Beatrice che dopo aver preso un brutto colpo basso ha cominciato a vivere nella solitudine, ma sopr...