Dieci

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Eravamo in macchina diretti verso casa mia. Avevo un dolore alla nuca fortissimo e avevo voglia soltanto di tornarmene a casa e dormire.

In macchina c'era un silenzio tombale nessuno di noi due osava parlare di quello che era appena accaduto. Finché lui non parlò.

"Tutto apposto? Non ti ha fatto male vero?" disse mantenendo lo sguardo fisso sulla strada.

Cosa avrei dovuto fare ora? Mentire di nuovo? Dire l'ennesima bugia? Fare la scazzata e rispondergli male anche dopo avermi aiutata? Quel ragazzo è veramente troppo paziente per me e mi domando ancora come mai non sia scappato con la coda fra le gambe già dalla prima cosa scortese che gli ho detto. In tutto questo arco di tempo non sono mai stata cortese, non sono mai stata riconoscente.
Solo a pensarci mi verrebbe da aggiungermi alla categoria delle persone che fanno schifo insieme a Diego.
Forse Filippo era uno di quelli che era riuscito a togliere qualche mattone del muro che avevo costruito anni fa con l'aiuto di Diego e forse dovrei essere un po' più carina con lui, visto che da sola non riesco a demolire quella dannata barriera che non mi fa vivere a pieno la vita.

"Ti direi che in realtà va tutto male che sono stufa di questa situazione, di quel coglione e di tutti coloro che respirano su questo Pianeta. Ti direi anche che non va affatto bene, che prima ho sbattuto la testa e che sono ancora sotto shock nonostante lui mi abbia fatto di peggio. Ti direi tranquillamente tutte queste cose, ma non voglio che una persona si interessi di me o si preoccupi per me perché è inutile, non sarò mai in grado di ricambiare o peggio farò sempre la scelta sbagliata. Io sono stata troppo delusa dalle persone e sapere che anche io posso deludere mi fa star male". Non so come io sia riuscita a dire tutto ciò ad un perfetto sconosciuto, quasi, senza un minimo di pentimento.

Era da un po' che non esternavo quei pensieri, anche se vaghi, e credo che mi abbia fatto solo bene.

"Hai paura che io possa preoccuparmi per te? Bè mi dispiace è troppo tardi. Ormai mi preoccupo per te dal primo giorno che ti ho vista, o meglio, mi sono preoccupato per te e ti ho aiutata anche senza sapere chi fossi. Dovevo farlo e mi sono sentito di farlo. È stata ed è pienamente una mia scelta e tu non te ne devi far colpa."

Le sue parole mi colpirono, ma non era un colpo duro e secco, mi colpirono come una carezza, come una piuma e mi fecero sentire più leggera.

"Tu mi trovi sempre nei miei momenti peggiori sai? Quel giorno l'attacco di panico e oggi Diego..." gli dissi ironicamente; mi sentivo a mio agio.

"Che tempismo eh? Magari sono il tuo angelo custode!" disse sorridendo. Ecco quel sorriso che mi piaceva e di conseguenza mi fece sorridere.

"Wow! Dovrei venire in tuo soccorso più spesso se poi mi ripaghi con uno di quelli" disse indicando il mio sorriso e di scatto richiusi le mie labbra imbarazzata.

"No ti prego resta come prima..." disse appena misi le mani sopra alla mia bocca. Non ero abituata a tutto ciò.

"Visto che sono il tuo angelo custode vieni con me che ti mostro il mio paradiso!" disse orgoglioso e cambiando subito strada, tanto che mi fece balzare dal sedile.

"Che cazzo fai idiota!?" gli dissi di impulso.

"Oh ecco che è ritornata la scazzata, bè devo ammettere che mi era mancata".

" Guarda che solo perché abbiamo preso confidenza non significa che la Bea scazzata non faccia più ritorno" dissi scherzosamente e poi sentì la sua risata.

"Comunque stavo dicendo... Avvisa i tuoi che non pranzi a casa"

"Hai qualche scusa da rifilare?" gli chiesi prendendo il cellulare nella tasca dei jeans.

"Sì! Vediamo... Allora io con i miei genitori usavo spesso un 'vado a studiare da un amico' o 'ho perso il bus, quindi pranzo nel centro commerciale qui vicino' oppure..."

"Okay sei un'ottima fonte di scuse"

"Grazie! Sono un mago con il settore 'inventa scuse con i tuoi genitori' "

"Sì, sei veramente un'idiota..."

DUE PIUME ||Irama Plume|| - non siamo fatti per restare soliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora