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La luna era alta nel cielo e le stelle creavano un'atmosfera magica in quella notte. L'estate lentamente stava finendo il suo corso, grazie al vento leggermente fresco, che provocava una sensazione strana sulla pelle di Salvatore, come un tocco appena percettibile ma piacevole.

Adorava quelle serate, soprattutto per scrivere le sue adorate poesie.

Aprì il suo piccolo quadernino rilegato in pelle gialla e lo posò sul tavolino del suo piccolo balcone, dove adesso si trovava.

Prese una penna nera e iniziò a fissare il foglio, praticamente vuoto, davanti a sè.

Sospirò, cercando più volte nella sua mente un'idea degna di essere trasformata in un componimento poetico.

Dopo dieci minuti passati a guardare con occhi spenti quella distesa bianca davanti a lui, gettò con fare esausto la pena sul tavolino, posando gli occhiali affianco ad essa e passandosi una mano sul volto stanco.

Il ragazzo odiava quando non riusciva a trovare idee adatte ad essere scritte; era come se la sua mente si trasformasse totalmente in uno spazio vuoto, simile ai deserti più sconfinati.

Sconfortato da quella situazione, si alzò dalla sedia, fin quando il suo sguardo non cadde su un vaso, posto in un angolo di quel piccolo luogo all'esterno di casa sua.

Crisantemi di un bianco candido spiccavano nel buio della notte e nel giallo della luce dei lampioni,che creava un gioco di luci affascinante.

Salvatore sorrise, prendendo di nuovo posto sulla sua sedia e iniziando a far scorrere l'inchiostro sulla carta:

Bianca come la neve d'inverno, tu sei lì:
Un sorriso dolce come l'alba ,
Capelli morbidi come la seta più pregiata
Modi di fare eleganti come una dama.

Ma, così come la neve, la tua bellezza è destinata a svanire.
Il sole, lentamente, ti scioglie, trasformandoti in acqua che scorre via.

Tutto quello che mi rimane di te sono questi crisantemi.
Crisantemi bianchi come la neve d'inverno.

Salvatore non si accorse neanche che aveva iniziato a piangere. Guardò il foglio davanti a sè: piccole gocce creavano sul foglio una sorta di schema scomposto, scandito tutto dalle emozioni che trasudavano da quel foglio di carta.

Chiuse gli occhi e, com'era solito fare, passò una mano delicata sulle parole.

Era come se ogni punto, ogni virgola, ogni tratto fatto con l'inchiostro della penna, parlasse a Salvatore; un sussurro dolce e lento, che toccava le corde della sua anima.

Oltre a questo, poteva sentire la differenza tra il tocco ruvido della carta e quello più morbido, reso da quelle poche lacrime solitarie sfuggite ai suoi occhi.

Li aprì e posò il suo sguardo al cielo, che prepotentemente, si estendeva sopra la sua testa, maestoso e tenebroso allo stesso tempo.

Sorrise, fissando il firmamento. Tra le milioni e milioni di stelle, che rendevano un omaggio a quella notte, altrimenti cupa, una stella brillava in un modo più intenso, facendosi largo tra le sue compagne e "atteggiandosi" con la sua luce sfavillante.

Quel segno di gioia sul volto del ragazzo si allargò; sapeva benissimo il motivo di quella forte luce.

Prese un grande respiro, immagazzinando nei suoi polmoni l'aria degli inizi di Settembre.

Allungò le braccia al cielo, stirandole. Guardò l'orologio che aveva al polso; rintoccava in quel momento le due del mattino.

Salvatore sbadigliò, la stanchezza che fino a quel momento non aveva per niente sentito, lentamente entrava nel suo corpo, facendosi ogni minuto sempre più prepotente.

Prese il suo quaderno e la sua penna, alzandosi da quella sedia, diventata ormai scomoda e fredda, e posò un'ultima volta i suoi occhi al firmamento.

-Ciao mamma- sussurrò dolcemente Salvatore, una lacrima che gli rigava la guancia mentre un timido sorriso si faceva largo sul suo volto.

Un altro sbadiglio segnò il momento per il ragazzo di andare a letto. Rientrò nella sua stanza, chiudendo la porta finestra alle sue spalle e posando sulla sua scrivania tutti i suoi "materiali per la poesia" e stendendosi sotto le coperte.

Il giorno dopo avrebbe iniziato il quarto superiore in una nuova scuola, il che avrebbe voluto significare nuovi professori, nuovi compagni, un nuovo inizio.

Chiuse gli occhi, cercando di mettere a freno la moltitudine di pensieri che vorticavano nella sua povera mente, mentre lentamente Morfeo lo prendeva fra le sue grandi braccia.






























NA

SBABAM, NUOVA STORIA.

Sinceramente, volevo scrivere una Salvefano,o almeno una effettiva visto che Ghost non lo era veramente (ma alla fine lo è diventata lol) da tantissimo tempo. L'altro giorno giravo per Pinterest e BOOM, mi capita questa foto:

E niente, amore a prima vista, e mi sono detta: "No basta, adesso ci faccio una storia sopra" e così nasce Poem, lmao.

Spero vi piaccia e bho, ciao.

Poem|| SalvefanoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora