Salvatore doveva ammettere che quello che disse Stefano all'inizio della giornata si stava avverando, quella davvero si stava prospettando una giornata magnifica.
Entrati in classe, Stefano aveva insistito nel sedersi affianco a Salvatore, nonostante ci fossero dei banchi liberi, a causa della sospensione di Sascha e Lorenzo.
Il ragazzo più piccolo aveva provato a desistere, declinando Stefano con un "no" il più autoritario possibile, ma a quanto pare non era stato parecchio convincente, visto che il quel momento il maggiore era seduto alla sua destra, occhi attenti coperti da occhiali da vista fissi alla lavagna e alle spiegazioni del professore di filosofia.
Salvatore invece con la sua mente era altrove, occhi fissi fuori alla finestra con aria malinconica, fin quando un leggero tocco alla spalla non lo portò alla realtà.
Si girò dalla posizione che aveva tenuto fino a quel momento, per incontrare due iridi verde scuro che lo scrutavano con attenzione.
-Tutto ok Sal?- sussurrò Stefano, notando lo stato di distrazione del ragazzo alla sua sinistra.
Salvatore non ebbe il tempo di rispondere, che il professore sbattè i suoi numerosi libri sulla cattedra, catturando l'attenzione dei due ragazzi.
-Signor Lepri, se non le reca molto disturbo, potrebbe gentilmente ripetere alla classe cosa ho appena detto?- gracchiò Goublev, il professore di filosofia, accarezzandosi con fare furbo la barba grigia.
Con una tranquillita, che quasi sfociava nella spavalderia, Stefano si alzò e si diresse verso la cattedra, lanciando quello che era un sorriso di sfida al professore, per poi girarsi verso i suoi compagni e iniziare a parlare.
-Gorgia sosteneva che la vita è solo una mera illusione, e che l'uomo agiva solo in base ad un ignoto destino e non seguendo la sua ragione. Inoltre, nell'Encomio di Elena, egli sosteneva che la "bella di troia" avesse agito per volere degli dei e non per il suo, e quindi, di conseguenza, era innocente.-
Tutta la classe, incluso il professore, rimasero sbigottiti e senza parole dal discorso perfetto di Stefano.
Quest'ultimo, con fare da chi sa di aver fatto una bella figura e vuole sfoggiarlo a tutti, tornò con la stessa tranquillità con cui si era alzato, al suo posto.
Salvatore non poteva fare a meno di sorridere; quella si che era una giornata stupenda.
L'ultima campanella suonò, segnando che anche quella giornata, finalmente, era finita.
Salvatore mise a posto i suoi libri, chiuse lo zaino e se lo portò su una spalla, uscendo tranquillamente dalla classe, quando un tornado in maglietta scura lo travolse.-Scusami- arrancò senza fiato Stefano -Ma Goublev mi aveva trattenuto per farmi una bella strigliata su come dovessi rispettare il mio ruolo di alunno e cose simile- sbuffò il ragazzo, facendo ridere il minore.
I due si'incaminarono verso l'uscita, quando Stefano si fermò di colpo sull'uscio del grande portone di ferro della scuola.
Salvatore, con fare dubbioso, si girò verso il maggiore.
-Stefano, tutto ok?-
-Qualcosa mi dice che non hai mandato le tue poesie ai ragazzi del giornalino- Stefano si avvicinò di più a Salvatore:
Il ragazzo lo guardava dall'alto verso il basso, e lentamente si faceva sempre più vicino.
-Allora? L'hai fatto?-
Il suo volto era a pochi centimetri da quello di Salvatore. Quest'ultimo poteva vedere ogni singola sfumatura negli occhi del ragazzo davanti a sé, la pelle leggermente abbronzata e leggermente imperfetta, tipica del periodo dell'adolescenza. Notava le sua ciglia scure e folte, e le sue labbra così dannatamente belle rosa e leggermente umide.
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Poem|| Salvefano
FanfictionParole dolci e melliflue, che toccano le corde dell'anima. Frasi scelte con cura, per ottenere una particolare tipologia di emozioni. Concetti semplici e diretti, per attirare, o concetti più lunghi e articolati, per ammaliare le persone. Chi l'avre...