12.

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In quel momento il mondo parve fermarsi.

Le voci dei ragazzi che provenivano dall'interno dell'istituto, il suono delle macchine che sfrecciavano lungo le strade, gli uccellini che cinguettavano tranquilli.

Tutto sembrò dissolversi nell'aria, come se in quel momento esistessero solo i due ragazzi.

Quando Salvatore sentì il calore delle labbra di Stefano sulle proprie, gli ci volle qualche secondo per realizzare quello che stava realmente accadendo.

Lui era seduto sulle scale della scuola, con la schiena contro il muro, e Stefano piegato su di lui, con le mani che gli cingevano il volto e le labbra posate sulle sue.

Se il suo cuore avesse potuto uscire dal suo petto, l'avrebbe fatto senza alcun problema.

Nella sua mente, in quel momento, erano in lotta fra di loro una miriade di emozioni diverse fra loro; gioia, sorpresa, eccitazione, timore del non sapere cosa fare, tutte queste sensazioni si mescolavano in Salvatore, "portando" il corpo del ragazzo in una sorta di nirvana.

Chiuse gli occhi, godendosi a pieno quelle sensazioni che mai prima d'ora aveva provato così intense, così vere.

Quando il calore e il tocco leggero delle labbra di Stefano lasciarono le sue, fu come se la realtà gli ripiombò di colpo addosso.

-Tutto ok Sal?- il maggiore si piegò in avanti per guardare meglio il volto del ragazzo che aveva di fronte, occhi carichi di preoccupazione mentre aiutava il più piccolo ad alzarsi.

Salvatore annuì semplicemente e gli rivolse un timido sorriso, la sua mente incapace di formulare una qualsiasi tipologia di ringraziamento sotto forma di parole.

Stefano gli rivolse anche lui un timido sorriso e fece per avvicinarsi, quando il professor Sangster si affacciò fuori alla porta.

I due ragazzi si scostarono come scottati, entrambi con le mani nelle tasche dei pantaloni ed entrambi con la voglia di risentire quelle sensazioni.

-Volevo sapere come stava il signor Cinquegrana dopo quello attacco di panico- assunse con la sua tipica voce bassa l'insegnante, guardando i due ragazzi con una strana luce negli occhi -Ma vedo che è in buona compagnia.- Sorrise per poi aprire il portone, facendo segno ai due di entrare di nuovo.

Stefano e Salvatore si scambiarono uno sguardo d'intesa, per poi, mano nella mano, dirigersi all'interno dell'istituto.

I due ragazzi erano quasi arrivati alla porta della loro classe, quando il professore si fermò davanti a loro, arrestando il loro cammino.

-Se non ti dispiace, signor Lepri- iniziò Sangster, fissando con i suoi occhi marrone scuro il ragazzo interpellato -vorrei parlare in privato col signor Cinquegrana-

I due si scambiarono uno sguardo confuso, prima che il maggiore fu invitato "caldamente" ad entrare in classe , mentre Salvatore s'incamminò insieme al professore, nello studio di quest'ultimo.

Quando Salvatore entrò, rimase colpito dalla moltitudine di libri che costeggiavano le pareti di destra e di sinistra.

Dietro la grande scrivania, mantenuta con una cura quasi maniacale, si ergeva una finestra grande quasi quanto la parete stessa, che illuminava tutta la stanza, dandogli un'aria di antico, seppur i mobili erano di stampo moderno.

-Prego siediti- lo invitò Sangster, indicandogli una sedia posta davanti alla scrivania.

Salvatore prese posto, e iniziò ad osservare la persona che aveva di fronte.

Il professore aveva un viso molto giovanile, quasi sui vent'anni, ma che tradiva la sua vera età, tendente ai trenta.

Aveva capelli di un castano tendente al biondo, portati sempre con gran cura da un lato.

Poem|| SalvefanoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora