Dopo quello "scambio di opinioni" nel vicolo, la vita dei due ragazzi era tornata quella di sempre,
Quasi quella di sempre.
Quando erano sicuri di non essere visti da nessuno, entrambi i giovani si scambiano dolci dimostrazioni di affetto; abbracci decisamente troppo lunghi per un paio di amici, baci rubati in fondo alla classe, per poi essere approfonditi nella palestra.
Ed era qui che si trovavano i due innamorati, intenti a sgattaiolare via dopo una delle due ore di educazione fisica, che dire sfiancanti era usare un eufemismo.
"Io sono ufficialmente...morto" ansimò il minore dei due mentre si sedeva su una panca dello spogliatoio, avventandosi su una povera bottiglia d'acqua bevendola tutta d'un fiato, mentre il ragazzo dal ciuffo castano si parava davanti al maggiore con le braccia al petto.
"Cosa c'è Stefano?" corrugò la fronte Salvatore, posando la bottiglia ormai vuota al suo fianco, rivolgendo lo sguardo verso il ragazzo che non accennava a muoversi da quella posizione.
"Perché non vieni con me in palestra? Così potrai mettere un po' di muscoli su quel corpicino" lo schernì affettuosamente Stefano lasciandosi cadere affianco al suo ragazzo con aria divertita, ricevendo come risposta uno sguardo di fuoco.
"Sono di costituzione esile" fece spallucce Salvatore, posando lo sguardo altrove e incrociando le braccia al petto "non è colpa mia se non sono robusto e abbronzato come te!"
Stefano sorrise semplicemente e girò il minore verso di lui, unendo le labbra in un dolce bacio.
Dopo che il ragazzo gli aveva confessato dell'incidente, il maggiore aveva paura di dire o fare qualcosa di sbagliato.
Camminava sul filo di un rasoio, in un perenne bilico e con una perenne sensazione di cadere; cadere di nuovo in quel vortice di solitudine e di nicotina, tanta nicotina.
Ma ogni volta che perdeva l'equilibrio, ogni volta che credeva di cadere nell'oscurità, una mano lo salvava; una mano che apparteneva ad un dolce ragazzo con degli occhiali neri, che gli diceva vieni.
Le loro labbra si univano alla perfezione, come due pezzi di un puzzle che si completavano in maniera ancestrale.
Quel dolce bacio si trasformò lentamente in qualcosa di più ardente e passionale, come una piccola fiammella che divampava, diventando un grosso incendio.
Stefano, senza accennare a staccare le sue labbra da Salvatore si alzò, facendo segno al ragazzo di fare lo stesso e condurlo verso l'area dedicata alle docce.
Lì la schiena del minore entrò in contatto con le fredde mattonelle che lo fece rabbrividire per un attimo, anche se quella sensazione non era nulla paragonata a quelle due sfere verdi che adesso lo guardavano con amore.
"Tu non hai idea di quello che mi provochi Salvatore" sussurrò a fiato corto Stefano, portando le sue grandi mani sui fianchi stretti del giovane e, come se fosse un gesto dettato dall'istinto, il minore legò le sue braccia sulle grosse spalle del castano, senza smettere di guardarlo
"Tu non hai idea di quello che provochi a me Stefano" sussurrò di rimando il minore, un sorriso che lentamente andava a nascere sul suo volto.
Fra questi due ragazzi ogni parola doveva essere sussurrata, ogni gesto ovattato, ogni occhiata nascosta.
Ma le emozioni gridavano a pieni polmoni invece, e furono proprio queste a prendere il sopravvento.
Avvolti dalla passione, i due ragazzi ritornarono a lottare sulla dominanza, e il minore fu ben accetto a cederla, e il maggiore l'accettò senza problemi.
La presa sui suoi fianchi passo al bordo della maglia, ormai sudata, di Salvatore, che finì con poca delicatezza sul pavimento, seguita poco dopo da quella del maggiore.
La pelle nuda si scontrava con altra pelle, mandando il corpo di entrambi i ragazzi in una serie di brividi continui, e di certo non si sarebbero fermati a solo quella sensazione.
Il maggiore fu il primo a staccarsi da quel bacio per riprendere fiato, guardando il più piccolo davanti a lui come se fosse il gioiello più prezioso che il mondo potesse possedere.
Ma Salvatore non era della stessa idea.
Abbassò velocemente lo sguardo sul pavimento, mentre le sue gote da un colore candido si tingevano di rosa dall'imbarazzo.
"Sal... tutto ok?" Chiese in un sussurro Stefano, portando una mano sul braccio del minore come per consolarlo "Sembri teso..."
Salvatore alzò lo sguardo, per poi incontrare due occhi colmi di preoccupazione che non accennavano a guardare altro se non lui.
"E-e che..." balbettò iniziando a giocare con le sue dita "n-non l'ho mai... fatto" sussurrò imbarazzato, riabbassando lo sguardo sul pavimento.
Gli occhi di Stefano si addolcirono, mentre la sua presa dal braccio si spostava ai fianchi, che strinse con sicurezza, come a dirgli di non preoccuparsi, dirgli di rilassarsi.
"Sal... non devi preoccuparti" ridacchiò lievemente, portandogli due dita sotto il mento, alzandogli il volto e portandoglielo a pochi centimetri dal suo, il suo respiro caldo sulla pelle del minore "fidati di me ok?"
"S-si, ma se dovessero entra-"
Fu zittito dalle labbra del maggiore premute quasi con forza sulle sue, mentre le sue mani scendevano sull'elastico della tuta del minore, slacciandoli e abbassandoli quel tanto che bastava, per poi slacciarsi e abbassarsi i suoi.
"Ora girati e fidati di me piccolo" sussurrò Stefano all'orecchio del suo ragazzo, prima di posizionarsi dietro di lui.
E lì, in quel bagno di quella palestra, Salvatore provò una serie di emozioni e sensazioni nuove.
La prima era il dolore. Un dolore quasi lancinante, che per poco non lo fece gridare.
Ma subito dopo questo, un'accesa sensazione di piacere prese con prepotenza il posto, lasciando il suo corpo in un turbinio di ansimi e fremiti, e di certo l'ansimare del ragazzo e il suo fiato caldo che gli colpiva il collo non aiutava.
Più Stefano aumentava l'intensità delle spinte, più il corpo di Salvatore andava in un brodo di giuggiole, sciogliendosi come se fosse un cubetto di ghiaccio.
Sempre più forte e sempre più ansimi, finché entrambi non raggiunsero il culmine, lasciando i loro corpi ansimanti contro quella parete fredda e quei sorrisi che raccontavano solo amore, solo pura gioia nel vedere il volto dell'altro illuminarsi della stessa gioia che aveva l'altro.
Senza bisogno di parole, Stefano attirò a se Salvatore in una forte stretta, mentre quel piccolo luogo si riempiva di quell'amore che andava oltre quelle mura.
Se solo Sascha non fosse passato di lì per andare ai distributori automatici mentre il ragazzo si abbassava i pantaloni, e se solo non avesse iniziato a riprendere con il telefono e pubblicare il video sul blog della scuola, quello sarebbe stato il momento migliore di quei due ragazzi.
NA
BOOM, PLOT TWIST e cosa più importante, sono tornata in pista più forte che mai, ne vedrete delle belle HEHEHE
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Poem|| Salvefano
FanfictionParole dolci e melliflue, che toccano le corde dell'anima. Frasi scelte con cura, per ottenere una particolare tipologia di emozioni. Concetti semplici e diretti, per attirare, o concetti più lunghi e articolati, per ammaliare le persone. Chi l'avre...