VII.

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ore 11 p.m.

Mi guardai allo specchio, non mi ero mai sentita così bella. Indossavo un vestito nero, con un nastro rosa perla che fasciava i miei fianchi alla perfezione, e dei semplici tacchi. Me l'aveva regalato Calum, si era disturbato troppo, o forse no, visto quello che mi aveva fatto passare. Notai un bigliettino all'interno della scatola, mi chinai e lo raccolsi.

'spero che inizierai a perdonarmi, ti starà d'incanto bambolina. cal xx'

Iniziai a sorridere come un'ebete, di certo era un buon inizio.

"Eccomi." mi presentai dopo pochi minuti in camera mia. Vidi Calum sdraiato sul letto, concentrato sul cellulare; appena udì il suono della mia voce bloccò il telefono, e mi degnò della sua attenzione.

"Proprio un bel vestito, hai un ottimo stilista." appena sentii le sue parole alzai gli occhi al cielo, il solito egocentrico.

"Poco modesto mi dicono." gli voltai le spalle, sistemando delle cose sulla scrivania, ascoltai i suoi passi che si avvicinavano a me, all'improvviso il nervosismo prese il sopravvento su di me.

"Però anche il soggetto non è niente male." la sua voce riecheggiò nelle mie orecchie, e le sue mani si posizionarono sui miei fianchi. Mi voltai di scatto, facendo incastrare i nostri occhi perfettamente, come due pezzi di un puzzle incompleto. Eravamo tremendamente vicini, e lui non aiutava, anzi, peggiorava la situazione.

"Scendiamo?" dissi spezzando il silenzio, lui in risposta annuì facendo un ghigno. 

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