XXII.

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ore 12.52 a.m.
La serata finì.

"Ciao ragazzi ci vediamo domani." li salutammo io e Cher, ci dividemmo, lei andò in camera sua ed io in camera mia, mi svestii e restai in intimo, dopodiché andai a letto.

ore 9.30 a.m.

Le tende si aprirono facendo entrare una luce accecante che interruppe il mio sonno.

"Mmh..." mugolai.

"Si alzi signorina Hemmings, sono le nove e mezza."

"Angelina, quante volte ti ho detto di chiamarmi Sara? Mi fai sentire vecchia chiamandomi "Hemmings."

La cameriera annuì ed uscì dalla mia camera, mi alzai e mi diressi verso l'armadio aprendolo.

"Cosa cavolo mi posso mettere?" pensai.

Il dilemma di ogni mattina, alla fine optai per un paio di shorts neri ed una canotta nera dei Nirvana, scesi in salotto e li vidi tutti e quattro seduti sul divano.

"Ma tranquilli eh."

"Nah, tranquilla non ci disturbi." rispose Luke.

"Stai zitto razza di pinguino obeso." si alzò di scatto.

"Cosa sono io scusa?" cominciò a venirmi incontro, corsi fuori di casa nel giardino urlando.

"No, ti prego basta Luke, saranno minimo dieci giri della casa che mi hai fatto fare!" urlai disperata.

"Ti faccio vedere io a te chi è il pinguino obeso!" urlai correndo in casa e buttandomi sopra gli altri tre ancora sdraiati sul mio divano.

"No, basta, ti prego basta Luke." dissi col fiatone.

"Ora ti faccio vedere io, piccola peste." rise prendendomi dalle caviglie e alzandomi di peso, praticamente ero sottosopra, tutti si misero a ridere.

"Mettimi giù idiota."

"Okay." Mi lasciò andare facendomi picchiare la testa per terra.

"Aia, cazzo." imprecai massaggiandomi il punto della testa dolorante.

Dopo svariati mesi...

Cher e Sara sono in tour con Luke, Calum, Ashton e Michael.

"Scherzi vero?" chiesi a Calum sorridendo.

"No, te lo giuro!" rispose lui ridendo. Avevo dimenticato quanto fosse fantastica la sua risata, ma una cosa non me la sarei mai dimenticata: il sapore delle sue labbra sulle mie. Mi alzai ed andai in cucina canticchiando, presi un bicchiere d'acqua e lo bevvi. Lui mi raggiunse e mi abbracciò da dietro, sorrisi, mi sedetti sul bancone della cucina stropicciandomi gli occhi come una bimba piccola. Calum mi prese le braccia mettendole dietro il suo collo, lo abbracciai.

"Ti voglio bene stupido."

«Non è vero!» urlò la mia coscienza.

"Anch'io piccola." sorrise nascondendo la testa nell'incavo del mio collo, mi morsi il labbro appena sentii il suo respiro caldo sulla pelle nuda del mio collo.

CALUM POV'S

"Anch'io piccola."

«Coglione, tu la ami!» urlò la mia coscienza.

Mi staccai e la guardai dritta negli occhi, vedevo una principessa, la mia principessa, lei che nonostante tutto e tutti si è sempre rialzata, le scostai una ciocca di capelli da davanti al viso, prese il mio viso tra le mani e accarezzò i miei zigomi con il pollice e sorrise. Guardai i suoi occhi verdi, di un verde smeraldo che brillavano, mi soffermai a guardare le sue labbra, dio, quanto mi mancavano quelle labbra, misi le mani sui suoi fianchi e la guardai, mi avvicinai lentamente, e con fare delicato a lei. I nostri nasi si sfiorarono. Poggiai le mie labbra sulle sue, unendole in uno splendido bacio.

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