Cap 9

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Quella mattina mi presentai a scuola, ma nessuno mi salutó. Questa sensazione di solitudine mi ricatapultó nel passato, ma cercai di scuotermi e non far notare che stavo male. Andai da Joseph, e mi scusai di ieri. Lui mi rispose okay, e se ne andò. Tutti si allontanarono da me guardandomi male, ma proprio tutti, tutti tutti...rimasi seduto sulla panchina e mi misi le cuffie, e guardai Demetria da lontano notando che si era già fatta delle amiche. Quando entrai in classe, Michael sbattè la sua spalla contro la mia con evidente intenzione di farlo, e mi disse:

-stai attento quando cammini. -

Non risposi, prosegui nella stretta classe, già incuriosito da ciò che stava accadendo, e mi incontrai con Chester. Appena mi sedetti, lui mi guardó e distolse lo sguardo subito. Tutti si comportavano male con me, speravo che almeno una sola

persona mi calcolasse. Pensai:

-Ma perché sono stato così stupido? Dio santissimo...è tutta colpa mia lo so. Perché non mi sono stato fermo?...non dovevo neanche dire che ascoltavo Demi Lovato.

Uscì dalla classe quasi di nascosto per non farmi vedere, e notai che c'erano Joseph, Chester e Michael che sembrava che mi aspettassero, come i bravi nei promessi sposi, solo che erano tre.

-che volete?- azzardai con tono seccato

-e così tu ascolti Demi Lovato, è così?-

-ma i cazzi tuoi?- risposi, con tono aggressivo, quasi per intimorirli.

-ehi lovatic boy delle mie palle- disse Chester

-che cazzo vuoi pure tu- dissi

-vorrei che tu ci ammettessi che sei un pallemoscie frocio. Ad alta voce.-

-cosa??-

-hai capito babbeo- disse Michael, leggermente più avanti rispetto agli altri due-

Stavo avendo un pó paura, ma non volevo vedere alla sua richiesta.

-avanti diccelo coglione. Dicci: sono un pallemoscie omosessuale. Avanti dillo.

-Chi cazzo sei tu per dirmi quello de devo fare. Ribattei con voce forte.-

Stavamo li da troppo tempo, non c'era più tanta gente fuori da scuola.

-ah, così tu non vuoi fare come diciamo noi- disse Michael per stuzzicarmi.

-si, e io non voglio perdere tempo con voi. Me ne devo andare ciao è stato un piacere.

-Michael mi afferró, mi bloccó le braccia e gli altri due mi tirarono pugni in faccia e nello stomaco. Lasciai un gemito quando caddi a terra, e loro due se ne andarono poco dopo. Mi alzai, e a fatica tornai a casa. Entrai, e corsi in camera e la chiusi. Affondai il volto nel cuscino e lasciai uscire fiumi di lacrime...

Non sapevo cosa mi aspettava per i prossimi mesi....

Il "musicista"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora