Cap 34

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Nel frattempo, suonavo nei localini della città. Partecipavo a piccole serate e guadagnavo qualche spicciolo. Nel mio piccolo, ero felice.

Ernest non tardó a darmi i complimenti. Era sorridente, e volle subito sapere la prossima serata, a cui disse: " non mancherò di sicuro".

Nel mio repertorio c'erano i nirvana, alcune canzoni dei linkin park e altre che andavano in onda su Virgin radio, la mia frequenza preferita. Trasmettono solo rock. Oh yeah!

La gente manco sapeva cosa suonavo. Era musica orecchiabile dicevano. Demi dice che non apprezzano "le mie doti" e Connie concorda.

-Si peró non chiamiamole doti- rispondevo sempre.

Certo, suonare uno strumento non è una cosa facile. Ma per carità, mica sono un professionista.

-"See you calling again. I don't wanna pick up, no oh. I've been laying in bed, probably thinking too much, oh oh.

Sorry I'm, not sorry for the times I, don't, reply, you'll know the reason why..

Maybe you shouldn't come back. Maybe you shouldn't come back, to me.

Tired of being so sad, tired of getting so mad, baby.

Stop, right now,

You'll only let me down.

Maybe you shouldn't come back, maybe you shouldn't come back, to me.

Trying not to forget,

Should be eas...

-Oh, il telefono squilla- mi accorsi.

Posai la chitarra e risposi al telefono. Era Connie.

-pronto amore-

-ehi cucciolo, puoi venire a casa mia oggi? Tanto è domenica. Devo farti vedere una sorpresa. Anzi, due. Porta la chitarra, ti aspetto!-

-ah, okay! Come mai?..-

Troppo tardi, aveva già chiuso. Si vedeva che era emozionatissima, dal suo tono di voce un pó tremolante.

E quindi mi incamminai con la chitarra in spalla a casa della mia ragazza. Ma, quando citofonai, la porta del palazzo si aprì di colpo e Connie si "gettó" letteralmente su di me, stringendomi forte le braccia intorno al collo.

-ciao Dereck!!-

-ehi cucciola! Questa era la prima sorpresa?? Ahaha-

-nono! Dai vieni sali-

Mi prese dolcemente la mano. Sapeva che con queste piccole cose mi si scioglieva il cuore.

Arrivati al secondo piano, Connie aprì la porta, e sua madre mi accolse a braccia aperte. Da tempo che non la salutavo, mi stava molto simpatica.

-ehi Dereck! Come ti sei fatto carino-

-ehm, grazie signora-

-dai non fare il modesto, sei proprio un bel ragazzo-

Feci un sorriso che mise in evidenza che ero arrossito un pó.

In camera di Connie, c'era il caos più totale, come in camera mia. C'erano poster di Demi ai tempi di camp rock, una maglietta degli ac-dc, un plettro gigante con intarsi neri, insomma, come me.

-allora, questa sopresa?-

-chiudi gli occhi-

Gli chiusi. Mi diede un bacio, e mi porse nella mano una piccola cosetta che non riconobbi subito.

-aprili-

Nella mano avevo un plettro col simbolo dei linkin park, era tutto nero con il segno bianco. Lei mi mostró il suo. Era l'opposto, bianco col segno nero. Era stupendo.

-grazie amore..-

-non è finita qui. Secondo te perché mi sono presa un plettro?-

-per collez..-

Uscì da sotto il letto una chitarra, e la sfoderó. Era però un pó più nuova. E c'era appesa una piuma, come la mia.

-sai, ho deciso di suonarla anche io. Mi aiuterai tu. Qualcosa già la so fare.-

Ero rimasto di marmo, e dopo qualche ora passata a fissare quella chitarra, abbracciai forte la mia cucciola.

Passammo tutta la giornata fino alle nove di sera a suonare insieme. E così per tutte le domeniche, più qualche giorno della settimana che avevo anticipato i compiti.

La mia reazione iniziale è stata della serie:

-Oddio non ci credo!!! Andremo a Bruxelles a suonare per strada, o a Londra nella metropolitana!!-

Che dire. È la mia metà, quella speciale.

Volevo inserirla nei miei piccoli concertini occasionali, ma doveva fare ancora un pó di pratica.

Abbiamo inciso i nostri nomi sul posto dell'autobus dove ci siamo incontrati la prima volta. Sopra c'è scritto:

"Alla mia piccola dolce metà. Sei mia, non dimenticarlo mai"

"Al mio piccolo panda. Grazie che mi sopporti, Ti amo da manicomio"

Ma ero così ambizioso da averla già inserita in un concertino del mese prossimo. Si teneva sulla litoranea, in un bar all'aperto sulla spiaggia.

Ma non ero stupido. Con tante risate ed esercizio ero sicurissimo di riuscire a farle imparare i brani da suonare li.

Nella mia vita è giunto quel fascio di luce che ti rischiara la via. E diamine se non l'ho aspettato per tutto questo tempo! Ma prima o poi arriva, si. Arriva il momento in cui tu prendi in mano la tua vita, e dimenticando il passato si va avanti per la propria strada.

Diciamo che, si incomincia a vivere.

Il "musicista"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora