Cap 17

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Risposi. Era Demetria.

-pronto?/

-ehi..-

Dopo qualche secondo di silenzio, prima che lei potesse continuare dissi secco:

-che cosa c'è a quest'ora?-

-niente...se vuoi chiudo-

-Se mi hai chiamato, un motivo ci sarà non credi?-

-senti. Scusami, non dovevo essere così dura con te. Stamattina ho visto cosa ti facevano la fuori, credo che tu ne debba parlare con il preside.-

Perfetto, anche lei sapeva che ero debole. Innervosito e sempre più freddo con quella che un tempo ritenevo migliore amica, risposi:

-non sono fatti tuoi. Hai deciso di andartene dalla mia vita. Perché sei tornata?-

-non lo so...-

-Okay-

-domani vieni con me okay? Non posso permettere che ti pestino ogni santo giorno-

-lasciami stare-

-no non ti lascio stare okay?-

Aprì con violenza la porta del balcone e sputai con rabbia:

-ma non capisci che ho pianto per te? E tu torni così!? Non basta dire scusa lo sai!? Se rompi un piatto e gli chiedi scusa, non si ripara da solo. Sappilo.-

Non ero io, non ero io. Non era da me essere così secco. Ma non ne vedevo il motivo di non esserlo. A furia di sopportare tutto questo, si cambia. Il dolore ci fa cambiare. E non sono la prima persona che lo ha scoperto.

-mi dispiace se sono una pessima amica.-

Detto questo, attaccó.

Eh no cazzo, non posso permettere che Demi si senta così male. Domani le parleró, la perdoneró. Promesso.

Io e Demi ne abbiamo passate tante, forse troppe. Lei è ancora la mia migliore amica però, e non voglio lasciarla. Come ho potuto farle questo?...

Sono riuscito a non farmela mancare, ma tutto ad un tratto, lei mi mancava. Ho solo mentito a me stesso. Bugiardo.

Certo che la rabbia acceca. E io ero cieco, come una talpa.

Mi guardai allo specchio, e vedendo la mia espressione mesta nel debole riflesso che mi dava lo specchio, ci sputai.

Iniziai a odiare me stesso con tutto il rancore possibile. Erano le due di notte, quando feci il mio ennesimo errore. Svitai il temperamatite, e segnai quell'indelebile firma. Un biglietto di sola andata per la distruzione. Firmato, "la parte peggiore di me".

Sono di un carattere strano. Prima mi sento forte e in cima al mondo, poi mi sento debole e solo, e sprofondo sottoterra.

Il viaggio era iniziato, e ancora non sapevo da che parte era diretto. Forse all'inferno dei non credenti.

Chiusi gli occhi, e mi addormentai in preda agli incubi.

Il "musicista"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora