Cap 24

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Quella mattina a scuola, accadde qualcosa di "fulminante". Joseph, Michael e Chester vennero da me per scusarsi. Ricordo che mi dissero:

-ci dispiace per quello che è successo, non ci sono parole per scusarsi, per poco non ti succedeva qualcosa di grave- e altre cose così.

Il loro tono mi sembrava sincero, e avevano parlato tutti e tre. Nessuno di loro si era preso la briga di scusarsi a nome di tutti. Tutti avevano dato le proprie scuse e un piccolo discorsetto per rendere il tutto o più convincente, o più sincero.

Anche se erano profondamente pentiti, ma anche se non lo erano, non potevo che dimenticarli.

Avevano sbagliato con me, troppo. Il bullismo non si scusa. Accettai le scuse con un:- okay- e me ne andai.

Quado chester mi prese per una spalla per chiedermi di rimanere ancora, io la levai violentemente e dissi con forza;

-ci vuole coraggio a chiedere scusa dopo tutto quello che avete fatto, e voler cercare di farmi dimenticare che sono stato in ospedale per colpa vostra!.-

Una breve pausa, e tutta la classe mi guardava. Ero contento di fargliela pagare. Mi alzai la maglietta dicendo ancora:

-vedete questa? Non si dimentica. Ora è tutto chiaro quello che sto cercando di dirvi? Tutte le scuse del mondo non vi servono a niente, se non per far contenti i vostri genitori. Se avete un briciolo di amor proprio, andatevene e chiudete qui questa pagliacciata.-

Girai i tacchi e me ne andai a posto. Scansai gli altri per passare in quella angusta aula, e misi il mio zaino sul banco.

Robin sussultó alle mie parole, e fece una cosa che non mi aspettai.

Nel frattempo tutti erano tornati a fare quello che facevano, alcuni mi guardavano con la coda dell'occhio.

-ci vuole coraggio per dire come la pensi, Dereck-

Alle sue parole mi girai, e la trovai affianco a me, seduta sul posto del mio compagno di banco.

Riprese:

-so che forse non vuoi parlarmi, che forse mi consideri come gli altri. Ma ti andrebbe di fare una passeggiata per parlare un pó, fuori scuola?-

indifferente risposi con un "okay". Vidi chester dirigersi al suo posto. E pensare che prima lo avevo accanto.

-ottimo!- rispose sorridendo. Quel sorriso non me lo aspettavo. Era qualcosa che aveva donato alla nostra breve conversazione qualcosa di più .

Fuori da scuola la trovai che salutava qualcuno. Girandosi mi vide e mi disse: -andiamo?-

-andiamo- risposi.

Grazie a quel sorriso, decisi di aprirmi con lei. Le raccontai tutto, e lei mi abbracció. Mi disse che non lo sapeva, e che dovevo dirglielo, così mi avrebbe aiutato. Ma io le dissi che non poteva fare niente, e le rinfacciai che mi aveva dimenticato anche se la aggiunsi io al gruppo da cui venni cacciato. Son fatto così. Dovevo farlo, e lei mi disse scusa. Lei mi stava ancora simpatica dopo tutto questo tempo. Non è come mi aspettavo che fosse, cambiata grazie alle uscite con gente come quella. Era la stessa che conobbi tempo fa. Ne fui felice.

*spazio autore*

Ciao a tutti! Mi scuso se non ho pubblicato per un po, sto in viaggio! Come sempre spero che la storia vi piaccia, e credo di volerla continuare ancora un pó.

Non avendo tanta esperienza sulla scrittura, vi chiedo dei consigli, se sbaglio qualcosa. Grazie del sostegno, siete fantastici.

Il "musicista"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora