Cap 27

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Quella mattina mi incamminai a scuola pensieroso. Certi momenti mi perdo nei miei pensieri. Guardavo il cielo, era coperto. Intorno la luce era tutta cupa. Ció ingrigiva i miei pensieri.

Pensavo a come tutti i compagni di classe si sarebbero uniti in questi anni, sarebbero diventati tutti amici, si sarebbero divertiti. Io invece no. Sarei stato escluso. I pensieri negativi mi attanagliavano, togliendomi il respiro. Solo Robin voleva sprecare qualche minuto per parlarmi. Lo apprezzavo tantissimo però.

Poi pensavo a Demetria, che mancava a scuola anche oggi e non ha risposto neanche al mio messaggio...nel frattempo ero già arrivato da qualche minuto all'entrata della scuola, e Robin non era ancora arrivata, lei arriva sempre dopo.

Decisi di lasciarmi andare, di lasciare che io sia solo, di permettere che io mi isoli dagli altri, più di quanto lo fanno già loro.

Mi poggiai sul muro, mentre ascoltavo la mia musica nelle orecchie. Ormai solo la musica mi teneva compagnia in quelle quattro mura della classe. I prof spiegavano poco e niente, senza prendere appunti, studiavo il libro e andavo discretamente, ma non mi interessava...usavo la lunga manica della felpa per nascondere la cuffia sinistra, e poggiandomela sull'orecchio, potevo ascoltare musica in classe.

Il mio diario era più pieno di scarabocchi e frasi che di compiti. Li chiedevo sempre sul gruppo di whatsapp della classe. Mi limitavo a parlare di quello con gli altri, non esistevo per loro.

"Staying strong"

Demi lovato.

"People hurts. I have scars to prove it"

"People cares when it's too late"

Tumblr.

"Ma il paradosso è che più vivi, più rischi di morire"

Tumblr.

"Sono cambiato perché in tempi cupi un cane abbandonato impara a crescere dai lupi"

Mezzosangue.

Ce ne erano molte altre, nascoste chissà dove tra le pagine.

Mentre le sfogliavo, qualcuno mi mise una mano sulla spalla e si sedette accanto a me.

-Robin ! Ciao, hai fatto un ora di ritardo!-

-eh, il pullman non è passato, non so perché-

-dai sono cose che capitano-

Decisi di chiederle una cosa che mi faceva vergognare molto, ma la volevo veramente.

-senti, visto che i prof non controllano i posti a sedere, perché non ti sposti vicino a me, e Marshall lo fai spostare al posto tuo? Chiediamoglielo insieme.-

-okay! Sai, è una palla il mio posto, è troppo davanti.-

-dai che se stai qui con me, le ore passeranno più in fretta vedrai-

Lei mi fece un grande sorriso, e mi abbracció noncurante degli altri.

Marshall accettó. Lui era un ragazzo gentile, ma non parlava con nessuno se non con harry, un suo amico strettissimo, e lo stesso con quest'ultimo. Ci provai a parlare, ma non ci sono riuscito proprio.

-c'è spazio per qualche scarabocchio e citazione mia sul tuo diario?-

-tutto lo spazio che vuoi-

-te lo riempirò fino a farti dire il contrario ahahah-

-scema, farò lo stesso col tuo!-

Con lei le ore scolastiche passavano in fretta. Era la mia unica compagnia in quella topaia. Che bello non doversi sentire più soli.

Finalmente Demetria mi rispose. Sbloccai il telefono, era un secco:

-chiamami-

Lo feci immediatamente.

Affannato dalla preoccupazione dissi:

-Demi che è successo??? Perché non...-

-è morto mio cugino-

Non sapevo cosa dire, veramente. Feci quello che era meglio fare.

-vengo da te in un lampo, fa niente che sono le cinque-

-no, no. Non venire, non sarebbe un bello spettacolo vedermi piangere.-

- non importa, non ti lascio sola. Sto arrivando-

Corsi in fretta, e spiegai l'accaduto a mia madre.

-torna prima di cena...-

Mi disse con tono dispiaciuto

In fretta agguantai la sciarpa e uscii dalla porta sbattendola troppo forte.

Decisi di fare una cosa carina. Passai dal bar, e le comprai un cornetto alla crema. Sapevo che le piaceva, volevo essere gentile.

In un attimo ero li, con la busta in mano e non sapevo cosa dirle...

Il "musicista"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora