Cap 22

234 12 0
                                    

La notte la passai solo con Connie, perché Demi non poteva rimanere. Doveva dormire su una sedia accanto al mio letto. Entrambi avevamo gli occhi spalancati, e non potevamo proprio dormire.

Nel buio della stanza, il silenzio venne rotto.

-perché lo hai fatto Dereck?...-

-non capiresti...-

-dubiti di ciò che io so-

-perché?-

-perché, anche io l'ho fatto-

-sei una stupida-

-e così ora sono io la stupida? Senti non puoi vietarmi di fare una cosa che fai anche tu-

-Smettila basta di prego non voglio parlarne...-

-scusami, scusami, sono stata troppo rigida...-

Si alzó e mi abbracció forte dicendo:

-ad ogni modo, io ci tengo a te. Vedrai che ti rimetterai presto, non è una cosa grave. Ora dobbiamo far si che quelli abbiano quello che si meritano-

-a me non interessa-

-non sei minimamente arrabbiato con loro?-

-si però che posso farci? Loro hanno vinto-

-non fare lo sconfitto. I genitori parleranno con tua madre, la vedo molto convinta a vendicarsi per ciò che hanno fatto.-

-okay.-

Ero assente. Semplicemente non mi andava di pensare, ma solo di non pensare. Di rilassarmi, di far si che questa lunga notte passi.

Lei frugó nel mio zaino, e uscì le mie cuffie speciali, colorate di nero con il mio pennarello, così per passare il tempo. Ci avevo disegnato delle note e altri disegnini, e lei rise quando le vide perché si ricordó la prima volta che le vide che scoppió a ridere.

-ti va?...tua musica o mia?-

-tua, tanto lo so che mi stupisci-

-sei dolcissimo-

Si fece stretta sul letto con la sedia e ascoltammo un pó di musica. Con lei non mi sentivo più solo.

Ad un certo punto, i nostri sguardi si incrociarono, e le mie pupille si infiammarono come il più infiammabile combustibile esistente al mondo sotto il suo caldo sguardo. Io ne ero sicuro...erano accadute così tante cose che me ne ero quasi dimenticato...il mio cuore voleva lei. Era tutto ammaccato e pieno di ferite, ma era ancora capace di amare. Lei era bellissima. Era l'unica persona che volevo vicino con tutto me stesso.

Quel giorno fu il più bello tra i più orribili. Come una piccola luce in una grande foresta buia. Posai gentilmente le mie labbra sulle sue, e anche lei lo fece. Erano perfettamente incastrate, come gli origami. Era tutto perfetto in quel momento, anche gli attimi, uno dopo l'altro, erano incastrati tra di loro per rendere quei minuti una completa perfezione.

Cercai le sue mani, e le strinsi una volta sfiorate. Le nostre dite erano intersecate fra di loro, così come i nostri sentimenti.

Lei ansimava. Le sue labbra cercavano le mie e le mie cercavano le sue, le desideravano più di qualsiasi altra cosa al mondo. In quel momento, avevo inciso il suo nome sul mio cuore.

-ti amo Dereck-

-ti amo Connie-

Entrambi i nostri sussurri erano timidi in confronto al silenzio dell'ospedale, e si persero tra le mura lasciati inascoltati da nessuno se non da noi e dai nostri cuori.

Formavamo un triangolo perfetto. Io, lei e noi.

Il "musicista"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora