[Capitolo 21]

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Quella mattina mi svegliai con un gran mal di testa.

I miei incubi mi tormentarono per tutta la notte, sentivo gli occhi gonfi, il petto che faceva male, il respiro irregolare e le gambe tremolanti. I miei incubi sembravano talmente reali che, potevi tagliarli con il coltello.

Scostai leggermente le coperte, poggiai delicatamente i piedi a terra, mille brividi mi pervasero il corpo, a causa del contatto con il pavimento freddo sotto i miei piedi. Poggiai i palmi sul materasso, chiusi gli occhi e presi un bel respiro, buttando fuori l'aria poco dopo, mi voltai per guardare l'orologio, erano solo le cinque e mezza di mattina, decisi che sarei andata a correre per scaricare la tensione.
Mi alzai lentamente dal letto e mi diressi in bagno a farmi una doccia veloce. Uscii poco dopo con l'accappatoio addosso, rientrai nella mia stanza, o meglio nella stanza mia e di Peter, mi diressi verso l'armadio e presi una tuta bordeaux con il cappuccio, mi vestii in fretta e infilai le scarpe, poco dopo andai in cucina, scrissi un post-it a May, dove le dicevo che, sarei uscita per fare una corsa.

Scritto ciò, presi il telefono con le cuffiette e uscii di casa chiudendomi la porta alle spalle. Scesi di corsa le scale e aprii il grande portone del palazzo che mi si presentava davanti ogni mattina. L'aria fresca di New York fece risvegliare i miei sensi, chiusi gli occhi per godermi quel momento, scesi le scalette sottostanti, presi il telefono e feci partire una delle mie tracce preferite Wings Clipped di Avril Lavigne, quella canzone mi dava una carica pazzesca, feci partire la traccia, alzai il cappuccio e iniziai a correre lungo il marciapiede, mentre osservavo il cielo, amavo i colori mattutini, andavano dal celestino, fino ad arrivare ad un rosa salmone che mi piaceva particolarmente. Nel frattempo, la canzone iniziò a risuonarmi per tutta la testa, ed io, iniziai ad intonare le parole, anche se non ero un granché come cantante.

Poco dopo, il telefono iniziò a vibrare, fermai la mia corsa, mi sedetti su una panchina, presi il telefono e vidi che era un messaggio da uno sconosciuto, non diedi importanza a quel messaggio e ripresi la mia corsa indisturbata.

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<<Allora? Come sta Peter?>> chiese Ned in un sussurro, eravamo a lezione di filosofia, e nessuno stava prestando attenzione al povero signor Smith, mi faceva davvero pena quell'uomo. Mi voltai incontrando lo sguardo di Ned, che mi fissava con i suoi occhi a mandorla, feci un sospiro e scossi appena la testa.

<<Ancora non si è svegliato, ma la cosa positiva è che sia ancora vivo, giusto?>> era più una domanda che un affermazione, il ragazzo paffuto sospirò e guardò dritto davanti a sé, da quando avevo raccontato dell'incidente di Peter, né Ned e né MJ si erano ripresi, compresa me.

<<Già, credo sia questo l'importante, ascolta oggi hai da fare?>> mi chiese d'un tratto, lo guardai alzando un sopracciglio con fare curioso.

<<No, non direi, perché?>> gli chiesi e poggiai le braccia sul tavolo incrociandole tra di loro, Ned si voltò a guardarmi e fece un leggero sorriso.

<<Ti andrebbe di venire a casa mia? Faremo La Morte Nera in onore di Peter, cosi quando si sveglierà, gli faremo una sorpresa, che ne pensi?>>, a quelle parole non potei fare a meno di sorridere, accettai subito l'invito, presi la sua mano e la strinsi.

<<Facciamolo, voglio che Peter sia felice, se lo merita>> dissi e strinsi di più la sua mano, Ned fece lo stesso e allargò il suo sorriso, poco dopo sentii di nuovo il telefono vibrare, sciolsi la stretta con Ned e presi il telefono dallo zaino, era di nuovo quel numero sconosciuto, sospirai e decisi di leggere quegli stupidi messaggi.

Messaggio da Unknown Number:
Guardati le spalle Wanda Maximoff, so chi sei in realtà :).

5.30am

Ehi Maximoff! Che fai? Non rispondi? Hai paura per caso? :).

11.30am

Okay, questa cosa era inquietante, mi guardai attorno per vedere chi stesse scrivendo, ma non trovai nessuno al telefono, erano tutti impegnati a ridere e urlare, e tirarsi palline di carta, serrai le labbra e tornai con lo sguardo sul telefono, la mia mano aveva iniziato a tremare, posai l'aggeggio sul tavolo e guardai la mia mano, stava diventando rossa, merda non qui, non adesso.

<<Wanda, ti senti bene? Sei diventata pallida>> disse Ned e mi poggiò una mano sulla spalla, alzai la testa di scatto e nascosi la mano, cercando di rimanere il più calma possibile, forzai un sorriso e scossi la testa.

<<Sto bene Ned, ho solo le mie cose>> mi venne in mente la scusa più banale ma la più realistica possibile, vidi le guance di Ned tingersi di rosso, ritrasse la mano e abbassò la testa e uscii un "oh" dalla sua bocca, ridacchiai appena per la sua espressione, poi sentii qualcosa di strano nell'aria, mi guardai attorno e il mio sguardo cadde sulla porta della classe, vidi Liz Allen che mi fissava con un ghigno sul volto, feci una smorfia stranita nel vederla, congedai Ned e presi le mie cose il più in fretta possibile, gli dissi velocemente di scrivermi il suo indirizzo di casa tramite messaggio, andai verso la porta dell'aula con passo veloce, Liz cambiò espressione, da divertita a malefica, e andò via, aprii la porta dell'aula e mi guardai attorno per vedere dove fosse, ma era scomparsa nel nulla, come era possibile?.

Scarlet Witch [Marvel] ❪✓❫ [Wattys2019]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora