Mason
"Provare rimorso e dolore per una colpa in cui ci si propone di non ricadere."
Pentirsi.
Quelle otto lettere racchiudono un significato complicato e al tempo stesso banale.
Il senso di colpa mi sta corrodendo le membra. Il pensiero che Bridget non accetti le mie scuse mi manda in paranoia. Posso solo pregare silenziosamente che metta da parte l'astio nei miei confronti e che mi spieghi il motivo per cui è scappata, la scorsa notte.
Busso alla porta della camera da letto di Bridget, con due colpi secchi, e attendo. Tamburello il piede al suolo, prima la punta e poi il tallone, in un gesto di evidente nervosismo. Passo le dita tra i capelli, più volte, e mordicchio il labbro inferiore, fino a farmi male.
Aspetto, e aspetto ancora, ma la porta rimane chiusa. Inizio a pensare che non mi abbia sentito, così batto nuovamente le nocche contro il legno, ma niente.
Tendo l'orecchio. Oltre il battente di legno, capto solo silenzio. Comincio a preoccuparmi.
Prendo dalla tasca dei pantaloni la copia della chiave che mi ha fornito Mark. Ha detto che non si sa mai e che, dato che sono la guardia di Bridget, dovrei possedere ogni mezzo per tenerla sott'occhio.
Infilo la chiave nella toppa e, con uno scatto della serratura, la porta si apre.
Vengo istantaneamente investito dalla solitudine che soffoca l'area della stanza. Faccio una breve perlustrazione e scopro che Bridget non è qui.
Osservo vagamente intorno a me, senza degnare di un'occhiata approfondita nessun elemento dell'arredamento spoglio. I mobili sono rimasti identici a come lo erano prima, quando questa era solo una camera vuota e disoccupata.
Non c'è traccia di una recente presenza, se non per le ante dell'armadio leggermente accostate che lasciano intravedere i capi di abbigliamento appesi e piegati con cura.
Mi avvicino e sbircio all'interno del guardaroba. Due uniformi sono agganciate alle grucce di acciaio fino, mentre il resto degli indumenti è sul piccolo ripiano all'interno dell'armadio, in una pila verticale. Noto anche la valigia, chiusa, sul fondo.
Nel momento in cui comprendo che non c'è niente che possa stimolare il mio interesse, sono costretto a ricredermi, attirato da qualcosa sulla cima dei vestiti ripiegati.
È una fotografia. La prendo e la studio. Raffigura due bambini: un maschio e una femmina. La bambina sembra avere circa dieci anni e l'altro poco di più.
Riconosco immediatamente gli occhioni bruni e dorati, le onde ramate e il sorriso spensierato della piccola. Il maschietto, invece, ha i capelli castani, in contrasto con gli occhi verdi e luminosi.
Sul retro dell'immagine è scarabocchiata una data a penna, la quale indica che la foto è stata scattata più di sei anni fa. Ci sono anche due nomi, che inizialmente fatico a leggere.
Bree e Matt.
Rigiro la foto, studiando Bridget e il suo fratello adottivo. Conduceva ancora una vita normale. Non le sarà mai passato per la testa il pensiero di dover abbandonare tutto, un giorno, e di trasferirsi in un'esistenza di rischio e morte.
Poso la fotografia sul mobile di fianco alla porta e vengo distratto da un ulteriore oggetto posato sul ripiano. È una spazzola d'argento.
La parte posteriore preme contro il legno. La prendo delicatamente per il manico, come se fosse un cimelio estremo valore, da trattare con assoluta cautela. Ammiro l'argento sfavillante che riveste la spazzola. Sul retro, incisioni indecifrabili.
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Il Segreto della Dinastia
Fantasy{COMPLETA e IN REVISIONE} • Il Regno Dimenticato - Volume 1 • "Ecco, la giornata che mi ha cambiato la vita è iniziata così. Con la telefonata della mia migliore amica, un mucchio di dilemmi a cui non sapevo dare risposta e una passeggiata verso sc...