Mason
Lo stridere incessante delle ruote sull'asfalto e il rombo dei motori riempiono l'atmosfera di Manhattan. I clacson e le voci si mescolano in un concerto fragoroso e vivace.
New York, con la sua folla impenetrabile e il traffico, mi dà il buongiorno.
Mi immetto nella massa informe di persone, dirette verso il posto di lavoro o la scuola. Mi scappa un sorrisetto ironico, nel constatare che la mia destinazione non ha niente a che fare con la loro.
Camuffandomi tra i pendolari, cammino a testa bassa, le mani infilate nelle tasche della giacca di pelle e i sensi in allerta.
Sfioro il pugnale che porto sempre con me, una lama d'argento dall'elsa di acciaio nero. L'arma, nascosta nello scomparto interno del gilet blu della divisa, ha ormai un peso familiare.
I miei passi si arrestano, tutto d'un tratto. Non mi curo della gente che mi sorpassa frettolosamente, urtandomi una spalla e imprecando.
La sento.
La percepisco, forte e chiara.
Un reticolo di particelle oscure, malvagie, trasportato dai soffi lievi del venticello autunnale, strappa l'uniforme purezza dell'aura umana.
Volgo lo sguardo in più direzioni, cercando di individuarne la provenienza. Scendo dal marciapiede affollato e attraverso la strada, sgusciando tra le macchine e i taxi compressi nell'ingorgo.
Il viale lungo cui riprendo la perlustrazione è spoglio della calca di newyorkesi. Una serie di villette si affacciano sulla strada, intervallate da vicoli bui e stretti.
Percorro il marciapiede, fermandomi davanti all'imboccatura di ogni vicolo per analizzarne l'aria. Non rilevando stranezze nell'atmosfera, sto quasi per tornare dall'altro capo della strada.
Finché non la sento di nuovo.
Da un vicolo giunge un intreccio magico di energia tenebrosa, un'accozzaglia di atomi caricati negativamente, che mi strisciano sulla pelle, tracciando le loro scie malevole, come una leggera ma nociva carezza.
Invisibile, eppure mortale.
Mi addentro nella via sporca e maleodorante. I tetti delle case, accostati tra loro, impediscono alla luce solare di filtrare. L'oscurità quasi totale mi rende difficile muovermi tra i rifiuti.
Il vicolo non è cieco, ma svolta verso sinistra. Giro la parete incrostata dell'angolo, ritrovandomi sul retro di un'abitazione.
L'aura malvagia è alla massima potenza. La avverto sfrigolarmi intorno, milioni di minuscole esplosioni tetre. È vicinissima.
Tolgo la giacca, per facilitare il movimento delle braccia, scoprendo la divisa accademica. La lascio cadere al suolo, senza preoccuparmene. Sbottono il gilet blu e recupero il pugnale dalla tasca interna.
L'energia dell'essere si è fatta fortissima, segno che è nei paraggi e che si tratta di uno spirito più pericoloso del solito. Ma questo non mi spaventa.
«Ti ho trovata» dichiaro a gran voce. Le mie parole rimbombano nel vicoletto vuoto. «Esci fuori, coraggio.»
Aspetto qualche secondo, che vola lento e silenzioso. Poi, percepisco una presenza estranea alle mie spalle. Mi volto prima che possa attaccarmi, trovandomi faccia a faccia con l'essere.
Faccia a faccia con l'Ombra.
Lo spirito, un fantasma fluttuante di brillante semioscurità, mi osserva con i suoi occhi incavati. Emette un bagliore nero, una patina trasparente di saette scintillanti. La sua aura esplode, circondandomi in un cupo abbraccio.
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Il Segreto della Dinastia
Fantasy{COMPLETA e IN REVISIONE} • Il Regno Dimenticato - Volume 1 • "Ecco, la giornata che mi ha cambiato la vita è iniziata così. Con la telefonata della mia migliore amica, un mucchio di dilemmi a cui non sapevo dare risposta e una passeggiata verso sc...