47. Cuori Infranti

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Mason

"Il tempo sta per scadere."

Leggo il messaggio del direttore e sbuffo, nervoso, nascondendo il cellulare in tasca e ravviandomi i capelli.

È l'ora di pranzo e, entro stasera, devo mettere in atto il mio piano, o Mark caccerà Bridget dall'Accademia. Un nodo mi serra prepotentemente lo stomaco e sento la gola secca. È da ieri che non vedo Bree e non ho contatti con lei. La sto evitando con cura. Perché, se dovessi imbattermi nei suoi occhi sporcati d'oro, manderei tutto al diavolo e ci farei espellere entrambi.

«Allora? Che ti serve?»

La voce di Tiffany mi distrae dai miei pensieri. Saetta da una parte all'altra della sua stanza, sistemando una pila di camicette bianche e appena stirate nell'armadio, con la coda di cavallo bionda che svolazza seguendo i suoi movimenti.

Io, appoggiato di schiena allo stipite della porta chiusa, la osservo, rimuginando su cosa dirle. Alla fine, opto per la schiettezza.

«Devi baciarmi.»

La Guerriera si blocca al centro della camera e mi rivolge le sue iridi castano-verdi. Ha le palpebre spalancate dallo stupore.

«Cosa... cosa significa?» farfuglia, senza capire, avvicinandosi.

«Devi baciarmi» ripeto, con più convinzione. «Bridget ci vedrà e così ci lasceremo.»

Cerco di apparire freddo e indifferente, ma la sola idea di ciò che accadrà mi fa stare male come non mi è mai successo.

È necessario, mi dico per la milionesima volta. Mi odierà, ma almeno sarà al sicuro dalle Ombre. L'importante è questo.

Tiffany, dal suo conto, ha ancora gli occhi sgranati e l'espressione confusa. «Perché vuoi lasciarla?»

Le spiego a grandi linee il ricatto di Mark, ciò che mi sta costringendo a fare e ciò che farà se disobbedisco nuovamente. Menziono anche il ruolo di Generale, la possibilità di realizzare il mio sogno, che si scontra con i sentimenti che nutro per Bridget.

«Cavolo, Mason, mi dispiace. Mark è uno stronzo» osserva, contrariata. «Ma perché non vai da Bridget e ti inventi qualcosa per lasciarla? Sarà meno doloroso, se lo farai a voce.»

«Come posso guardarla negli occhi e dirle che la odio, se fino a ieri le giuravo che sarei stato per sempre al suo fianco? Non ci riesco, e non ci crederebbe nessuno, né lei né Mark. Non posso mentire su ciò che provo.»

«Così preferisci fare il vigliacco e scappare? Preferisci che lei assista a un nostro bacio, per poi evitarla per il resto della tua vita?» sbotta, puntando le mani suoi fianchi, i lineamenti chiari che mi rimproverano. «Beh, mi dispiace, ma non sarò complice di un tradimento.»

«Preferisco rinunciare a lei che saperla in pericolo, tra le grinfie di Seth» sibilo seccamente.

Tiffany sospira, mettendo dietro l'orecchio una ciocca sfuggita dalla coda. Sta tentennando. Ha capito che non posso fare altro, che sono confinato sotto gli ordini di Mark.

«Non capisco se sia un gesto nobile o meschino» dice, alla fine.

«Per fare la cosa giusta servono i gesti meschini, a volte, no?»

«Parli proprio come Mark.» Scuote la testa, sconsolata.

«Ti prego, Tiff, devi aiutarmi» la imploro.

E, stavolta, la convinco. «Accetto, Mason, ma sappi che dopo odierà sia te che me» mi fa notare.

Mi abbandono ad un sorriso riconoscente, nonostante la disperazione che comincia ad annidarsi nella mia anima. «Grazie.»

Il Segreto della DinastiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora