26. Ogni Frammento al Proprio Posto

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Bridget

Traccio una linea leggera, con la punta fine della matita che segue il bordo perfettamente dritto della squadra; unisco i due punti che mi interessano, stando attenta a non interrompere il segmento o a forare la carta.

Ciocche ribelli sfuggono dalla crocchia disordinata in cui ho raccolto i capelli e finiscono davanti agli occhi, coprendomi parzialmente la visuale.

Non appena ho finito sposto gli utensili da disegno, osservando con aria critica il percorso tracciato. Sulla cartina, adesso, il Palazzo di Ghiaccio e la Grotta di Cristallo sono legati da una retta.

Abbozzo un'occhiata in direzione del libro aperto sul tavolo e rileggo gli ultimi versi per la decima volta. "A nord del Palazzo di Ghiaccio, a sud del Monte Himmelsk."

Sono riuscita a procurarmi una mappa ben dettagliata di Antylia, il continente dove sorgono i tre regni. Ho così tratteggiato la strada dal Palazzo di Ghiaccio di Arcandida - la residenza dei sovrani - alla Grotta.

Non mi sono svegliata con un'improvvisa voglia di trasformarmi in un architetto professionista, ma ho trovato le risposte che cercavo sul Sacro Sigillo. Ho ricavato informazioni utili dal volume che ho recuperato nei sotterranei.

Il Sigillo non è altro che una struttura in pietra che costituisce il fulcro della magia del regno. Seth gli ha lanciato contro un incantesimo che ha fatto in modo di sbarrare l'accesso ad Arcandida per sempre. A quanto scritto, può essere spezzato, così da liberare la città.

La leggenda narra che: "Nel momento in cui il Sacro Sigillo verrà spezzato, i legittimi eredi al trono di Arcandida avranno la possibilità di riaffermare il loro potere sul regno e liberarlo così dalle tenebre, ma esclusivamente se sarà la valida chiave a rompere l'emblema."

E, a quanto dice il libro, la famosa chiave è proprio la mia collana. Stento a crederci, eppure è la realtà dei fatti. Così, spinta da un istinto inspiegabile, ho preso una cartina e ho individuato il luogo dove è nascosto il Sacro Sigillo: la Grotta di Cristallo.

Seguendo la traiettoria che ho segnato, partendo dal Palazzo ci vogliono esattamente quarantotto ore, senza mezzi di trasporto, per arrivare a destinazione.

Lascio cadere la matita dalle mie dita stanche; essa tentenna un paio di volte prima di rotolare verso il bordo del tavolo e cadere sul pavimento, producendo un flebile tintinnio.

Chiudo il libro in uno scatto deciso, perché la sola vista di tutte quelle informazioni che mi legano ad Arcandida mi innervosisce. Mi abbandono contro lo schienale della poltrona, sospirando, esausta.

Osservo la luce giallognola della lampada che mi ha tenuto compagnia, scacciando una parte del buio presente in ogni angolo della biblioteca. Sono le tre di notte e, invece di dormire, come dovrei fare, mi sono rifugiata in biblioteca a studiare il libro sul Sigillo che ho ritrovato con Alexandra.

Ormai, mi tengo occupata in ogni modo possibile, pur di non dormire. Passo le nottate in palestra, in biblioteca, in giardino. Ovunque, tranne che nel mio letto. Il pensiero di chiudere gli occhi e sognare è terrificante.

Spengo la lampada da tavolo, in modo tale da permettere all'oscurità di piombare sul mio piccolo e improvvisato posto di lavoro.

Ci sono momenti in cui il nero tenebroso sembra una coperta pronta ad accogliermi e proteggermi, e altri in cui pare prendere vita in una mutazione distorta e cupa della mia fervida immaginazione.

Ora, cerco solo un po' di pace e tranquillità.

Tento di non pensare a quanto mi facciano male tutte queste notti insonni, ma una vocina nella mia testa insiste perché io comprenda quanto dolore mi sto infliggendo. Un brivido mi percorre la colonna vertebrale, ogni volta che mi guardo allo specchio e stento a riconoscermi.

Il Segreto della DinastiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora