Capitolo 2 _ Meditazione

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ppose fosse la sua camera. Una cosa che aveva notato, camminando per la struttura, era che era tutto in stile giapponese. Non lo credeva, anzi, aveva istintivamente pensato al monastero come ad una base segreta, nascosta nelle rovine di un monastero dal design tecnologico al suo interno... e invece era un vero monastero. Magari proprio perché un ambiente simile incrementava la concentrazione e il potenziale degli alunni, era stato lasciato invariato nel corso degli anni.

Fatto un passo verso la stanza, iniziò a curiosare per quell'arredamento atipico e quasi familiare, per lei che era abituata ancora allo stile occidentale. C'era un tavolino basso, con alcuni altri mobili, e delle librerie. In terra, invece, c'erano dei cuscini per sedersi, libri e tante, troppe pergamene.

Prima di entrare, vide Wu togliersi le sue ciabatte di legno e poggiare i piedi sulla moquette. Cercò di seguire il suo esempio, non volendo sporcare niente in quel posto idilliaco.

L'atmosfera era... stranamente rilassante, per lei. Era davvero particolare. C'erano dei profumi familiari, che le ricordavano una sala da tè che amava frequentare in America, e la presenza di così tanti libri e manoscritti da leggere attizzava la sua curiosità, rendendola vispa e attiva come non mai.

«Allora, come lo vuoi il tè? Ne ho di tanti tipi.» iniziò la conversazione frugando in un piccolo mobile con delle ante, da cui tirò fuori una piccola scatola, un bollitore e due tazze.

Zaffire prese un piccolo respiro emozionato e si sedette vicino al tavolo, compostamente posizionata sul cuscino. Addirittura, per non sfigurare, si mise con la schiena dritta. «Ce l'ha al lampone? Era da tanto che volevo provarlo, ma non ci sono riuscita ancora.»

Lo guardò attentamente mentre metteva a scaldare il bollitore su un fornellino che stava esattamente sopra il mobile da cui aveva preso l'occorrente.

«Sei fortunata, mia giovane allieva. Ne ho ordinato un po' giusto due giorni fa.»

Detto ciò, continuando ad armeggiare con la scatola, si sedette al lato del tavolo che stava più vicino a Zaffire.

Notò solo in quel momento che, esattamente al centro del tavolo, ci stava un piccolo vasetto con degli incensi ancora accesi.

Lanciò uno sguardo a Wu, che non faceva niente in particolare. «Alloooraa...» disse solo, a disagio, e spostando gli occhiali da sole sul capo a mo' di cerchietto. «Di che dobbiamo parlare?»

«Oh, niente.» e accarezzò la sua lunga barba bianca con movimenti fluidi che quasi incantavano. «In realtà pensavo volessi dirmi qualcosa tu.»

Zaffire scrollò le spalle, concentrandosi sul lieve fumo proveniente dagli incensi.

La situazione la metteva a disagio. Aveva paura di venir scavata dentro, fino ai meandri del suo cuore. Che Wu scoprisse cosa aveva fatto, che mostro fosse.

Per carità, era "in riabilitazione" da qualche mese. Cioè, da quando era tornata dall'America. Ma sentiva di avere ancora tanto per cui redimersi.

«Che cosa dovrò fare, per il periodo in cui rimarrò qui?» domandò solo, con in sottofondo il lieve fischio del bollitore del the.

«Be'...» Wu si alzò di nuovo, per controllare la bevanda. «Dipende dalle tue intenzioni. Qui puoi diventare una ninja. Ma poi la strada da prendere nel giusto momento la sceglierai tu. Potresti... unirti alla squadra, combattere fianco a fianco con dei compagni. Oppure... tornare ad essere un lupo solitario, cercare delle missioni per te e lavorare per tutte le terre di Ninjago.»

«Non credo di voler rimanere sola di nuovo.» ammise pensierosa. «Se saprò come rendermi utile, e se i ragazzi mi vorranno... effettivamente con loro, allora, magari...»

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