Capitolo 3 _ Guardo Al Futuro Non Molto Positiva

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Mi svegliai, con addosso la sensazione di star cadendo.

Sobbalzai di paura, spalancando gli occhi e lasciando uscire dalle mie labbra un verso strozzato. Ansimai, alla ricerca d'aria.

Tentai di alzarmi, gli occhi mi bruciavano, la testa girava leggermente.

Cercai di lanciarmi verso la finestra, per aprirla e respirare aria pulita e fresca.

Mi gettai sulla scrivania che stava lì vicino, riuscendo a non fare poi così tanto baccano, e mi ci sedetti sopra.

Aprii velocemente la finestra, lasciando filtrare la luce della luna pallida nella mia camera, e uno spiffero di aria fredda di inizio settembre colpì le mie braccia scoperte dalla canottiera che avevo indosso.

Rabbrividii, chiudendo gli occhi, e rilassandomi a quella sensazione.

Cercai di ricordarmi cosa mi aveva fatto svegliare.

Strinsi le palpebre.

Ricordavo solo una fascio argentato, un bagliore accecante, un forte dolore al busto, la sensazione di cadere.

In effetti, sentivo ancora molto male allo sterno.

Chissà cosa era.

*lo scopriremo presto, e qualcosa mi dice che sarà molto presto.*

Rabbrividii un'ultima volta, prima di chiudere la finestra e alzarmi.

Mi sentivo di nuovo stanchissima.

Guardai l'orologio.

Le due e mezza della notte. Davvero tardi.

Mi misi di nuovo sotto le coperte, cercando di addormentarmi.

Ma a ogni mio tentativo, mi ritrovavo con gli occhi aperti, a fissare il soffitto, pensando allo strano sogno e cercando di ricordarlo.

Sbuffai.

Presi il telefono, cercando su internet qualcosa che potesse aiutarmi a riprender sonno.

Mi imbattei in un video.

Il titolo recitava, esplicitamente, il fatto che servisse a rilassarsi per dormire più tranquillamente.

Misi le cuffiette, appoggiate strategicamente sul comodino, e feci partire il video.

Una voce maschile apparentemente fastidiosa e calma diceva a cosa servisse il suo video e cosa dovevo fare.

Seguii le sue istruzioni, coricandomi a pancia all'aria, in una posizione comoda in modo tale da non muovermi più e gli occhi chiusi.

Mi diceva di non pensare a niente, e di inspirare profondamente e con calma, sempre con la sua voce tranquilla e strascicata.

Quella voce sembrava un sonnifero per elefanti. Lo giuro.

Mi disse di cominciare a far rilassare la fronte, e gli occhi, e l'espressione sul mio viso, poi le braccia, e le mani, e le gambe, e tutto il resto.

Funzionava davvero, ero totalmente rilassata.

Mentre ancora mi diceva di respirare profondamente, cominciai a cadere vittima della mia stanchezza.

E mai ringraziai tanto quel video.

Ricominciai a sognare, mi ricordavo tutto.

Vedevo le mie mani.

Non abbassai il mio sguardo, perché combattevo contro un ombra, sentivo qualcosa di pesante addosso ma che non mi impediva di muovermi.

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