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RICHIE'S POV
E un altro giorno passò, lasciando che l'inizio della scuola si avvicinasse pericolosamente. Il vero problema era che non ero terrorizzato dai libri, dai professori o dallo studio, ma dal ritorno di Henry Bowers.
«Richie, ehi, ci sei? Non vai a tempo!» la voce di Lucas mi riportò alla realtà. Fermandomi, mi resi conto che non ero per niente in armonia con il resto del gruppo e che stavo facendo andare fuori ritmo gli altri ragazzi.
«Cristo! Scusatemi... Oggi non ci sono proprio con la testa!» confessai amareggiato, guardando le corde della mia chitarra. Ne pizzicai una, producendo un suono strano, come se non fossi nemmeno più capace di suonare una chitarra di merda.
«Ti va di fare una pausa?» mi domandò Dustin, appoggiando su un tavolo le sue bacchette della batteria.
Scossi la testa risoluto e mi sistemai lo strumento sulle gambe. «No, non voglio farvi fermare tutti per una stronzata del genere...»
«Coglione, per suonare di merda... È meglio non suonare!» sospirò Lucas, lasciandomi una bottiglietta d'acqua. La presi al volo e ne bevvi un sorso, rinfrescandomi.
Mi allontanai un attimo dal gruppo, andando a sedermi su un divanetto a parte, ma dopo pochi secondi sentii una presenza al mio fianco.
«Ehi, Richie, che succede?» Will mi stava guardando con gli occhioni castani spalancati, appoggiato al muro. «Di che stai parlando, Byers?» «Tu lo sai di cosa sto parlando...»
Mi voltai verso di lui, guardandolo terrorizzato. Avevo davvero paura che il ragazzo mi leggesse nella mente. Era strano, lo sapevo, ma sentivo che Will riusciva immediatamente a capirmi al volo, senza che io avessi bisogno di dargli ulteriori spiegazioni.
«È che, al momento, ho altro per la testa...» brontolai sulla difensiva, portandomi le braccia al petto. «Altro tipo... Sarah?»
Lo fulminai con uno sguardo. Non erano affari suoi. Nessuno doveva saperlo.
«Perché dovrebbe centrare lei?» «Beh... Ieri sono passato a casa sua e mi ha raccontato che avevate appena chiarito dopo una brutta litigata...»
Mi alzai di scatto, appoggiando lo strumento a terra con poca cura. «Che cazzo ci facevi ieri a casa sua, coglione?!» urlai infuocato, attirando l'attenzione degli altri membri della mia band.
