28. i don't fucking care

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LOSER OR LOVER ?
( RICHIE TOZIER )

CHAPTER TWENTY-EIGHT | i don't fucking care

CHAPTER TWENTY-EIGHT |  i don't fucking care

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RICHIE'S POV

Uscii di casa barcollando, senza nemmeno voltarmi per vedere se avessi chiuso la porta d'ingresso.
Si, ero ubriaco il lunedì mattina.

Non avevo dormito tutta la notte ed ero stato fuori casa di Sarah, ad aspettarla, ma lei non era mai tornata.
Così solo all'alba iniziai ad incamminarmi verso casa mia.

Quando entrai nella mia casa, realizzai di non aver fame, ma di essere solamente un po' stanco.
Non c'era niente di meglio di un po' di vodka per iniziare bene il lunedì, quindi mi precipitai dal mobiletto nel salotto e iniziai a berne un bicchierino, poi un altro, poi un altro ancora...

Sapevo che i miei genitori non sarebbero tornati per un paio di giorni e che non si sarebbero accorti che la loro amata vodka era scomparsa, quindi non mi preoccupai di nulla.

Adesso ero in piedi, fermo e immobile (con molta difficoltà) davanti all'entrata del liceo.
Stavo aspettando l'arrivo di Gretta, ma quest'ultima era ovviamente in ritardo.

Avrei dovuto immaginarlo, ma avevo bisogno di mandarla a fare in culo.
Odiavo tutto di lei e ringraziavo di non ricordarmi quanto potesse aver fatto schifo baciarla.

L'effetto dell'alcol si faceva sentire ed ero carico come una molla, pronto a fare cazzate.
Ormai non avevo più nulla da perdere, quindi perché no?

«Tozier, ci siamo divertiti sabato sera, eh?»
Mi voltai di scatto, vedendo tutto mosso, e mi trovai davanti la faccia sfocata di Gretta.

«Penso che soltanto tu ti sia divertita, io ero sul punto di sboccare l'anima cazzo» le dissi chiaramente, pensando che anche in quel momento avrei potuto vomitare.

La ragazza storse il naso ed entrò a scuola indispettita.
Senza aspettare un secondo, la seguii nei corridoi.
«Cristo, Gretta di merda, fermati un cazzo di secondo» imprecai cercando di raggiungerla, fino a che quella non si fermò.

«Che cosa vuoi Tozier? Eh? Colpevolizzarmi per una cosa che hai fatto anche tu?»
«Ero ubriaco, okay? Ero incazzato e ubriaco! Tu no! Sarah era tua amica e non l'hai mai meritata, è troppo per te!»
«La cosa vale anche per te, idiota! Sabato sera volevo semplicemente far vedere a Sarah che razza di persona di merda sei! Volevo dimostrarle che tu non la meritavi!»

La guardai inferocito e mi trattenni dall'urlarle contro.
«Cos'è, Tozier? Ti hanno staccato quella linguaccia che ora non parli? Vaffanculo!» Gretta se ne andò di fretta, lasciandomi con l'amaro in bocca.

Tirai un pugno contro un armadietto e attirai l'attenzione di parecchi studenti.
«Che cazzo avete da guardare, sfigati di merda...» mormorai a bassa voce, appoggiandomi contro la schiera di armadietti.

«Ehm, Richie... Ce l'hai con me che stai distruggendo il mio armadietto?»
Mi voltai lentamente, osservando il viso di Eddie davanti a me.

«No, cristo, non ce l'ho con... Oh, sai che c'è? Non me ne frega un cazzo!»
«Richie? Di che stai parlando?» Eddie mi guardava con un'espressione preoccupata e io non riuscivo a sopportarlo.

«Ma stai bene?» continuò a chiedermi il moro, mentre nel frattempo arrivavano anche Mike e Ben.
«Sto bene? Davvero mi chiedi se sto bene? Dio, svegliati cazzo!»

Mike lanciò una strana occhiata ad Eddie e poi il suo sguardo cadde su di me.
«Sei ubriaco Richie, si vede lontano un miglio, vai a casa e smaltisci la sbronza, okay?» mi disse con tono serio e diretto, ma io scossi la testa.

«Col cazzo che vado a casa» borbottai sghignazzando, senza capire nemmeno che cosa stessi facendo.

Mi diressi barcollante verso il bagno, per poi entrarci.
Non avevo idea del motivo per il quale mi fossi recato lì dentro, ma purtroppo non ero da solo.

«Ti stavo cercando!» la voce profonda di Bowers mi fece sobbalzare.
Lo guardai con gli occhi socchiusi e mi aggrappai al lavandino per non cadere.

«Che stai facendo? Ti senti bene?» mi chiese, improvvisamente preoccupato per me.
Gli mostrai il dito medio e andai barcollante verso le cabine.

«Oh cristo Tozier, sei ubriaco!»
Scossi la testa e, senza rispondergli, presi una sigaretta dalla mia tasca e l'accesi, dopo mille tentativi vani.

«Sei completamente fuori di testa Tozier? Che cazzo fai?» Bowers cercò di spegnermi la sigaretta ma con una forte spinta lo scansai.
«Faccio quel cazzo che mi pare, okay? E da quando ti importa di me, eh? Cristo...»

Henry si risistemò e aprì la finestra del bagno, cercando di togliere l'odore di sigaretta che si era creato.
«Non mi importa niente di te, ma a Sarah si, testa di minchia che non sei altro!»
Solo a sentire il suo nome e il fatto che le importasse a me, mi scesero delle lacrime.

In quel momento la porta del bagno si spalancò e un insegnante ci osservò da fuori.
«Che cosa sta succedendo qui dentro?»
Il professore vide la mi sigaretta ancora accesa e i miei occhi socchiusi.

«Tozier, in presidenza, ora! Bowers, anche lei, intanto ci è abituato!» urlò quel pezzo di merda.
Mi fece spegnere la sigaretta e buttarla nel primo water che trovai.

Mentre camminavo verso la presidenza, mi ritrovai a pensare a quello che aveva detto Bowers.
Sarah ci teneva a me.
Nonostante tutto.

No, magari Henry mi aveva mentito solo per non finire nei casini...
Eppure lui non si sarebbe mai preoccupato senza motivo per me, lo conoscevo fin troppo bene.

Sorrisi sollevato, ricevendo un'occhiataccia dal prof.
«Tozier, è contento di andare in presidenza? Le sembra una cosa divertente?»
«Sempre meglio che stare qui con lei e sentire la sua cazzo di puzza»
E fu così che mi sospesero da scuola.

* * *
oddio pensate che figata
arrivare ubriachi a scuola
oddio

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