27. can't stop

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LOSER OR LOVER ?
( RICHIE TOZIER )

CHAPTER TWENTY-SEVEN | can't stop

CHAPTER TWENTY-SEVEN | can't stop

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SARAH'S POV

Era domenica pomeriggio e stavo tornando a casa.
Avevo dormito da Will la notte precedente e mi sentivo ancora la testa pesante, come se un grosso macigno fosse stato posizionato sopra la mia nuca.

Speravo solamente di non incontrare nessuno per quelle vie che dovevo percorrere: ero in condizioni pietose.

I miei capelli erano tutti arruffati e annodati e li avevo legati in una coda storta; le occhiaie mi arrivavano fino sotto ai piedi e avevo tenuto il pigiama, dato che non avevo nemmeno le forze per rimettermi i vestiti che avevo alla festa.

La festa.
Quella cazzo di festa.
Avrei preferito non esserci mai andata e aver scoperto dalle voci a scuola quello che era successo, al posto che vederlo davanti ai miei occhi.

Non avrei mai voluto vedere Richie assieme ad un'altra ragazza che non fossi io.
Non riuscivo a togliermi quell'immagine dalla testa e l'unica cosa che desideravo in quel momento era smettere di pensarci.

Eppure, nonostante i miei innumerevoli sforzi, ogni scena mi ripassava davanti come se fossi stata al cinema, seduta nei posti migliori.

In quel momento, mi salii un irrefrenabile voglia di staccare la testa a quella stronza di Gretta.
Come cazzo si era permessa di limonarsi Richie di fronte a me, la sua ex?

Tozier almeno era ubriaco fradicio (anche se ciò non giustificava le sue azioni), ma lei era completamente sobria.
Tutto ciò non faceva altro che farmi incazzare ancora di più.

Mi sistemai una ciocca di capelli usciti dall'elastico dietro all'orecchio e abbassai lo sguardo.
Davanti a me, sul marciapiede, vidi un'ombra e sobbalzai.

«Ehi... Ciao...»
«Oh, ciao!» guardai Bowers e accennai un sorriso tirato, che lui immediatamente ricambiò.
«Come va?» mi chiese sereno, per poi rabbuiarsi subito dopo «Ho saputo di ieri sera...»

Scossi la testa e mi mordicchiai nervosamente il labbro.
«Quel pezzo di merda di Tozier la pagherà cara, puoi starne certa!» borbottò imbronciato, tentando inutilmente di rassicurarmi.

«No, per favore, non fategli niente okay? Non voglio che...»
«Sarah, ti rendi conto che ti ha letteralmente distrutta?»
Guardai in lontananza, sentendomi improvvisamente colpevole senza un preciso motivo.

«È che... Non lo so Henry, è tutto così strano e io...»
«Lo so Sarah, lo so...»
Era davvero strana quella conversazione con Bowers, sembravamo davvero legati e mi ritrovai a pensare che forse non sarebbe stato così male come fratello.

«Ah! Gretta è ufficialmente finita, io e gli altri della gang abbiamo detto a tutti che cosa ha fatto ieri sera, non credo che qualcuno avrà più voglia di essere sua 'amica'» Bowers pronunciò l'ultima parola facendo le virgolette con le mani.
Sorrisi involontariamente, sorprendendomi di esserne ancora capace.

«Grazie Henry, davvero, lo apprezzo tanto!»
«Non c'è di che... Tu stai... Stai bene? Intendo in generale, non solo riguardo a ieri sera...»
Apprezzai il fatto che me lo avesse chiesto con delicatezza, ma sapevo anche che si stava riferendo al mio peso.

Ero consapevole del mio aspetto e del mio peso: nell'ultimo mese ero dimagrita in modo esagerato, ma ormai non sapevo più controllarmi.
Tutto era iniziato per una stupidaggine e ora mi ritrovavo a subirne gli effetti, senza essere più in grado di cambiarli.

Esteticamente ero pelle e ossa, infatti già prima ero abbastanza magra, e ora spesso mi sentivo debole e sfinita, anche senza che facessi nulla di impegnativo.

«Io sto bene»
«Lo so che io e te non siamo ancora tanto legati... Però se c'è qualcosa che ti turba o che vuoi semplicemente dirmi puoi farlo...»
«Si ma non c'è niente di cui parlare!»

«Ah davvero?» il ragazzo mi guardò con aria di sfida e io mantenni lo sguardo.
«Dio Henry, che cazzo vuoi?»
«Voglio che tu ammetta che hai dei problemi! Ti sei vista allo specchio di recente?»
«Non voglio parlarne!»

Lo sorpassai indispettita e feci per andarmene ma sentii una strana sensazione nelle vene.
Improvvisamente iniziai a vedere sempre più appannato, sfocato, come se tutto stesse lentamente svanendo davanti ai miei occhi.
Le gambe mi cedettero e faticai a restare in piedi.

«Sarah!»
Bowers venne in mio soccorso, ma con un gesto lo scacciai.
«Ce la faccio, devo solo andare a casa»
Continuavo a vedere sfocato ma non volevo essere un ulteriore peso per il ragazzo.
Non ero l'unica che stava attraversando un brutto periodo.

«No Sarah, tu non stai bene!»
«Sto benissimo cazzo, basta dirmi il contrario!»
Con uno scatto ripresi a camminare e fu quel movimento che fece traboccare l'acqua dal vaso.
L'ultima cosa che vidi prima del bianco, fu il cielo azzurro di quella domenica a Derry.

* * *
credo (ne sono sicura lol) manchino meno di dieci capitoli alla fine yo

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