12. you deserve better than me

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LOSER OR LOVER ?
( RICHIE TOZIER )

CHAPTER TWELVE | you deserve better than me

CHAPTER TWELVE | you deserve better than me

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RICHIE'S POV

«Ma che cazzo le è preso?» domandai a Bowers ridendo, appoggiandomi alle sua schiena per rischiare di non cadere.
«Non lo so, è la tua ragazza, non la mia!» sghignazzò Henry, aspirando per l'ennesima volta dalla sua canna.
«E che ne so io, è tua sorella cazzo!»

Continuammo a scherzare fino a tarda sera, ovvero fino a quando non realizzammo che la luce solare era praticamente sparita del tutto.

«Senti... Henry... Sarà meglio che io vada...»
«Ah, va bene, comunque mi sono divertito con te, è assolutamente da rifare!»

Lo salutai con la mano, come un bambino felice, e presi la strada del ritorno.
Mentre camminavo per le varie stradine, mi sentivo davvero diverso e sapevo che il motivo era che l'effetto stava passando.

Era come se qualcuno mi avesse iniettato una carica di malinconia e di tristezza.
Sarah.

Non capivo nemmeno in che direzione stessi andando ma sapevo cosa volevo fare: volevo andare da lei.

Non mi era piaciuto come si era concluso il nostro discorso poco prima, così sarei entrato in casa sua dalla finestra e ne avremmo parlato.
Semplice, no?

Quando arrivai davanti al suo cortile, con un po' di difficoltà riuscii a distinguere la sua finestra e, per fortuna, nella stanza c'era ancora la luce accesa.

Mi arrampicai sull'albero, cadendo subito al primo tentativo.
«Cristo!» presi una botta al ginocchio che mi fece strillare come una femminuccia.

Questo, però, attirò l'attenzione della mia ragazza.
«Richie?» Sarah si affacciò alla finestra, guardandomi confusa e stanca.

«Wow, sembra quasi una scena di un cazzo di film... Ah no, erano Romeo e Giulietta quelli del balcone? Oddio, ti faccio una fottuta serenata adesso!»
«Rich, porca puttana, smettila di urlare!»

La ragazza sparì dalla mia vista e chiuse in fretta la finestra.
Bene, se n'era andata.
Eppure, proprio quando stavo per rialzarmi da per terra per andarmene, Sarah arrivò nel giardino.

«Facciamo un giro così almeno, se proprio vuoi urlare, mia madre non ti sente!»
«Posso fare una battuta riguardo all'urlare?»
«No, cazzo, stai zitto»
«Peccato... Era una bella battuta!» lei mi guardò seccata e iniziò ad incamminarsi.

Sarah non sembrava decisa ad aprir bocca e io ero ancora troppo scossi per poter dire qualcosa di sensato.
Ma ci provai.

«Ehm... Volevo scusarmi?» iniziai titubante, mentre lei non mi guardava nemmeno in faccia.
«Volevo scusarmi per... Per come ti ho trattata... Si, lo so, sono stato uno stronzo... Un grandissimo stronzo... Ma non ci stavo con la testa e...»

«Avevi solo da non farti con Bowers»
«Si ma...»
«'Si ma' un cazzo, Richie!»
Mi morsi la lingua per evitare di dire altre stronzate.
Porca troia, stavolta l'avevo combinata grossa.

«Io... Non lo so...Avevo voglia di provare qualcosa di nuovo e...»
«Dio, Richie, ti rendi conto che io non sono incazzata perché sei andato a farti con Bowers? Sono scelte tue, non posso vietarti di fare quel che ti pare... Ma sono incazzata nera per quello che mi ha detto! Ma sei ancora talmente fuso che non lo realizzi nemmeno!»

Nonostante non mi stesse guardando in faccia, notai che aveva le lacrime agli occhi.
E capii anche che non mi meritavo di stare con lei.
La stavo rovinando.

«Sarah io... Non so che sto facendo... Io...» e anche io scoppiai a piangere, sorprendendola.
«Tutto sta andando a puttane e io... Io non ho la più pallida idea di come sistemare tutta questa merda... Mi resti solo tu ma ho la costante paura di perdere anche te...»

Mentre parlavo, iniziai a singhiozzare in maniera imbarazzante.
«Quello che ho fatto oggi è imperdonabile... Ti meriti di meglio, non uno come me... Forse è giusto che sia andata in questo modo... Dio, non posso vederti così e sapere che è tutto ciò è colpa mia...»

Ero finalmente riuscito a dirle come mi sentivo e ciò che provavo da quando Henry aveva sganciato la sua bomba.
Mi sembrava di essermi liberato di un grosso peso, ma avrei anche voluto raccontarle come stavano davvero le cose.
Ma almeno, stavo riprendendo il controllo.
Stavo ritornando in me.

«Richie, puoi dire tutto quello che vuoi, ma devi capire che io voglio te e nessun altro» sussurrò Sarah, asciugandosi una lacrima dal viso.

«Sei il mio punto debole cazzo» continuò la ragazza, facendomi rendere conto che tutto ciò che volevo veramente era che lei fosse felice.
E, se questo implicava mentire per proteggerla, l'avrei fatto.
Avrei fatto di tutto per lei.

«Sarah, lo so che non mi merito assolutamente di essere perdonato, ma sappi che non farò mai più una cosa del genere. Ti amo troppo e non voglio che tu ti senta così un'altra volta per colpa mia...»

La vidi sorridere timidamente.
Cazzo, era così fottutamente bella.

Si voltò inaspettatamente verso di me, rivelando due occhioni gonfi dal pianto.
«Non farlo mai più...»
«Mai»
«Non potrei sopportarlo, Rich...»
«Lo so, e non dovrai preoccuparti perché non accadrà mai più»

Con mia grande sorpresa, si avvicinò al mio viso e, dopo averlo accarezzato, mi baciò.
La sua lingua si insinuò nella mia bocca e capii che fosse lei la vera droga.
Non ne avrei mai avuto abbastanza.

La attirai il più possibile vicino a me e la strinsi, facendo aderire i nostri corpi.
Sentivo il suo cuore battere forte e la cosa mi fece sorridere come uno stupido.

Non sapevo se stessi facendo la cosa giusta.
Sapevo di amarla.
E forse quello, almeno per ora, poteva bastare.

***
non chiedetemi cosa sia questo capitolo perché non lo so

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