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RICHIE'S POV
«Non eravamo venuti qui per distrarci? Beh cazzo, mi sto quasi pentendo di essere uscito da scuola...» borbottai sottovoce, sperando che Sarah non mi sentisse. Eppure la ragazza mi sentì eccome.
«Sai che c'è? Vaffanculo Richie, dimmi quando ti passa il ciclo cazzo!» urlò arrabbiata, voltandomi le spalle e percorrendo in fretta la strada da cui eravamo arrivati.
Rimasi da solo e impalato, fermo davanti al ruscello che scorreva imperturbabile. Arrabbiato con me stesso e con Sarah, tirai un calcio ad un ramo spezzato, facendolo finire dentro l'acqua.
«Ma vaffanculo a te Jones, io non ho il ciclo...» brontolai, parlando ad alta voce a me stesso.
Eppure questa situazione di merda mi stava facendo diventare matto. Il prima possibile le avrei detto il segreto di Bowers che avevo scoperto per caso. Lei meritava di sapere tutta la verità... Chi ero io per tenergliela nascosta?
«Siamo sicuri che ci sia un pisello lì sotto? Magari hai il ciclo davvero, testa di minchia!» la sua voce tuonò alle mie spalle, facendomi tremare dalla testa ai piedi.
Mi voltai lentamente, sperando che dietro di me non ci fosse lui. Ma, ovviamente, quel giorno la fortuna non era dalla mia parte. Ed eccolo lì, a pochi passi da me, con i piedi insabbiati e lo sguardo rabbioso.
«Come cazzo mi hai trovato? Non dovresti essere a scuola?» sputai acidamente, guardandolo con disprezzo.
Cercavo di sembrare a mio agio o, perlomeno, non spaventato, ma in realtà era come se nel mio sangue, al posto dell ossigeno, scorresse la paura.
E, come se non bastasse, il mio battito cardiaco era aumentato il doppio del normale, facendomi sentire completamente fuori luogo.
«Anche tu dovresti essere a scuola, se non l'avessi notato...» il biondo prese un lungo respiro, mentre con la mano sinistra tirava fuori dalla tasca del pantalone un pacchetto di sigarette sgualcito.
«Ne vuoi una?» mi domandò con occhi socchiusi, mettendosene una tra la fessura delle labbra. Scossi più volte la testa anche se, in un momento come quello, una sigaretta mi avrebbe rilassato.
Bowers sbuffò sonoramente, prendendo anche un'accendino dalla stessa tasca. Accese la sigaretta e sputò fuori il fumo con fare eclatante.
«Dov'è Sarah? Non dovresti essere con lei?» mi chiese poco dopo, sedendosi su una delle rocce lì intorno. «Come... Come cazzo lo sai?» «Secondo te, come ti avrei trovato se non seguendoti? Ah, pensavo che mia sorella avesse più buongusto nei ragazzi...»
«Non chiamarla 'sorella'!» replicai acidamente, mettendo da parte la paura che avevo in quel momento. «Come scusa? Non posso?» «Già, non ne hai il diritto cazzo!» «Beh, i documenti parlano chiaro... È una cosa oggettiva, mio caro fottutissimo Richie!»
Senza aspettare un secondo in più, recuperai il mio zaino da per terra e feci per andarmene, ma una mano con una stretta forte mi bloccò. «Aspetta, sfigato!»
«Che vuoi ancora adesso?» «Tu non glielo dirai, intesi?» «M-Ma...» «Niente ma, perdente! Se saprò che avrai spifferato questo segreto a qualcuno, sarai un uomo morto... Hai capito?»
Annuii con il capo, tenendo gli occhi bassi. Questo patto avrebbe mandato in frantumi la mia relazione con Sarah e io non sapevo come impedirlo. «Dillo. Devi dire che hai capito!» «Ho... Ho capito... Non... Non glielo dirò...» sussurrai sottovoce, sentendo dei brividi lungo la schiena.
«Ho bisogno di una sigaretta, cazzo!» esclamai subito dopo, provocando un ghigno sul viso di Henry. Me ne porse una e la accesi immediatamente, aspirando con avidità.
«Ma guardaci, ci stiamo addirittura fumando una sigaretta assieme! Che coppia!» disse sghignazzando Bowers, scuotendo la testa. «Sta' zitto, cazzo, mi rovinerai la vita! E lo sai anche tu!» gli risposi a tono, guardando distrattamente l'orologio al polso.
Era già la mezza, l'ora di pranzo, e solo per il primo giorno la scuola finiva proprio a quell'ora. «Devo... Devo andare a casa...» «Vattene allora!»
Stavo per incamminarmi verso casa quando mi venne in mente una cosa da chiedere a Henry. «Aspetta, Bowers!» «Che cazzo vuoi ora, sfigato?»
«Tu... Tu glielo dirai mai?» «Eh? Spiegati meglio, cristo!» «Dirai mai a... A Sarah che... Sei suo fratello?»
Henry si fermò e non mosse più un muscolo. Quando si voltò verso di me, sembrò che stesse pensando per la prima volta nella sua vita, cosa che mi fece realizzare che gli avevo fatto una domanda che non si era mai posto o alla quale non aveva ancora trovato una soluzione.
«Io... Io non lo so...» borbottò lui, passandosi una mano tra i capelli corti. E successe tutto all'improvviso: nel giro di pochissimi secondi, Henry Bowers mi sembrò la persona più fragile del mondo.
«Come cazzo fai a non saperlo?» «Non lo so, okay? Io vorrei dirglielo, ma ho paura che lei non mi voglia come fratello... Anzi, sono sicuro che non mi vorrebbe! E ora vattene cazzo, levati!» urlò infine, tutto rosso in viso.
Mentre percorrevo a testa bassa la strada verso casa mia, incontrai Will nei paraggi della cava. In realtà non lo incontrai, mi voltai per caso e lo trovai dietro di me, a pochi passi.
«Mi stavi seguendo, Byers?» «Ehm... Avevo visto il tuo zaino appoggiato su una roccia laggiù e stavo per venire a salutarti... Ma eri con Bowers e ho lasciato perdere...» sussurrò lui, parecchio in imbarazzo.
La sua risposta mi fece preoccupare. Ultimamente lui e Sarah erano molto intimi, come amici ovviamente, e avrebbe potuto dirle ciò che aveva appena visto.
«Ah, non era niente di importante... Gli ho chiesto solo una sigaretta... Sai com'è...» «Veramente no, non so com'è... E non dovresti saperlo nemmeno tu... Sai come la penso riguardo al fumo...» «E io ti ho già detto mille volte che non sei ne mia madre ne mio padre, quindi lasciami stare!»
Wiki alzò in aria le mani, in simbolo di resa, e se ne andò senza dire un'altra parola.
Mentre guardavo la sua figura magra allontanarsi e districarsi tra gli alberi, mi domandai da quando ero diventato così bravo a mentire alle persone a cui volevo bene.
*** raga ho troppe idee per altre storie, ma ne ho già troppe in corso e fatico ad aggiornarle hElP mE
