30. i can't believe you're here

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LOSER OR LOVER ?
( RICHIE TOZIER )

CHAPTER THIRTY | i can't believe you're here

CHAPTER THIRTY | i can't believe you're here

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RICHIE'S POV

«Ma non ci penso nemmeno cazzo!»
«Oh pensaci eccome Richard, questa volta l'hai combinata grossa e ne subirai sicuramente le conseguenze!» sbraitò mia madre dall'altra stanza, mentre si preparava per andare a lavorare.

«Ma perché? Non ha senso mamma!»
«E invece sì! Almeno non starai a casa da solo ad ubriacarti! Dio mio, ma come ti è venuto in mente di andare a scuola ubriaco, eh?»

Alzai gli occhi al cielo e mi infilai le scarpe.
Quella mattina non sarei dovuto andare a scuola dato che ero stato sospeso, così mia madre aveva deciso che non mi sarei staccato da lei per un solo istante.

Mi aveva obbligato ad andare con lei alla clinica dove lavorava e io avrei preferito crepare piuttosto che ritornarci.
Avevo brutti ricordi dall'ultima volta che ci ero andato e non ne volevo sicuramente di nuovi.

Eppure, quel mattino, non avevo scelta: avevo fatto una cazzata e i miei genitori (per la prima volta in tutta la loro inutile vita) avevano deciso che ci sarebbero stati dei riscontri negativi.

«Andiamo, siamo già in ritardo!» esclamò lei agitata, mentre in realtà era fin troppo presto per andare già alla clinica.
Sospirai rumorosamente, facendole capire che ero davvero infastidito di andare con lei in quel posto di merda.

Quando arrivammo alla clinica, la seguii attraverso dei corridoi poco invitanti e dalle pareti biancastre.
Mi sembrava di andare incontro alla mia morte ogni volta che svoltavo un angolo e di ritrovarmi davanti qualche matto, pronto ad uccidermi.

Scossi la testa, scacciando dalla mia mente quei pensieri inquietanti.
Ad un certo punto, mia madre si fermò di fronte ad una porta.

«Vado a cambiarmi e a mettermi il camice, tu aspettami nella sala qua a fianco, okay? E vedi di non combinare il casino dell'ultima volta, intesi?» feci un sorriso tirato e mi diressi verso la stanza che mi aveva detto.

Man mano che procedevo nel corridoio, passai di fianco a parecchie stanze dove venivano tenuti i pazienti.
Al centro di ciascuna porta c'era una lavagna tra, sulla quale erano scritti i nominativi, le età e tutte le informazioni delle varie persone rinchiuse in quella camera.

Mi ritrovai a provar pena per ciascuna di quelle povere anime bloccate nella clinica.
Mi avvicinai ad una porta e lessi il nome di un ragazzo di sedici anni; proseguii e trovai un altro ragazzo di diciassette.

✓ | LOSER OR LOVER? ( richie tozier )Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora