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RICHIE'S POV
«Vic, dai, fai veloce... Devo tornare dentro in mensa da Sarah!» borbottai spazientito, osservando il ragazzo biondo platino davanti a me.
«Quanto minchia ti ci vuole per girare delle fottute canne, eh? Porco cazzo Vic, la prossima volta porto le pasticche!» si lamentò Bowers, alzando gli occhi al cielo.
«Cristo, datevi una cazzo di calmata!» ci rispose di rimando l'altro, iniziando a passarci le canne con disinteresse. Sghignazzai e presi l'accendino dallo zaino. L'accesi, feci una lunga boccata e sentii il fumo uscirmi dal naso.
«Ragazzi, sento dei passi nel corridoio, forse è meglio che spegniate quel che state fumando!» la voce preoccupata di Patrick interruppe il silenzio che si era creato fino a quel momento.
«Che cazzo, stai calmo, sarà soltanto un altro studente come noi che vuole farsi in santa pace!» gli rispose Henry a tono, zittendo l'altro in pochi istanti.
Chiusi gli occhi e tirai la testa all'indietro, sentendomela improvvisamente molle e leggera. Questa merda mi serviva. Questa 'pausa' dove mi imbottivo di schifezze mi serviva, mi serviva per tenere la boccaccia chiusa e provare meno sentimenti.
«Tozier, allora, che ci racconti?» mi chiese Vic, guardandomi con un sopracciglio alzato. «Non ho un cazzo da dire» sospirai rumorosamente, sperando che mi lasciassero finire la canna in pace.
«Perché sei qui con noi, Tozier? Non hai i tuoi amici del cazzo con cui stare?» mi domandò Belch, con tono incuriosito. «Cazzi miei!»
«Ragazzi, cristo, lasciatelo vivere, smettetela di stressarlo!» intervenne Bowers in mia difesa, facendomi un cenno d'intesa.
«D'altronde, è il fidanzato della mia sorellina, quindi non provate nemmeno a infastidirlo o vi spacco quelle brutte facce di merda che vi ritrovate!» Henry alzò il tono di voce e, a causa dell'acustica dell'aula, il suono rimbombò più forte, rendendo la sua frase ancora più minacciosa.
Nessuno osò più dire nulla e nella stanza cadde un fottuto silenzio di tomba. Forse era meglio così. Forse era meglio che tutti chiudessero quelle cazzo di bocche e le aprissero soltanto per fumare.
Quando terminai la mia canna, mi alzai e, dopo aver fatto un cenno con la testa ai ragazzi, uscii dall'aula e mi ritrovai in un corridoio buio e puzzolente. Quell'ala del liceo era praticamente inutilizzata, anche se ogni tanto si vedeva gironzolare qualche fattone o qualche coppia che voleva trasgredire.
Eppure quel giorno, era come se ci fosse una presenza oltre alla mia. Mi sentivo osservato da qualcuno, ma più mi guardavo intorno e vedevo solamente polvere, mi convincevo che fosse tutto nella mia mente. Probabilmente era solo colpa della canna.
Quando tornai nella mensa, la maggior parte degli studenti era già tornata nelle proprie classi. Mancavano solo più una decina di minuti all'inizio delle lezioni pomeridiane e gli alunni più diligenti se ne erano già andati via.
Mi guardai attorno e trovai i ragazzi della mia band seduti ad un tavolo in un angolo. Mi diressi verso di loro, aggiustandomi gli occhiali per vedere se con loro ci fosse anche Sarah. Ma quando arrivai li, della mia ragazza non c'era nemmeno l'ombra.
«Tozier! Ma dove ti eri cacciato?» mi salutò Dustin, alzando lo sguardo verso di me. Mi sedetti a fianco di Will e mi diedi una sistemata ai capelli.
Cercai di comportarmi in maniera naturale e rilassata, ma la cosa stava risultando più difficile del previsto. Ero troppo su di giri.
Iniziai a sghignazzare senza un apparente motivo. Will si voltò verso di me e mi guardò dritto negli occhi. Cazzo.
«Richie... Ma sei fatto?» mi domandò poco dopo, sottovoce, cercando di non farsi sentire da nessun altro. Eppure gli altri due lo sentirono eccome e iniziarono a fissarmi intensamente.
Io rimasi paralizzato ma, quando non riuscii più a trattenermi, scoppiai a ridere come un coglione. «Cristo...» sentii borbottare Lucas, mentre Will scuoteva la testa.
«Non può andare a lezione così!» «Grazie al cazzo! Lo so! Ma cosa possiamo fare?» «Cerchiamo Sarah e chiediamole che cosa minchia...»
«No! No! No cazzo!» sbraitai preoccupato, spaventando i miei amici. «Che stai dicendo, Richie?» «Non cercate Sarah cazzo, non ci provate perché lei non lo deve sapere, cristo!»
Fu in quel momento che Will si alzò dal tavolo, guardandomi sconcertato. «Richard, Sarah non si merita tutto questo, la stai rovinando e non te ne frega un cazzo! Vedi di rimetterti a posto...» detto questo se ne andò, facendomi sentire una nullità e un fallito. Cose che forse ero veramente.
Lucas e Dustin rimasero straniti dal comportamento di Will, ma loro non sapevano nulla di tutto quello che era successo tra me e Sarah. Distolsi imbarazzato lo sguardo e mi alzai anche io, rischiando quasi di cadere.
«Forse è meglio che... Boh, che cazzo ne so... Credo che me ne andrò a casa, dato che non capisco una sega di niente in questo momento... Ci si vede coglioni!» salutai i due ragazzi e mi diressi fuori dalla mensa.
Arrivai alla porta sul retro, pronto ad andarmene via da quella fottuta scuola, quando incontrai Eddie e Stan. Quest'ultimo mi guardò con un misto di terrore e odio, cosa che mi confuse parecchio.
«Ehi Richie, dove stai andando?» mi chiese Eddie con gentilezza, mettendosi le mani nelle tasche dei pantaloni, mentre Stan abbassò lo sguardo. «A casa!» «E perché? Stai male? Se vuoi ho dietro qualcosa che potrebbe...» «No Kaspbrack, non sto male. Vado a casa perché sono strafatto e non riuscirei a seguire una sola parola di quello che spiegherebbe la professoressa di fisica!»
Eddie spalancò la bocca sorpreso, mentre Stan rimase impassibile. «Sei... Sei fatto? Ora? A scuola?» «Che cazzo Eddie, non sei mi madre, lasciami vivere!» senza aggiungere altro me ne andai, lasciandomi la scuola alle mie spalle.
Non appena trovai una panchina libera mi ci sedetti. Che cosa cazzo stavo facendo della mia vita? Will aveva ragione. Ero un veleno per Sarah. Non le facevo assolutamente bene.
* * * il titolo del capitolo l'ho trovato ascoltando una canzone yo
non so cosa sto facendo con questo sequel, spero solo di non fare cagate o schifezze
