~Capitolo 42~

86 6 0
                                    

La mattina seguente i due si svegliarono nella stessa posizione della sera precedente.Nessuno aveva osato spostarsi nemmeno nel sonno.Allison si sveglia per prima,era ancora scossa da quello che era accaduto e faticava a crederci...
Dylan dormiva ancora beato con un pizzico di preoccupazione nella sua espressione incosciente.Aveva visto qualcosa che non si era mai aspettato in vita sua per giunta dalla persona che lui tanto affermava di conoscere come le proprie tasche.Era cambiata,questo era evidente.Sperava solo che il suo amore per lui non fosse mutato.
Allison si alza e con fare delicato cerca di non destare Dylan dal suo sonno che,altrettanto leggero come la brezza mattutina che attraversava quella stanza d'albergo,la percepisce e si sveglia leggermente scombussolato.
Si guardano negli occhi ma continuano a mantenere quello stato di silenzio totale.

"Prima o poi dovremmo pur parlare?Non solo di quello che è successo ma anche solo parlare in generale..."
Lei lo guarda come se infastidita,si alza e cambiando totalmente discorso dice:
"Fa freddo,vado a chiudere la finestra"

Si alza e fa come aveva detto.

"Sta mattina presto qualcuno,penso il custode,ha chiamato la polizia.Penso che hanno trovato Shawn..."

Dylan nota la sua espressione preoccupata,voleva solo abbracciarla ma lei si scosta prima che le sue mani desiderose potessero toccarla.

"E se danno la colpa a me?Finirò in prigione?!"
"No,pensano sia stato un suicidio anche perchè quella sera le telecamere sul tetto non erano funzionanti,corto circuito o qualcosa del genere.Non c'è nessun altro testimone tranne me e te,quindi...puoi stare tranquilla che anche se fosse,nel tuo caso è stato autodifesa"

Ora si che lei era più tranquilla.Ancora adesso,mentre parlava con lui,non poteva crederci di aver fatto quella cosa...stentava ad ammetterlo.Dopo essersi lavata,cambiata e sistemata aspetta il ritorno di Dylan dalla sua camera,anche lui si era cambiato con qualcosa di pulito e più comodo.Escono entrambi dalla camera e si fermano un attimo per guardarsi.Da quando si erano ritrovati ogni loro sguardo era come nuovo.

"Dove vuoi andare?È meglio che ci comportiamo come sempre anche perché,noi,non abbiamo fatto nulla.Potremmo scendere giù o farci un giro per la spiaggia.."
"Facciamo colazione prima?È da settimane che non faccio una bella colazione in compagnia di qualcuno che non mi irrita"
"Ah quindi NON ti irrito?"gli si sparge un ghigno sulla faccia.
"No,non mi irriti ma potrei cambiare anche idea eh!"incrocia le braccia.
"Quanto mi sei mancata scema"
"Anche tu.."ammette lei farfugliando a labbra strette.

Scesero giù alla reception e trovarono una pattuglia di poliziotti che fermava qui e lì alcuni passanti,persone che alloggiavano nel resort.Fermarono anche loro due e con fare costantemente sospettoso gli interrogò,facendo domande che andavano dal generale fino ad arrivare al più particolare.

"Le ripeto,ehm-legge il suo nome sulla sua targhetta posta sul suo petto in bella esposizione-agente Lucas,noi non abbiamo visto nulla.Lei stava dormendo e io sono sobbalzato leggermente nel sonnodal rumore dello sparo,tutto qui.Quel ragazzo aveva già parecchi problemi personali,oserei dire anche molto pesanti".
"Allora lo conoscevate?"
"Si signore"dice lei annuendo con la testa.
"Eravate in buoni rapporti?"
"Si,non ci sentivamo da tempo ma sapevo da sempre dei suoi problemi,uso di droghe,abuso di alcol e anche qualche violenza"ovviamente aveva dovuto mentire alla sua domanda specifica.
"Ah dice?-si gratta la nuca esausto-sapete com'è...sono in giro da ore e non dormo da altrettanto tanto.Va bene ragazzi potete andare,credo proprio che sia stato un caso di puro suicidio,come mi avete affermato voi poc'anzi,per molti fattori problematici a livello psicologico"scrive la sua dichiarazione sul foglio che aveva in mano.
"Ci dispiace tantissimo agente.."afferma Dylan.
"Se ne vedo tanti di questi casi,vorrei che smettessero...Dio solo sa com'è vivere sapendo che non hai potuto salvare qualcuno.Infondo non è colpa di nessuno in particolare.Ora potere andare e scusate di nuovo per il disturbo ma sapete com'è...procedure legali"
"La ringraziamo agente,sono d'accordo con lei"dice Allison.

I due si allontanano e,una volta varcata ma porta trasparente di vetro che lo separava dall'esterno,prendono fiato con un respiro profondo.Si dirigono verso il più vicino posto per fare colazione,ovviamente suggerito da Allison dato che nella sua permanenza aveva scoperto e memorizzato i migliori posti per fare colazione(il suo pasto del giorno preferito).
Entrano in questa caffetteria molto raffinata e dolcemente decorata all'interno con i toni color pastello.Si siedono e la cameriera si avvicina per prendere le loro ordinazioni e,dopo averci pensato su un po',ordinano due piatti di pancake con sciroppo d'acero e frutti di bosco.La ragazza si allontana e lascia i due soli,prima o poi dovranno pur parlare della loro relazione e decidere in che punto stesse andando ma...essendo entrambi testardi evitavano velatamente il soggetto.
Proprio in quel momento dall'entrata appare Daniel,bello come sempre e in perfetta forma con un bouquet di rose rosse di modeste dimensioni.

"Ah ti stavo cercan...do-nota il ragazzo seduta davanti a lei-ho disturbato qualcosa?"
"Nono-ride nervosamente-lui è Dylan"al che lui si alzò per stringerli la mano,Daniel ricambiò.
"Comunque questi sono per te"le posa in braccio il suo piccolo ma sincero regalo.

A Dylan questo non tanto piaceva.

"Aspetta...tu sei quel Dylan?"
"Si"
"Ah.."secco.

Silenzio imbarazzante..

"Beh vorresti aggiungerti a noi per la colazione?Offro io."
"Nono,non vorrei disturbarvi.In fondo avere tanto da recuperare"saluta entrambi e poi fa la sua uscita da quella scena imbarazzante.

Dovete sapere che Daniel in realtà voleva chiedere a lei di uscire per un appuntamento romantico quella sera.Ebbene sì,lui si era infatuato di lei ma sapeva che intromettersi in qualcosa che era più grande di lui non sarebbe stata una buona cosa.

Quella mattinata passa molto velocemente e tra risate e ricordi rispolverati si fa l'ora di pranzo dove decidono di tornare in hotel e mangiare al ristorante presente al piano d'ingresso che,a dire il vero,non era malaccio.
Pranzano e dopo ritornano nelle proprie camere per potersi sistemare.Lui non sapendo più aspettare,e dopo essersi promesso di non lasciarla mai sola(dato quello che era successo)ritorna da lei bussano alla sua porta.Avrebbe voluto saltarle addosso per il desiderio ma sapeva che il suo gesto sarebbe stato interpretato in modo sbagliato ora come ora.Lei apre e lo fa accomodare.Passano il pomeriggio assieme a parlare del più e del meno fin quando lei non si addormenta sul suo letto,morbido come una nuvola.Dylan non se ne va,rimane lì e la sorveglia come un angelo custode accarezzandole di tanto in tanto la testa e dandogli teneri baci sulla fronte come faceva di solito nel bel mezzo della notte nella "loro" casa a Manhattan.

Un sogno che diventa realtà//Dylan O'brien Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora