14. Corea del Sud - Germania (Parte 1)

1.7K 77 61
                                    

Luce

mercoledì, ore 14:28

«Allora oggi esci prima?» Mi chiede Giada, mentre rimetto la mia divisa nel nostro ripostiglio-spogliatoio. E' strano che questo pomeriggio non abbia avuto un tour pomeridiano, forse in questo periodo vengono pochi visitatori.

«Sì, oggi mi sono presa mezza giornata di ferie; se ti dico per cosa non ci crederai mai!»

«Non dirmi che è quello che penso io...»

«Giada, non so a che cosa tu stia pensando, ma Sebastian mi ha invitata a vedere la partita Corea del Sud-Germania con lui, a casa di Mattia Binotto.»

Lei sorride, perfettamente cosciente del fatto che aveva avuto ragione fin dall'inizio, ma io non lo volevo ancora ammettere.

«Ma scusa, perché proprio a casa di Binotto?» Mi domanda lei un po' confusa «Vuol dire che non sarete soli?»

«A dire il vero non lo so, ma mi fa piacere che ci siano anche delle altre persone. Sarebbe troppo imbarazzante stare da sola con Seb!»

«Dai Luce, non è niente che tu non abbia già fatto. E guarda, sei rossa come un peperone! Sapevo che Sebastian ti piaceva, ti piace vero?»

«Beh, mi stai facendo ritardare, devo proprio andare.» Le dico io, prendendo le chiavi della macchina. «Devo chiedere a Sebastian di mandarmi la posizione, tu sai dove abita Mattia?»

«Guarda come cambi discorso in fretta, tu non mi freghi più! E no, non sono una VIP come te, non sono mai stata a casa sua.»

«Va bene allora in un qualche modo lo scoprirò, buon pomeriggio Giada!» Le dico, anche se in verità mi dispiace lasciarla da sola; vorrei che venisse con me, a farmi un po' di supporto morale.

«Divertiti Luce, poi mi racconti questa sera.» Mi dice lei, come se si trattasse di una questione di vita o di morte.

«Certo, ti dirò tutto. Ciao!»

Mentre guido per tornare a casa, mi viene in mente che devo ancora chiedere l'indirizzo a Sebastian, ma in questo preciso momento non riesco a scrivere. So che non dovrei usare il telefono, ma non ho un minuto da perdere; non posso arrivare in ritardo. Così decido di mandargli una nota vocale: «Ciao Seb, scusa se ti disturbo, mi manderesti l'indirizzo della casa di Mattia Binotto?»

E' breve, ma contiene tutto quello che serve. Ora non mi resta altro che arrivare a casa, cambiarmi e ripartire. Spero solo che Mattia non abiti troppo lontano, altrimenti non arriverei in tempo, per vedere la partita dall'inizio.

Arrivo a casa e vedo subito il messaggio di Sebastian, anzi dovrei dire la nota vocale: «Ciao Luce! Sarò lì tra cinque minuti, così potrò mandarti la posizione. L'indirizzo preciso non lo so, ma se ti condivido la posizione in teoria non dovresti avere problemi.» C'è un attimo di pausa in cui si sente il rumore del motore della sua Ferrari, poi ritorna a parlare «Scusa, ho dovuto sterzare molto a causa di una curva stretta e mi è caduto il telefono. Comunque la casa è sulle colline di Maranello, cioè non che Maranello sia in collina, ma quelle che stanno sopra al paese, insomma, hai capito... Ah dimenticavo, porta il costume da bagno, c'è la piscina.»

Sorrido alle sue parole, non dev'essere facile guidare in collina e mandare note vocali allo stesso tempo, inoltre, da quello che ho potuto sentire, Sebastian non stava andando esattamente piano.

Metto il telefono in carica perché sta per morire; anche se per poco tempo sarà sempre meglio di niente. Poi corro in camera da letto a prendere un costume da bagno, mi cambio e, quando ritorno in salotto, sblocco il telefono. Sebastian mi ha mandato la posizione! Metto dentro uno zainetto un asciugamano, le ciabatte e un cambio, poi chiudo la casa e parto.

Luce || Sebastian VettelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora