63. Cioccolata calda

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Sebastian

Dopo mangiato, dico a Luce di andarsi a riposare. Io rimango in cucina e inizio a sparecchiare la tavola. Metto i piatti sporchi nella lavastoviglie e, dopo averla fatta partire, spengo la luce della stanza e mi avvio verso il salotto. Noto che la temperatura in casa è già più alta rispetto a poche ore fa; il riscaldamento è partito.

Entro in sala e trovo Luce sul divano. E' coperta con un panno di lana e indossa il pigiama.

«Seb, mi sta scoppiando la testa a forza di guardare queste trasmissioni in tedesco! Ma non c'è nient'altro, in televisione?» Chiede lei, spingendo il tasto rosso del telecomando. Io mi avvicino a lei e mi siedo nello spazio libero alla sua destra.

«Wir können ins Bett gehen, wenn du willst, Liebe!» Le dò un bacio sulle labbra, in attesa di una sua risposta, che non tarda ad arrivare «Scusa Seb, capiscimi. Se parlassi tedesco adesso, chissà che cosa direi!» La vedo sorridere, così le infilo dolcemente un braccio dietro alla schiena e la sollevo, tenendole le gambe con l'altro braccio.

«Andiamo a letto, Luce.» Ripeto io.

«Guarda che l'avevo capito.» Sussurra lei, con la testa contro il mio petto.

In camera, appoggio Luce al letto e mi sistemo di fianco a lei. È una di quelle sere in cui si sta bene solo sotto il piumone. Ma quello tanto non manca mai; è sempre presente, a casa mia. Aspetto che Luce si sistemi e spengo la luce. Siamo stanchi entrambi, tra poco saremo già addormentati, peggio di una coppia di vecchietti ultra settantenni.

«Buonanotte Seb.» Mi dice lei, tirandosi il piumone fin sotto il mento. Io mi avvicino, sentendo già il calore emanato dai nostri corpi. Siamo così vivi, quando siamo insieme.


La mattina seguente, mi sveglio presto. È più forte di me, difficilmente riesco a dormire fino a tardi. Tra l'altro ieri sera siamo andati a letto che non erano neanche le undici, perciò diciamo che le mie ore di sonno le ho superate abbondantemente.

Ho appena pensato a un'altra poesia per Luce, ma per non fare errori, controllo i versi su Internet. Certo, sarebbe bello scriverla da zero, ma non sono molto bravo con le parole, verrebbe fuori una schifezza. Senza fare rumore, mi allontano dalla camera da letto, prendendo giusto il cellulare e un paio di pantaloncini da bagno. In sala, prendo un pezzo di carta e inizio a scrivere.

Poi controllo che il risultato mi soddisfi e ritorno in camera

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Poi controllo che il risultato mi soddisfi e ritorno in camera. Lascio il fogliettino dalla mia parte del letto, proprio accanto a Luce. Guardo la mia donna dormire e immagino di lasciarle un bacio sulle labbra, poi però vado via; non ho intenzione di svegliarla.

Cammino scalzo sul pavimento, cercando di non fare rumore. Arrivo fino alla porta sul retro, la apro e me la richiudo rapidamente alle spalle. In questi giorni non ho rispettato i miei allenamenti giornalieri, né tantomeno la dieta.

Luce || Sebastian VettelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora