59. Fuoco

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Luce

«Sebastian, hai ancora freddo?» Chiedo io, mentre lui ha la testa appoggiata al mio petto.

«No, sto bene amore. Mi sento così bene, ora che sono con te. Come abbiamo fatto ad allontanarci così, dicendoci semplicemente addio?» Io sorrido, mentre lui inizia a baciarmi il collo, per poi scendere e risalire più di una volta.

Sebastian continua a lasciarmi baci sulla pelle e io stringo i suoi riccioli biondi fra le mani «Non lo so, come non so perché tu sia sotto le coperte.» Dico io, vedendolo scomparire completamente dalla mia vista. Se al mio sguardo è coperto, posso però sentire la sua bocca sfiorarmi la pelle. Sollevo il piumone e lui mi guarda, per poi tornare a lasciarmi baci un po' ovunque, ma sempre stando confinato non oltre il mio bacino «Sto amando la mia futura sposa.»

E benché possa sembrare una cosa strana, alle mie orecchie suona come una frase perfetta: la frase che tutte le donne vorrebbero sentirsi dire almeno una volta nella vita.

Chiudo gli occhi e lascio che Sebastian si prenda cura di me. Ho bisogno di lui.

«Non vedo l'ora di sposarti, Luce.» Dice lui, ritornando vicino al mio viso. Si lecca le labbra e sussurra «Il tuo profumo mi fa impazzire.»

Voglio di nuovo un bacio, così avvicino le mie labbra alla sua bocca, per prendere quello che mi spetta «Non voglio sposarmi in inverno. Per quanto possa amare quella stagione, semplicemente non la trovo adatta per un evento del genere.»

«Allora in estate, durante la prossima pausa estiva?» Propone Sebastian.

«Sarebbe perfetto.» Dico io, ben sapendo che, prima o poi, sceglieremo una data precisa. Per ora mi piace il fatto che gli unici a saperlo siamo solo noi.

«Hai già mangiato? Hai fame?» Mi domanda tutt'ad un tratto Sebastian.

«No, sono venuta a casa da lavoro e mi aspettavo che ci fosse qualcosa in frigo. In verità penso che sia vuoto, ora sono le otto e qui i negozi sono già tutti chiusi. Qui vanno a letto con i polli.»

«Sei sicura che non ci sia niente di commestibile in frigo? Dobbiamo mangiare qualcosa...» Ci penso un po' su, ma io e Giacomo abbiamo davvero finito tutto, in questi giorni.

«No, mi dispiace, non c'è niente.» Allora Sebastian prende il suo telefono dal comodino e lo sblocca. Sono felice di vedere che il suo sfondo sia sempre quello, ovvero la foto scattata il giorno in cui ci siamo conosciuti.

«Siamo così carini.» Ammetto io, mentre lui apre un'applicazione.

«Siamo i più carini.» Mi corregge lui, poi volta lo schermo in modo che possa vedere meglio anche io «Va bene se questa sera ordiniamo qualcosa con Just Eat? Scegli tu quello che vuoi mangiare.» Dopodiché mi dà il telefono in mano ed esamino i ristoranti nelle vicinanze. Come previsto, solo fast food, kebab e ristoranti etnici.

«Seb, non so se qui ci sia cibo per te. Voglio dire, non è il tipo di cibo che mangeresti di solito.»

«Il Gran Premio è tra due settimane, per questa sera posso anche sfondarmi di cibo.» Mi dice lui ridendo. Ogni tanto mi tira fuori queste perle da italiano DOC e anche un po' trash. Ma lui mi sorprende sempre.

«Allora... va bene se ci sfondiamo di cinese? C'è un ristorante con servizio d'asporto a circa un chilometro e mezzo da qui.» Propongo io.

«Va bene, sfondiamoci di cinese!»

Sebastian cerca il menù, intanto io prendo il mio telefono per segnarmi le cose da ordinare. A giudicare da tutti i numeri che ho appena scritto nelle note, abbiamo sicuramente molta fame. Una volta effettuata l'ordinazione, scrivo a Giachi per avvisarlo dell' ospite inatteso. Lui mi risponde dopo poco:

Luce || Sebastian VettelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora