31. Da uno a cinque

1.7K 67 89
                                    

Sebastian 

«Luce, non riesco a dormire.» Sussurro, sperando che anche lei non stia dormendo. Credo che sia sveglia, perché quasi subito si volta verso di me «Che cosa c'è che non va? E' tutto passato ormai.» Dice lei, stringendomi le mani fra le sue.

Se solo sapesse... se solo sapesse che non è per niente tutto finito. Mi sono messo nei guai da solo e questo non me lo perdonerò mai. Ma non posso darle preoccupazioni. E' una cosa che devo risolvere senza il suo aiuto, lei non c'entra assolutamente niente.

«Sì ma ho deluso tutti e non posso più permetterlo. Non succederà un'altra volta.» Affermo ingarbugliandomi tra le ultime parole. Non ho sonno, ma sembra che la parte del mio cervello che si occupa del linguaggio sia momentaneamente a riposo.

«Voglio che tu sia sincero Sebastian e mi racconti quello che ti sta passando per la testa, perché non ne posso più di starmene qua a guardare, mentre dentro di te sta succedendo il finimondo.» In genere non amo molto il mio nome intero, ma mi piace quando lei lo pronuncia; lo fa solo quando vuole che la ascolti attentamente.

«Penso che tutto questo sia troppo anche per te, perché non mi lasci combattere da solo contro le conseguenze del mio errore?»

«Ma io ti ho solo chiesto di essere sincero. Quanto ha influito Hanna su tutto questo? Perché posso scommettere che un po' è colpa sua. A cosa stavi pensando, mentre hai calato la visiera sul viso?» Dio perché bisogna fare queste conversazioni in piena notte? Ah già, perché non riuscivo a dormire e ho chiamato Luce.

«Niente, te l'ho detto. Ho perso il controllo della monoposto e sono uscito nell'unico punto della pista in cui non c'erano le vie di fuga asfaltate. Che idiota che sono.»

Nell'oscurità vedo gli occhi di Luce brillare, mentre sento il suo naso sul mio. Siamo vicinissimi e ho voglia di baciarla.

«Non sei un idiota Seb. E se ti dicessi che, in quella curva, il giro precedente, Sercul Sirotkin è uscito di pista e ha lasciato dell'olio sulla pista?»

Sorrido solo per il modo in cui l'ha chiamato «Non ce la fai a non prendere in giro i miei colleghi vero?»

«Di quelli bravi non dirò niente, il fatto è che ce ne sono pochi.»

Entrambi sappiamo che stiamo sviando sul discorso principale, ma per ora va bene così. «Chi sono?» Domando io con curiosità.

«Tu, Kimi e Charles, ma solo perché è il fidanzato della mia migliore amica.» Afferma lei con decisione.

«E comunque, tornando a prima, apprezzo il fatto che tu stia provando a consolarmi. Lo apprezzo davvero, Luce. Ma non può essere colpa dell'olio, io so solo che ho perso la macchina e non voglio trovare inutili scuse!»

«Ma non è una scusa Sebastian! E' vero, in molti giornali ne stanno parlando, addirittura ci sono certi fotografi che hanno testimoniato di aver visto delle chiazze d'olio sulla pista-»

«Sì, come se mi potessi fidare dei fotografi.» Dico io, non credendo a una singola parola di quello che mi ha appena detto lei.

«Ma almeno fidati di me! Ascolta, se ci pensi bene nel giro precedente a quello in cui tu sei uscito di pista c'è stata una bandiera gialla, proprio nel settore in cui hai fatto l'incidente. E lo so che te lo ricordi, almeno la tua memoria da pilota è affidabile.»

Vorrei dire che non me ne ricordo, ma sì, ricordo di aver rallentato in quel punto proprio a causa di una bandiera gialla, anche se non c'era nessuno fuori dalla pista.

Che Sirotkin fosse già rientrato quando sono transitato in quel punto?

«Sì ok, lo ammetto. E' vero, c'era una bandiera gialla, ma questo non giustifica niente!»

Luce || Sebastian VettelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora