44. La Follia

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Luce

Vorrei cambiare argomento, ma ormai Sebastian ha iniziato a parlare del mio lavoro, quindi suppongo che sia arrivato il momento di discuterne insieme.

«Non so più cosa dire, Sebastian. Come ti ho già detto, quando sono andata da Valentina per parlarle, ho scoperto che è andata in ferie! Non mi hanno nemmeno saputo dire quando ritornerà, pensa tu come siamo messe al museo.»

«Beh, pensa in modo positivo. Non c'è e potrai fare quello che vuoi tu!» Mi dice Sebastian, versandosi un po' di acqua nel bicchiere.

«Questo è certo, anche se dovrò rimandare la nostra discussione a più avanti e non so quanto senso possa avere, parlare di una cosa che è successa nel passato. E se rimanesse in ferie un mese?»

«Guarda, ad essere sincero non te l'ho mai detto, ma ho avuto modo di conoscere quella donna. Quando sono arrivato in Ferrari, era molto più presente al museo e si occupava personalmente di fare le visite ai clienti o ai piloti. Mi ricordo che, la prima volta che sono entrato in stabilimento, mi ha accompagnato lei. Non ti dico quante cazzate ha sparato! Ero appena arrivato, ma sapevo già qualcosa; insomma, tutti dovrebbero studiare la storia della Ferrari.» Esclama lui con un sorriso. E così Sebastian sa che non sto parlando di problemi immaginari; forse è l'unico che mi potrebbe aiutare.

«Immagino la scena, dev'essere stata imbarazzantissima!» Dico io, poco prima di vedere il cameriere portarci le nostre pizze: una al cotto per me e una bufala e pomodorini ciliegini per Sebastian.

«Mi è venuta un'idea, dopo ti spiego.» Afferma Sebastian, iniziando a tagliare un triangolino di pizza. «La vuoi assaggiare?» Mi domanda, con un pezzo di mozzarella filante, che sembra non volersi spezzare.

«Dopo. Aspetta che faccio un po' di posto nel piatto.» Lui annuisce e mangiamo silenziosamente; questa pizza è davvero un capolavoro, sia esteticamente, sia dal punto di vista del gusto.

Sebastian finisce molto prima di me, ma mi lascia una striscia della sua, da assaggiare. Mentre aspetta che io vuoti il piatto, prosegue con la spiegazione della sua 'brillante intuizione' «Dato che questa settimana non ci sarà il tuo capo, nulla vieta che tu possa venire con me, a Monza.»

Appoggio un attimo la forchetta sul piatto, perché devo bere, poi rispondo «Ma sei pazzo? Con tutte le ferie che ho già fatto, sono sorpresa che non mi abbiano già cacciata!»

Sebastian si mette a ridere, poi inizia a gesticolare «Non ti mandano via, perché sai come fare il tuo lavoro. Ascolta Luce, ti assicuro che il weekend di Monza è assolutamente fantastico e io voglio che tu venga. Te lo meriti, ce lo meritiamo e se ci saranno problemi, farò intervenire Britta o qualcuno dal mio lato del management. Non ti devi preoccupare, dopotutto entrambi sappiamo con che razza di donna abbiamo a che fare.»

Già, Valentina è proprio una razza di donna strana.

«E' una follia Sebastian, al mio ritorno mi licenzieranno.» Dico io, prendendo il pezzo di pizza che mi ha lasciato. In precedenza anche io gliene avevo dato uno, di triangolino. Ora siamo pari.

«E allora? Non voglio continuare a sentire le tue lamentele, se quel posto di lavoro non ti piace, ti aiuterò a trovarne uno migliore! Almeno ci divertiremo, a Monza, non credi?»

«Continuo a pensare che sia una follia, poi non ritengo che il tuo aiuto sia necessario, riuscirei comunque a trovarmi un altro lavoro, se solo lo volessi. Sebastian... mi piace da impazzire stare al museo, parlare ogni giorno della storia della Ferrari e quello che ha reso grande la nostra azienda. Non voglio andarmene, nonostante ci siano tutti questi problemi non voglio andare via da Maranello.»

Luce || Sebastian VettelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora