55. Giornalisti

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Sebastian

Quando arrivo al circuito di Singapore, di giovedì, sono accolto da una folla di persone che agitano bandiere del Cavallino e che richiedono autografi. Ovviamente vorrei fermarmi per tutti, ma non ho tempo, a causa degli impegni con la stampa. Sarà meglio che mi muova, prima che arrivi in ritardo.

Entro nel paddock e un giornalista mi ferma subito «Congratulazioni Sebastian! Sarà un maschio o una femmina?» Io lo guardo confuso, poi annuncio «Nessuno dei due, non mi nascerà un figlio!»

Altri giornalisti, si avvicinano a me. Chiaramente non hanno sentito la mia risposta, perché urlano «Congratulazioni Sebastian! Come chiamerai il bambino?»

In breve tempo sono circondato e mi faccio largo con le braccia, tra le telecamere e i microfoni. 

Non posso rispondere adesso

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Non posso rispondere adesso. Ho bisogno di Britta. Mi sento un stupido, in che casino mi sono cacciato?

Corro fino al box Ferrari, poi entro, consapevole che i giornalisti non possano seguirmi qui. Mi fermo un attimo per riprendere fiato e, quando arrivo dal mio lato box, incontro il mio meccanico Alessandro «Complimenti Seb! Hai iniziato a mettere su famiglia!»

Merda, la situazione è più grave di quanto pensassi.

«Non è vero Ale, l'hanno scritto su un giornale, ma il bambino non è mio; è della mia ex e del suo fidanzato!» Ripeto io, per l'ennesima volta.

«Ah, scusa non lo sapevo.» Io gli dò una pacca sulla spalla e chiedo «Sai per caso dov'è Britta?»

«Non l'ho ancora vista. Se è arrivata, potrebbe essere in hospitality.» Ringrazio Alessandro e gli auguro buon lavoro. Più tardi tornerò per la prova del sedile, adesso non ho tempo; devo risolvere questa questione.

Per fortuna, nel breve tratto che separa l'uscita dai box dall'hospitality, non incontro nessuno. Entro e guardo in giro, alla ricerca di una chioma bionda. Trovo Britta quasi subito; è poco più avanti, intenta a bere una tazza di caffè. Mi avvicino, consapevole di interrompere la sua breve colazione, prima di iniziare la sua giornata.

«Buongiorno!» Dico io.

«Buongiorno Seb, lasciami indovinare? La questione del bambino?»

Non ne posso già più di questo argomento. Sono o non sono una testa di cazzo?

Io sospiro e dico «Sì, Britta ho bisogno di te!»

Lei prende un altro sorso di caffè, poi si alza e butta via il bicchiere vuoto «Vieni di sopra, cercheremo di trovare una soluzione.»

Santa donna, se non ci fosse lei!

La seguo su per le scale, finché non arriviamo davanti a una delle tre meeting-room. Britta apre la porta ed entro dietro di lei. Prendiamo posto al tavolo, Britta prende la sua agenda.

Luce || Sebastian VettelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora