19. Vivere il presente

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Sebastian

E' lunedì sera e ho trascorso tutta la giornata in giro per lo stabilimento Ferrari ad analizzare quello che è successo ieri in gara. Non avevamo tempo per un debrief, quindi l'abbiamo fatto oggi. A dire il vero non c'è stato molto da dire, le strategie per la gara dell'Austria sono state le migliori, le uniche cose da controllare erano i nuovi sviluppi per il fondo e per l'ala posteriore che verranno utilizzati a Silverstone.

Non ho nemmeno il tempo di fermarmi e riprendere fiato, devo correre subito in aeroporto per il volo di rientro a casa. Domani è il mio compleanno e la mia famiglia mi ha organizzato qualcosa; mi dispiace un sacco per Luce, ma non ho davvero tempo per lei oggi. Certo, non ci vorrebbe tanto ad annullare il volo o posticiparlo di qualche ora, ma qualcosa mi dice di non farlo, di darci tempo.

Non posso lasciare che la mia vita dipenda da una ragazza, non adesso che sto ancora cercando di elaborare quello che è successo con Hanna. E sì, forse finalmente ce l'ho fatta, ma non vorrei mollare proprio adesso che sono in dirittura d'arrivo.

Quando salgo sull'aereo privato che mi porterà a casa sono un po' confuso, sto pensando che, se fossi rimasto a Maranello, in questo momento avrei potuto essere con Luce. Non so che cosa mi stia succedendo, forse ho fatto un errore, sarei dovuto restare e fregarmene del mio compleanno, tanto non avrei comunque avuto niente da festeggiare.

Il volo dura poco, ma è talmente tardi che a quest'ora sarebbe impossibile trovare un autobus ancora in funzione; non avrei mai lasciato la mia Ferrari nel parcheggio dell'aeroporto. Chiamo un taxi, sperando di fare il più presto possibile. Non vedo l'ora di andare a casa e dormire, anche se non sono sicuro di poterlo fare; ultimamente ho un po' troppi pensieri che mi passano per la mente.

La notte appena trascorsa a Maranello è stata un incubo; avevo ancora l'adrenalina provocata dal podio e dall'essere tornato in testa al mondiale, ma qualcosa mi impediva di tranquillizzarmi, era come se nel mio sangue scorressero contemporaneamente litri e litri di caffeina.

Arrivo davanti a casa mia, è un po' triste vedere tutto spento, sopratutto perché non c'è nessuno ad aspettarmi. Prima Hanna stava sveglia finché non arrivavo a casa, ma adesso che se n'è andata è brutto vedere tutto questo spazio vuoto e non sapere che cosa farne.

Tento di mandare via la malinconia, prendo la chiave e apro la porta principale, non prima di avere disattivato l'allarme. E' da meno di una settimana che manco da casa, ma l'aria dentro è rarefatta; è da giorni che nessuno vive qui. E pensare che avevo tutti quei progetti, volevo una famiglia, una donna da sposare, dei bambini... Ora invece mi ritrovo solo, nel buio e nel silenzio; non penso che un podio possa farmi sentire meglio, certo, forse potrebbe funzionare per un giorno, forse due, ma il vuoto di una persona non è comparabile a un successo in Formula Uno. Non sono mai stato molto dipendente dalla mia carriera, è come se, quando torno a casa, mi dimentichi di essere un pilota, perciò continuo a vivere la mia vita come ho sempre fatto e come è giusto che sia.

Mi manca l'appetito; lo so che non mi fa bene, ma tutto quello che voglio fare è non pensare più a nulla. Dovrei essere felice, domani vedrò la mia famiglia, mio fratello; sì mi sono mancati tanto.

Mi butto sul letto con ancora addosso i vestiti, l'unica cosa che faccio è togliermi le scarpe. Afferro gli auricolari e il telefono che avevo messo in tasca e apro la libreria musicale. Non so se in questo momento la musica mi possa aiutare, ma penso valga la pena provare. Metto la riproduzione casuale e, distrattamente, mi ritrovo a guardare i vecchi messaggi della chat con Luce. Sì, è vero, prima era la mia Guida Personale 👑, ma adesso è semplicemente Luce ✨. Sorrido rileggendo quello che mi aveva scritto dopo la gara: Grande Seb! Grazie per aver riaperto le speranze di noi tifosi, alla fine della gara stavo per mettermi a piangere, non ci credevo!

Luce || Sebastian VettelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora