Capitolo 9

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Il mio telefono squilla e mi sveglia, è Simone che mi chiama... sono le 11:30 e dovrei essere a scuola, cavolo, Alessandro dorme ancora.
Mi alzo e vado al bagno a rispondere:
"Dove stai?" Mi chiede incazzato.
"A casa" dico, sperando che non mi chieda di chi.
"Perché non sei venuta a scuola?"
"Non mi sentivo bene.."
"Ehi, sei lì?" Sento Alessandro bussare alla porta. Cazzo.
"Chi c'è con te?" Chiede Simone.
"Ehm.. nessuno, devo andare" attacco velocemente. Apro la porta e oltre passo Alessandro.
"Che c'è? Con chi parlavi?"
"Con Simone, voleva sapere perché non sono andata a scuola, gli ho detto che sono a casa mia e che non sto bene, quindi se qualcuno te lo chiede, sai cosa rispondere"
"Ookay" ride "quanti problemi ti fai"
"A Simone non vai per niente a genio"
"Vuoi sapere quanto mi importa?" Si avvicina e mi prende il viso tra le mani.
"No grazie" mi alzo sbuffando "mi porti a casa?"
"Che hai ora?"
"Niente, portami a casa"
"No" si butta sul letto.
Lo guardo storto.
"Non posso ci sono gli ospiti" fa spallucce.
Sbuffo.
Bussano alla porta e Alessandro va ad aprire, sono i suoi amici e la sua 'amica' in reggiseno e pantaloni.
La guardo sconcertata per un momento poi mi chiudo in bagno, non mi piace la situazione e penso che rimarrò qui.
"Che ha?" Chiede uno dei due ragazzi.
"Le fate paura, con quelle facce di cazzo, ci credo" ride.
"Certo! Ci accompagni a casa?"
"Cosa? A casa? Ma siete matti? Come siete arrivati qui a piedi?"
"Ehm si.. eravamo di passaggio"
"Bene fatevi un'altra camminata, non ho nessuna intenzione di accompagnarvi a casa" li fa andare via tutti e viene ad aprire la porta del bagno dove sono io.
"Perché sei andata via?"
"Non mi piacciono" guardo per terra.
"Volevano che li riaccompagnassi a casa, ma devo accompagnare te giusto?"
"Potevi accompagnarli eh.. i posti in macchina ci sono per tutti"
"Ehi ma che hai?" Mi prende il visto tra le mani e mi guarda negli occhi.
"Nulla voglio solo tornare a casa..."
Sospira.
Non so cosa mi prende, mi ha dato fastidio che quella tipa si sia messa in reggiseno in una casa che non è sua e tutto il resto, e soprattutto Alessandro non ha fatto una piega.
"Puoi accompagnarmi a casa di Simone?" Gli chiedo mentre andiamo verso la macchina.
"Come scusa?" Si ferma e mi guarda.
"Puoi portarmi a casa di Simone? Il mio migliore amico?" Scandisco le parole, so che mi aveva capito già prima, ma non può cominciare a fare così già da ora.
Non mi risponde ed entriamo in macchina, non parliamo per tutto il viaggio ma riconosco la strada, mi sta portando da Simone.
"Grazie" gli sussurro appena arriviamo.
Mi guarda incazzato e mi bacia, ricambio e quando ci stacchiamo mi viene da ridere.
Scendo dalla macchina ma mi sento tirare dalla maglia e ricado sul sedile.
"Chiamami per qualunque cosa"
"Va bene, ma stai tranquillo" rido.
"Ti sto lasciando a casa di un ragazzo, da sola, e dovrei stare tranquillo?"
"Ovvio" ci salutiamo e va via.
Suono al citofono e viene subito ad aprirmi.
"Ehi ma che ci fai qui? Non stavi male? Chi ti ha portato?"
Cazzo mi ero dimenticata questi piccoli dettagli. Beh devo per forza parlare, per quanto ancora dovrò nascondergli questa cosa?
"Devo parlarti.. è importante, per favore non arrabbiarti"
"Non ti prometto nulla" ci sediamo.
"Ieri sono uscita con Alessandro"
Prende un bel respiro, e aspetta che io finisca di parlare.
"Sono rimasta a dormire a casa sua, non è successo nulla.. ma questa mattina mi sono svegliata tardi e non sono venuta a scuola, volevo dirtelo, non mi piace nasconderti le cose lo sai"
"Beh.." rimane un po' male per quello che gli ho detto, e si vede palesemente.
"Io ti ho avvertita, non posso impedirti di stare con lui, sai riconoscere se una persona è buona o meno, quindi effettivamente con te fa il bravo, o almeno spero. Per lui."
Rido e lo abbraccio. Sono felice che non si sia incazzato, pensavo peggio, molto peggio.
Passiamo tutta la giornata a mangiare schifezze e guardare film, devo dire che mi mancavano molto questi giorni un po' così.
Sono le 22:45 e mia madre mi chiama.
"Sì?"
"Dove stai? Non ci sei mai a casa! Almeno avverti!" Ha ragione, non ho mai avvertito per niente ops..
"Non avevo visto l'ora scusami, sono con Simone, non preoccuparti per me non torno a casa" attacco.
Mando un messaggio ad Alessandro e chiedo se può venirmi a riprendere, spero vivamente di sì. Risponde subito dicendo che sta arrivando.
Aiuto Simone a ripulire lo schifo che abbiamo combinato con il cibo e lo saluto appena sento la macchina suonare da fuori.
Entro in macchina e lascio un bacio a stampo al mio 'fidanzato'? Devo ancora chiarire questo dubbio.
"Posso rimanere a dormire da te?" Chiedo.
"Ehm" lo vedo un po' dubbioso, e si tocca la fronte, mi sembra abbastanza nervoso.
Lo guardo.
"Si si certo, puoi rimanere" continua ad essere nervoso.
Arriviamo a casa e vedo tutte le luci accese, uscendo dalla macchina in più sento la musica.
"Devi dirmi qualcosa?" Lo guardo.
Mima delle parole con la bocca mentre si gratta la nuca.
"A parole tue" incrocio le braccia, ma non ricevo risposta. Mi dirigo verso casa da sola e la porta è socchiusa, la apro ma Alessandro mi tira indietro.
"Che fai?!" Mi stacco da lui.
"Sono tutti ubriachi lì dentro.."
"Si può sapere perché hai dato una festa? E non mi hai detto niente!?" Sono giusto un po' turbata.
"L'avessi data io la festa.. ti avrei pure invitata, ma l'ha organizzata mio padre.. e lì dentro è un covo di cinquantenni ubriachi in cerca di qualcosa tipo.." e mi squadra. Ok millesima figura di merda fatta. Mi giro a guardare dentro casa ed effettivamente lì dentro ci sono persone che hanno più del doppio della mia età.
"Scusami" guardo a terra.
"Tranquilla, è solo per questo che non volevo portarti a casa, non ho nessuna intenzione di entrare lì dentro con te"
"Ma come.. rimaniamo fuori?"
Scuote la testa e mi prende per mano, portandomi in una sottospecie di capanna, e sinceramente mi fa un po' ribrezzo, non ci tengono tipo le cose da giardino qui dentro?
Apre la porta ed effettivamente in un angolino ci sono alcune cose per il giardino, qualche legnetto e robe varie, escludendo quell'angolo, ci sono una poltroncina, un tavolino di legno. Sul tavolino c'è un posacenere completamente pieno, e cicche di sigarette, e non solo, buttate ovunque.
"Aspetta qui" mi dice lasciandomi davanti alla porta di quella capanna, mi mette troppa ansia.
Poco dopo lo vedo tornare con una coperta e qualche candela.
"Cosa fai?" Rido.
"Creo atmosfera" dice soddisfatto.
"Ma io volevo dormire nel letto"
"Se andranno via almeno la metà di quelle persone ti porto a dormire dentro, ma ora non se ne parla"
Sospiro, fa un freddo qui dentro da morire. Alessandro accende le candele, si allunga sul divanetto e mi fa cenno di mettermi su di lui.
Lo guardo e cerco di trovare una posizione che possa essere comoda.
"Ci stai mettendo troppo" mi prende per il braccio e mi tira su si lui. Butto fuori un piccolo strillo e mi tappo subito la bocca.
"Oppssss"
"Non ti ha sentito nessuno stai calma" ride e poggia una mano sulla mia pancia, mentre tiene l'altra sul mio petto.
Ci copriamo e mi accoccolo a lui addormentandomi.

Chi lo avrebbe mai detto?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora