Capitolo 22

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"Dove vai...?" Chiedo preoccupata.
"Ho bisogno di sfogarmi." Dice allontanandosi.
"Che vuol dire Ale! Fermati!" Lo prendo per un braccio.
"Va a scopare bambola! Tu non gli basti" dice il padre dalla poltrona.
Non ci credo. Guardo Alessandro.
"È così?" Dico con voce tremante.
Resta in silenzio.

POVs Alessandro
"È questo che fai per sfogarti cazzo? Stai con me e ti fai le altre!" Urla.
Non volevo farle del male, ma in un modo o nell'altro l'ho fatto.
"Non peggiorare la situazione" Dico freddo.
"Stai scherzando?" I suoi occhi diventano lucidi.
"Non voglio farti male... ti prego fammi andare devo sfogarmi..."
Mi prende una mano e mi porta in camera.
"Sfogati, ti ho promesso che ti avrei aiutato."
Trema.
Scuoto la testa. Non voglio toccarla, non voglio sfogare la mia rabbia su di lei, ce ne pentiremo entrambi.
"E io mi ero ripromesso di non farti soffrire, ma non faccio altro che deludere tutti..." ho bisogno di buttare via tutto quello che ho dentro, far uscire il mio lato debole, quello che odio, so che lei non mi giudicherebbe mai.
"Ma cosa dici..." si avvicina e io mi allontano.
"Faccio tanto il duro, fingo di essere insensibile e menefreghista, ma non sono così..." mi siedo sul letto e lei accanto a me.
"Parlami, dimmi tutto quello che vuoi" mi prende le mani.
"Per mio padre sono una nullità... prima era una grande persona, ora è un alcolizzato, pedofilo pure ormai, ed è colpa mia"
"Ma che cazzo dici, perché dovrebbe essere colpa tua?"
"Perché io l'ho deluso tante, troppe volte, e non posso recuperare più, lui mi odia."
"È tuo padre, non ti odia, solo che lo fai arrabbiare, sono sicura che se gli dicessi queste cose perdonerebbe tutti i tuoi errori" sorride.
"Tu credi?"
Annuisce sorridendo e la bacio.
"Perché volevi.. andarti a sfogare... altrove?" Chiede abbassando lo sguardo.
"Ti giuro, che se fosse stato solo per andare a letto, sarei rimasto qui con te.." le accarezzo il viso.
"E per cos'altro stavi andando via allora?"
"Sarei andato a bere fino a collassare da qualche parte... a spaccare la faccia a qualcuno.."
"...e a farti qualcuna" Continua lei.
"Io... mi vergogno molto per quello che sto per dirti"
Sospira in segno di resa.
"Posso aspettarmi di tutto..."
"Io.. per sfogarmi uso molto.. le mani... non voglio alzare le mani su di te..."
Mi guarda scossa. Ho fatto un casino, ne sono sicuro.
"C-come? Oltre a scoparti tipe a caso le picchi anche?" Si allontana.
"No! Però... Mel ti prego.."'mi alzo e torno vicino a lei.
Ha le lacrime agli occhi.
"Io non ti farei mai del male, credimi..." le prendo il viso tra le mani e lei guarda per terra.
"Sfogati con me"'dice insicura.
"Cosa? No..."
"Sfogati con me!" Alza la voce.
"Mel sto bene ora... per favore non alzare la voce.. ce ne potremmo pentire entrambi."
Si spoglia.
"Mel ti prego.. non farlo"
Mi bacia sull'orlo dei pantaloni. Non ce la faccio.
La prendo e la attacco al muro mettendomi tra le sue gambe e baciandola ovunque. Mi toglie la maglia e si allunga sul letto. Mi metto su di lei e le porto i polsi sopra alla testa stringendoli con una mano. Stringe gli occhi per il dolore credo e mi fermo.
"Continua." Continua a tenere gli occhi chiusi.
Le tolgo i pantaloni e le mutante e le
stringo i fianchi dove aveva già i due lividi e inarca la schiena, mordo la sua pancia, il suo inguine e le sue gambe.

Mi stacco.
"Non farmelo fare ti prego."
Mi guarda e si rimette la maglia, sembra offesa.
"Ok" risponde secca e mi da le spalle allungandosi sul letto.
Sospiro e mi allungo dietro di lei stringendola.
"Ti prego non farmi fare cose che non dovrei fare, voglio migliorarmi... non continuare a fare il coglione..."
Si gira verso di me, e mi bacia.
"Dormi tranquillo okay?" Sorride.
Ricambio il sorriso e ci addormentiamo.

POVs Mel
Mi sveglio sentendo Alessandro sbracciare nel letto, mi metto a sedere e lo vedo tutto sudato che urla il mio nome.
Lo sveglio immediatamente.
"Ehi ehi! Svegliati.. che hai!?" Lo smuovo leggermente.
Scatta su e mi abbraccia.
"Ti stavano portando via da me..." mi stringe.
"Sono qui, tranquillo, è tutto ok." Gli accarezzo i capelli. A volte sembra così fragile, in altre occasioni fa lo stronzo, poi è dolce, poi fa l'apatico... non capisco.
"Dai dormiamo, non succederà nulla e domani mattina sarò ancora qui" lo faccio riallungare rimanendo tra le sue braccia.

Ci svegliamo qualche ora dopo, sono le 8:00.
Mi alzo dal letto e sta fumando affacciato alla finestra.
"Buongiorno amore" lo abbraccio da dietro e lui non risponde.
"Okay.. no.." vado dal cane.
"Ciao piccolino!" Lo accarezzo e gli metto da mangiare.
"Andiamo a scuola? Vado a prepararmi..." non mi risponde.
Sospiro e vado comunque a cambiarmi.
Quando esco dal bagno lui è già pronto con le chiavi in mano.
"Andiamo" dice secco.

Entriamo in macchina.
"Si può sapere che hai?" Chiedo scocciata.
"Ti ho mostrato troppo, le mie emozioni... le mie debolezze, non doveva andare così. Che cazzo mi stai facendo Mel!" Urla tirando una botta con la mano al volante facendo suonare il clacson.
Abbasso lo sguardo.
"Io volevo aiutarti... perché non riesci a realizzare il fatto che magari, per una volta nella vita, ti potresti essere innamorato?" Sospiro.
"Io non mi innamoro di nessuna." Mette in moto e partiamo.
"Come vuoi" rispondo secca.

Passiamo il resto del viaggio in silenzio, anzi, ad ascoltare il motore della macchina che sfreccia tra tutte le altre.
Arrivati a scuola le nostre strade si dividono senza neanche un saluto ne uno sguardo.. non lo capisco.

"Che è successo?" Chiede Sara.
"Non ne ho idea, ieri mi ha rivelato le sue debolezze, e ora fa il duro.. non capisco perché..." sospiro.
"Oh che palle questi maschi, non farti mettere i piedi in testa, fai pure tu la dura, non lo sopporterà ne sono sicura."

Vedo entrare Giacomo in classe e gli sorrido, lui ricambia.
Suonata la ricreazione Giacomo mi viene vicino.
"Sta sera c'è una festa a casa..."
Mi sta invitando ad una festa, a casa sua? Con Alessandro tra l'altro?
"Ehm ah non lo sapevo.." rispondo sconcertata.
"Il cane...forse.."
ah ecco
"Ci penso io, tranquillo" mi alzo per uscire.

Corro in braccio a Simone.
"PICCOLO MIOOO" lo stringo.
"Ehii" mi tira su mettendomi le mani sul sedere, ma a lui gli lascerei fare di tutto.
"Mi sei mancato! Ho litigato con mamma e ora sto a casa di Alessandro" mi fa scendere.
"Eh?" Mi guarda perplesso.
"Si, non ho voglia di spiegare..."
"Beh come va con quello?" Mi chiede guardando Alessandro che fuma da solo.
"Prima mi mostra i suoi lati deboli e poi fa io duro perché se ne è pentito. Ah e abbiamo, anzi ha, comprato un cane!" Dico entusiasta.
Simone mi sorride.
"L'ho vista la foto... ma quello ha dei problemi."
"Vado a parlargli" sospiro e vado da lui.
Lo prendo per mano e lo trascino da un'altra parte dove non c'è nessuno.
"Che cazzo ti prende?" Sbuffo.
"Niente" Continua a fumare.
Gli prendo la sigaretta dalle mani e faccio un tiro e butto via il fumo tossendo.
"Che cazzo fai?" Mi prende la sigaretta e la butta per terra.
"Ma smetti di voler aver tutto questo controllo sulle persone!?" Alzo la voce.
"Smettila, te l'ho già detto." Guarda altrove.
"Sei tu quello che deve smetterla! Perché ti vergogni di quello che provi!?"
Sospira e si siede su un gradino facendomi mettere sulle sue gambe.
"Non lo so scusami... e che certe volte non mi capisco neanche io, tu mi piaci, mi fai perdere la testa e non mi è mai successo quindi non capisco nulla..." mi mette un braccio attorno ai fianchi.

Suona la campanella.
"Te lo ripeterò all'infinito, io ti aiuterò, non voglio scoraggiarti, non ti giudicherei mai, puoi dirmi tutto, lo sai..." gli lascio un bacio sul naso e torno in classe.
Mi tira una pacca sul sedere.
"Non mi piacciono sul naso!" Mi guarda ridendo.
"Mi dispiace, era disponibile solo quello" rido e torno in classe.

Le altre due ore passano in fretta e mi limito a prendere degli appunti sul quaderno e per appunti intendo disegni.
Suona la campanella e scappiamo tutti fuori.
"Ohh finalmente domani posso dormire fino alle due!" Esclamo.
"Ehm.." io Sara e Martina ci fermiamo davanti all'entrata.
"Cazzo!" Esclamo.
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Uhm cosa starà succedendo??
Sorpresa!
Stellina?⭐️🤞🏼

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