"Volià!" Esclama la ragazza che era andata a prendere le birre, tornando insieme ad un suo amico, con bottiglie messe in qualsiasi posto esse fossero rimaste ferme.
Le poggiano tutte sul tavolo, e ne tiro due verso di me.
"Oh grazie, questa volta mi hai pensato" ridacchia Samuele tentando di prenderne una tra quelle che avevo preso io.
"Oh oh giù le mani, quelle sono mie" rido.
"Se le bevi tutte e due da sola di ubriacherai"
Mi guarda malizioso.
"Non voglio portarti a casa ubriaca"
Si gira a guardare una delle ragazze di fronte a noi, faccio lo stesso. Una è completamente rossa in viso, presumo che sia su tutte le furie."Ahhh" scoppio a ridere isterica.
"Ora mi è tutto più chiaro"
Poggio una mano su di lui per alzarmi e prendo una birra stappandola, mi allontano dal tavolo sedendomi su una panchina più in là,
in modo tale da non riuscirli ne a sentire, ne a vedere.Sono quasi sicura al cento per cento, che quella è qualche sua ex, e stava usando me, per farla ingelosire. Altrimenti non me lo spiego quel suo 'sguardo' verso di lei.
Per tutta la sera, lui rimane fermo lì a quel tavolo. Io sono da sola, ancora su quella panchina, con la bottiglia di birra vuota accanto a me. Tra poco mi metterò a parlare con lei, me lo sento...
Samuele non è come Alessandro... lui sarebbe venuto a parlarmi, mi avrebbe riportato lì tra loro. Forse. Lui mi ha letteralmente scagato.Sto morendo di freddo, è mezzanotte passata, e io voglio tornare a casa.
Mi alzo da quella panchina ghiacciata e vado verso di loro. Prendo coraggio e mi posiziono affianco a Samuele a braccia incrociate.
"Oh eccoti, sei tornata, è andata bene la tua passeggiata?" Chiede scherzosamente poggiandomi una mano sulla coscia.
Il suo sorriso si spegne quando si rende conto che il mio corpo oramai è un cubetto di ghiaccio insensibile."Vorrei tornare a casa" Chiedo inespressiva e senza giri di parole.
Guarda gli amici e sospira alzandosi dalla sedia.
"Noi andiamo.." volta loro le spalle e comincia a camminare velocemente lasciandomi indietro.Lo seguo frettolosa sperando che rallenti.
"Aspettami!" Sbotto.
Si ferma e si gira a guardarmi. Sembra turbato, ma non voglio chiedere il perché."Muoviti" dice nervoso grattandosi dietro l'orecchio.
"Ora vai di fretta?" Sbuffo raggiungendolo.
Non mi risponde, e rimaniamo in silenzio fino a quando non arriviamo alla macchina.
Si tocca le tasche davanti, poi quelle di dietro, dopo ancora quelle della felpa.Lo guardo storto senza dire niente.
Mi guarda.
"Allora?" Urlo isterica sbracciando.
"Stai calma." Dice secco.
"Ora torno a prenderle, resta qui"
Si allontana correndo nella direzione da cui siamo arrivati."Ottimo" parlo a me stessa ad alta voce, cacciando il telefono ormai quasi scarico dalla tasca posteriore del mio pantaloncino.
Apro whatsapp e vado sulla chat di Alessandro. Ultimo accesso alle 00:38 ora è 01:00 esatta. Mi manca.
Mi massaggio le palpebre con le dita e sospiro, fino a quando un botto sulla macchina non mi fa sobbalzare.
Apro gli occhi ed un ragazzo è piazzato davanti a me."Posso aiutarti?" Chiedo confusa, non sembra drogato, o ubriaco, cerchiamo di essere cortesi.
"Sei da sola?" Chiede.
Alzo le sopracciglia.
"Innanzitutto. Spostati." Lo spingo via.
"E no, non sono da sola" sbuffo tornando a guardare il mio telefono."Ti va di bere qualcosa insieme?" Mi chiede cercando di essere gentile.
Sorrido aspramente.
"No grazie, devo tornare a casa""Posso accompagnarti!" Esclama.
"Non sono da sola ti ho detto, sto aspettando una persona. Potresti andartene?" Chiedo gentilmente, con tanto di sbuffo finale.
"Aspetti il tuo ragazzo?" Mi chiede appoggiandosi alla macchina affianco a me.
"No." Rispondo secca.
"Vattene" ripeto."Dai, ti faccio compagnia" mi passa una mano dietro la schiena.
"Non toccarmi!" Mi sposto dando un colpo al suo braccio.
"Non ho nessuna malattia, se ti tocco non muori" dice con tono arrogante.
"Ah ah ah, ma quanto sei simpatico."
Viene strattonato da qualcuno all'indietro e 'buttato' dall'altra parte della strada. Tossisce toccandosi il collo.
Guardo Samuele che è difronte a me con il mazzo di chiavi in mano, che mi fissa.
"Grazie..." abbasso lo sguardo."Andiamo" sospira entrando il macchina.
Per tutto il viaggio rimaniamo entrambi in silenzio.
"Fa silenzio" mi dice a bassa voce aprendo la porta del suo appartamento.
Lo seguo silenziosamente fino alla sua stanza e chiude la porta. Mi siedo sul letto e fisso un punto della stanza, dandogli le spalle.
"Non ti dispiacerà se dormo con te?" Chiede, anche se a me sembra più un'affermazione.
"Nel mio letto." aggiunge con sarcasmo."No" sospiro. Tanto oramai..
"Puoi girarti eh" ridacchia mentre si infila una maglia.
"Hai gli occhi lucidi, che hai?" Mi chiede dolcemente sedendosi sul letto dal lato opposto, e sporgendosi verso di me."Ho solo sonno..." rispondo stropicciandomene uno con la mano.
Caccio le scarpe e mi infilo nel letto così come ero vestita, do le spalle al ragazzo che è in stanza con me e chiudo gli occhi iniziando a pensare. Con Alessandro sta succedendo un casino, con mia mamma ancor peggio, la scuola non ne parliamo... non ne posso più.Sbuffo sonoramente attirando l'attenzione di Samuele che mi poggia una mano sul fianco e lo stringe saldamente.
Ignoro il suo gesto fino a quando la sua mano non passa sulla mia pancia, e tira verso se.Mi stacco da lui e mi metto a sedere.
"Che hai?" Mi chiede poggiandomi una mano sulla schiena.
"Niente" rispondo freddamente.
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Spero che il capitolo vi sia piaciuto!
Stellina?⭐️
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Chi lo avrebbe mai detto?
RomanceLui, classico bad boy. Lei, classica brava ragazza. Potrà mai succedere qualcosa? ⚠️capitoli in ristrutturazione ⚠️