Capitolo 28

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Appena entriamo in palestra andiamo a parlare per l'iscrizione, e aspetto poi Alessandro che è andato a cambiarsi.

Mi siedo sugli spalti a gambe accavallate, e aspetto ansiosamente il suo arrivo. Ho sempre provato un debole per gli sportivi, sopratutto se visti in azione. Quindi che si sbrighi.

Appena lo vedo stringe la mano a qualche ragazzo, e si saluta con altri. Probabilmente li conosce.

Iniziano con qualche esercizio di riscaldamento suppongo, e poi la partita.
Pensavo che lui fosse alto, ma in mezzo a questi altri sembra normale, o addirittura basso. Penso che se passassi vicino a uno di questi giganti neanche mi vedrebbero.
Rido tra me e me.

Prendo il telefono e faccio un video che pubblico sulle storie di Instagram taggandolo, sicuramente a lui darà fastidio, ma non importa.

"Ehi"

Mi giro.
"Oh andiamo non ci credo!"
Scoppio a ridere e mi alzo per salutare Samuele con due baci sulle guance.
"Che ci fai qui?" Chiedo curiosa tornando a sedere.

"Credi che questo fisico venga fuori da solo?"
Ride.

"Ma stai zitto" rido tirandogli una gomitata.

POV's Alessandro

Melanie era sola, sugli spalti, che mi guardava interessata mentre giocavo. O almeno era così fino a qualche minuto fa.
Tra un palleggio e l'altro cerco di capire chi sia lì con lei, e purtroppo non ci vuole l'arte per riconoscerlo.

Inizio a sconcentrarmi, e perdo la palla varie volte. Stanco, vado a sedermi su una panchina posizionata a bordo campo e continuo a fissarli.

Sono lì che continuano a parlarsi fino a quando lei, non decide di degnarmi nuovamente il suo interesse.

Mi cerca tra i ragazzi che corrono dietro il pallone, fino a quando, per caso, non punta l'occhio sulla panchina. Mi guarda confusa.
Mi alzo ed esco dalla palestra sbattendo la porta.

Pov's Melanie

Mi alzo e scendo velocemente le scale.

"Dove vai!?" Mi chiede Samuele seguendomi.

"Stai qua" rispondo secca proseguendo.

Senza pormi nessun problema apro la porta dello spogliatoio maschile, trovandomi davanti ad alcuni ragazzi a torso nudo, che hanno tutti puntato gli occhi su di me.
Alessandro mi spinge bruscamente fuori chiudendo la porta dietro di se.

"Cosa è successo?" Chiedo accarezzandogli la mano ferma sulla maniglia della porta.

"Non toccarmi." Dice secco.
"Ho bisogno di tempo" riapre la porta dietro di lui.

"Come del tempo? C-che vuol dire?" Chiedo con gli occhi lucidi trattenendolo per un braccio.

"Melanie non fraintendermi. Io ci tengo molto a te, ma devo riflettere su alcune cose..." chiude lì il discorso sparendo dietro la porta dello spogliatoio.

Scoppio in lacrime e esco correndo dalla struttura.
Samuele mi blocca al volo per un braccio buttando per terra la sigaretta che stava fumando.

"Che ti è successo?" Chiede preoccupato.

Scuoto la testa. Non riesco a parlare, non in queste condizioni.
Continua a tenermi bloccata, e mi sento troppo in imbarazzo a stare così davanti a lui.

Tira fuori un pacchetto di fazzoletti dalla tasca e me ne porge uno. Lo prendo e mi asciugo le lacrime cercando di tornare in me.

"Potresti.. accompagnarmi a casa sua?... devo prendere le mie cose" singhiozzo ancora.

"Mi spieghi cosa è successo?" Chiede dolcemente accarezzandomi una guancia.

"Ha bisogno di tempo" abbasso lo sguardo e schiaccio la lingua tra le labbra.

"Si..." sospira tenendomi un braccio dietro alla schiena fino alla macchina.
***

Prendo le ultime cose dalla sua camera e saluto Atlas... spero di rivederlo.

"Eccomi" tiro su col naso sedendomi in macchina.

"Ora? Ti accompagno a casa?" Chiede Samuele rimettendo in moto.

Annuisco in silenzio, sperando che mia madre non sia più incazzata con me.

Suono al citofono e mia mamma mi apre la porta.
Appena mi vede si batte le mani davanti alla bocca.

"Che diamine hai fatto?! Hai fumato? Ti sei drogata?" Si sporge dietro di me a guardare Samuele fermo con la macchina.
"E quello? Che è? Quello di prima ti ha stancato? Ora sei venuta a piangere da me vero?"
Abbasso lo sguardo. Penso sia stata una pessima idea tornare da lei.
Racimolo tutte le mie ultime forze per oltrepassarla e prendere alcune cose.

"Sapevo di non poter più contare su di te" gli rifilo questa frase tornando in macchina.

"Esatto! Mantieniti da sola!" Urla mentre ripartiamo.

"Lasciami dove ti pare..." dico a Samuele con un filo di voce, sprofondando nel sedile.

"Non posso lasciarti per strada"

"E io non posso continuare a stare a casa di altre persone, mia mamma ha ragione, dovrò mantenermi da sola" sospiro.

Non mi risponde, e dopo una decina di minuti si ferma in una stradina di città abbastanza isolata, e scende dalla macchina, sfila le chiavi ed esce.

"Dove vai?" Chiedo confusa.

"Scendi"

Seguo la sua richiesta, e scendo titubante.
Chiude la macchina e lo seguo tra vari condomini.

Prende le chiavi e le infila nella serratura di una delle tante porte.
Mi ha portato a casa sua?
Mi guardo intorno sentendo vari rumori, e entro nella palazzina dopo di lui.

Saliamo delle scale a chiocciola e apre un'altra porta.
"È il minimo che posso fare" si sofferma sul ciglio della porta e fa andare avanti me.

"Questa è casa tua?" Chiedo guardandomi intorno, sicuramente non è come la mega villa di Alessandro, ma è molto accogliente.

"Sì, vivo qui con mia mamma, a proposito.
Mamma! Sono tornato" esclama.
Lo seguo lungo il corridoio fino ad incontrare sua mamma.

Lui le stampa un bacio in fronte e lei lo stringe con un braccio.
Sorrido ad entrambi e lei allunga una mano per presentarsi. È alta, e ha i capelli ricci e castani, è molto carina, e sembrerebbe anche molto gentile.
"Piacere, Teresa" sorride.

"Melanie" sorrido, ricambiando.

"Sei un'amica di Samuele?" Chiede e io annuisco.

"Mamma ti dispiace se per un po' rimane da noi? Ha avuto dei problemi" Chiede grattandosi la nuca.

"Certo, non c'è nessun problema"
***

"Non dovevi..." abbasso lo sguardo mentre lui sistema le mie cose nel suo armadio.

Sbuffa.
"Questa sera usciamo, così non ci pensi"

Perché è così gentile con me?
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Stellina?💎

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