Capitolo 29

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"Pronta?!" Esclama poggiandosi alla porta.

"Eccomi!" Esclamo andando verso di lui.

"Ma ce l'hai qualcosa sotto?" Chiede scherzando, alzandomi la felpa.

"Certo! Ho i pantaloncini" rido riabbassandomi la felpa.

Entriamo in macchina e si accende una sigaretta, dopo due tiri me la passa.
"Prova" dice.

Gliela prendo dalle mani e faccio un tiro.
"Alessandro non vuole farmi fumare" Ridacchio.

"Oh beh, allora presumo che ci tiene alla tua salute" ride.

Non capisco se sta scherzando o meno, ma non voglio chiederglielo.
Sono le 21:00, e andiamo a mangiare un pezzo di pizza nel bar in cui lavora un suo amico, in centro.

"Eccoloo" esclama lui mentre il suo amico viene verso di noi.
"Mario, lei è Melanie" sorride.

Il suo amico mi stringe la mano.
"Certo, la conosco è la ragazza di.."
Samuele gli tira una gomitata per azzittirlo, e io abbasso lo sguardo.

"Okok calmo, è stato un piacere, torno a lavorare" sorride andando via e lasciandoci soli.

Mentre mangiamo mi prende la mano sul tavolo. Cerco di ignorare il suo gesto bevendo la mia coca cola.
Toglie la mano, probabilmente è rimasto male...

Appena finiamo di mangiare, lui insiste nel pagare, lo lascio fare, anche perché io non ho un soldo.

Andiamo a fare un giro e mentre passeggiamo mi prende la mano, intrecciando le sue dita con le mie.
Appena incrocio i suoi occhi abbasso lo sguardo.

Mi ferma mettendomi le mani sui fianchi e piazzandosi davanti a me. Siamo nel punto più frequentato dai ragazzi, ho paura che sbuchi Alessandro da un momento all'altro.

"Ehi, ci sei?" Mi risveglia dai miei pensieri.

"Eh? Si.." mi sposto una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
"Cosa stavi dicendo?" Chiedo.

"Niente...non mi piace parlare."
Mi mette una mano dietro la nuca e mi bacia. In un primo momento ci sto. Poi mi stacco e abbasso lo sguardo.

Indietreggio e mi guardo intorno, e per fortuna non c'è nessuno che conosco.

"Scusami" dice lui freddo, togliendo le mani dal mio corpo e voltandosi.

Lo prendo per la felpa e mi avvicino afferrando il suo braccio e camminiamo l'una affianco all'altro.

Per una decina di minuti non mi rivolge la parola, fino a quando non si incontra con un gruppo di ragazzi.

I ragazzi lo salutano con un caloroso sorriso e una specie di stretta di mano. Alcune ragazze dandogli due baci sulle guance, mentre altre gli si buttano letteralmente al collo e mi lanciano occhiatacce.

Sentendomi in soggezione, lascio il suo braccio e indietreggio, sentendomi esclusa. Ovvero la stessa medesima cosa che è successa anche con Alessandro.

Mi siedo su una panchina lì vicino, e dopo pochi minuti Samuele viene a recuperarmi.

"Lei è Melanie" mi presenta ai suoi amici che mi salutano tutti con quei cavolo di bacetti sulle guance.
Non vi conosco. Potete semplicemente stringermi la mano al posto di mettermi a disagio?

Chi lo avrebbe mai detto?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora