Capitolo 18

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Arrivati a scuola  vedo il mio professore di matematica che ci guarda malissimo.
Usciamo dalla macchina.
"Sei troppo giovane per guidare quella macchina ragazzo" dice ad Alessandro con superiorità, non è un suo professore, non si conoscono. Rido sotto i baffi.
"E lei è troppo vecchio per insegnare."
Mi prende sotto braccio e chiude la macchina con il telecomando. Entriamo a scuola. Mi lascia un bacio a stampo e andiamo ognuno nella propria classe. Le prime tre ore passano, alla ricreazione esco fuori con Simone che va da Aleandro e io rimango da Alessandro.
"Ehi piccola" mi prende sotto braccio.
"Ehilà" mi accuccio sotto la sua spalla, davanti a me c'è Samuele che continua a fissarmi.
"Oh non guardarla troppo che si emoziona" ironizza Alessandro.
"Con uno come me davanti, ovvio" ride.
Che cosa si ride ancora non lo capisco.
"Potevi scegliere me, a letto sono più bravo" dice per poi fare un tiro dalla sua sigaretta.
Rimango in silenzio, è imbarazzante.
"Ma stai zitto" ribatte Alessandro.
"Facciamo testare a lei" dice Samuele guardandomi malizioso.
"Smettila" sento Alessandro che si irrigidisce, gli metto una mano sul fianco sperando che si calmi ma non risolvo nulla.
"A guardare il tuo collo sembra che succhi bene." Ride.
Alessandro stringe i pugni.
"Che c'è amico? Non è una delle tue solite puttane da quattro soldi?" Lo sta facendo apposta.
Alessandro gli sferra un cazzotto sulla spalla, sento dolore per lui. Samuele ride tenendosi la zona colpita e allontanandosi.
"Tanto riuscirò a portarmela a letto!" Urla da lontano.
Blocco Alessandro che sta per corrergli addosso.
"Ehi calmati ok?! Non è successo nulla." Gli poggio le mani sui fianchi.
"Non deve neanche guardarti."
"Questo magari non è possibile ma non andrei mai con lui, stai tranquillo ok?"
"Sei solo mia." Mi bacia e mi stringe i fianchi.
Assecondo il suo bacio fino al suono della campanella.
Torniamo in classe e durante la quarta ora la bidella bussa alla porta e va a parlare con la prof che mi fa cenno di uscire.
Tutti mi guardano storto, anche io mi guarderei male sinceramente, cosa ho fatto?
Seguo la bidella fino in presidenza, dove vedo Alessandro che urla contro il preside, mi fiondo verso di lui cercando di calmarlo.
"Sei impazzito? Ti comporti così davanti al preside? Che cavolo hai combinato?!" Gli sussurro.
"Sedetevi" ci ordina il tipo in giacca e cravatta.
Prendo Alessandro per mano e lo faccio sedere accanto a me.
"Il suo 'ragazzo' è troppo irrequieto, soprattutto in classe, i professori sono obbligati a subire le sue prese in giro e le sue violenze" dice il preside sottolineando la parola 'ragazzo'.
"Punto uno, non sono sua madre, perché fa a me questo discorso? Punto due, che vuol dire 'violenze'?" Guardo Alessandro.
"Pensiamo che lei possa ricevere più ascolto da Alessandro, in confronto ai suoi genitori." Ma esattamente il preside come fa a sapere che stiamo insieme e soprattutto che darebbe più ascolto a me? Ora sono anche sua mamma.
"Violenze verbali principalmente, ma ha anche provato a mettere le mani addosso e spingere una collega" accenna un sorriso di sfida.
Alzo le sopracciglia sorpresa.
"Ah, in più dovrebbe essere sospeso, non dovrebbe essere qui in questo momento, ma continua a venire a scuola, quindi per favore signorina faccia qualcosa, grazie. Potete andare."
Ci alziamo e usciamo dalla presidenza.

"Tu sei pazzo cazzo! Ti rendi conto di quello che fai?!"
"Certo" Sbuffa.
"E sbuffi pure?!"
"Sì, io faccio quello che voglio, lo sai tu, lo sanno i professori, lo sanno tutti, solo quella testa di cazzo non lo capisce, vorrei risparmiarmi di mettere le mani addosso anche a lui. I professori non si lamentano più dei miei atteggiamenti in classe, esce fuori il discorso solo durante le assemblee." Si poggia al muro.
"Mi spieghi che problemi hai? Perché vuoi far paura a tutti? Posso capire magari a quelli della nostra età ma cosa c'entrano i professori? Puoi stare tranquillo almeno a scuola? Cosa ti pesa?!"
"Non puoi capire" prende il suo telefono e comincia a smanettarci.
"Spiegami allora" gli tolgo il telefono dalle mani e apro le braccia in segno di resa.
"Io voglio che sia così, che tutti abbiano paura di me, e che nessuno mi rompa le palle. Che non tocchino ciò che è mio, e ora che ci sei tu, non mi farò mettere i piedi in testa da nessuno." Dice quasi arrabbiato.
"Non che qualcuno lo abbia mai fatto prima" aggiunge.
"Allora, se non la smetti di comportarti di merda a scuola..!" Penso.
"Cosa? Sentiamo"
"Non accontenterò più i tuoi capricci, sai che voglio dire" sbuffo.
"Beh non è un problema per me sai? Ho la fila per chi lo farebbe al posto tuo." Mi guarda malizioso.
"Vaffanculo" mi allontano.
"Sto scherzando scema." Mi prende e mi bacia.
"Smettila di fare la mamma, le cose non cambieranno e tu continuerai a fare quello che ti chiedo."
"Ma proprio no, lasciami ora, devo tornare in classe"
"Mhh penso proprio di no" mi prende in braccio e mi porta nel bagno delle ragazze.
"Cosa fai! Esci!" Urlo a bassa voce (?)
"L'ho fatto tante volte tranquilla." Chiude la porta del bagno.
Lo ha fatto tante volte... che potevo aspettarmi. Abbasso lo sguardo ed è come se mi fossi spenta.
"Ehi tutto ok?" Mi alza il viso.
"Annuisco guardandolo."
"Andiamo sai com'ero... non succederà più se non con te, te lo prometto." Mi bacia e mi sfila la maglia mettendomi poi le mani sui fianchi e io sobbalzo.
"Ahia!" Mi stacco.
"Che ho fatto?"
Mi guarda.
"Cazzo..."

POVs Alessandro
Ha entrambi i fianchi neri.
"Che ti è successo?" Chiedo preoccupato.
"Sei stato tu..." non me ne stava facendo una colpa, ma stavo così male nel vedere quello che le ho fatto.
"Ma come... quando.. sei così delicata?"
Annuisce.
"Ieri, a letto.."
"Scusami, io veramente non volevo..."
"Tranquillo lo so" mi sorride e mi sento sollevato.
"Però vorrei tornare in classe"
"Va bene, recupereremo" le sorrido e cerco la maglia per terra.
"Cazzo Ale!" Mi giro e vedo la sua maglia nel water.
"Ma dai non posso crederci!" Scoppio a ridere.
"Vorrà dire che tornerò in classe così" mi guarda con una faccia pervertita.
"Col cazzo." Mi caccio la felpa e gliela dò.
"E tu?" Mi guarda mentre si infila la felpa.
"Andrò così, qual'è il problema? Te l'ho detto io faccio quello che voglio."
"Non voglio che torni in classe così. E poi siamo appena usciti dalla presidenza, non vorrai andarci due volte in un giorno?" Sbuffo.
Non sarebbe la prima volta.
"È gelosa lei??" Metto la testa nell'incavo del suo collo, mi fa impazzire.
Annuisce.
"Beh mi dispiace, ma io posso e tu no."
Sbuffa e la porto fuori.
La bidella ci vede uscire ma non apre bocca, per sua fortuna.
Torniamo entrambi in classe.
Alla fine delle lezioni la accompagno a casa e ci salutiamo.

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🤞🏼

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