Capitolo 3

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Con l'emozione che mi assaliva terribilmente, non sapevo se sarei stata in grado di mantenere l'equilibrio o la disinvoltura necessaria.

Lui mi cinse la spalla, stringendomi forte a sé con la sua presa ferrea.

Entrambi procedemmo sulle scale in simbiosi, percorrendo i pochi gradini che ci separavano dall'ingresso lentamente, per assaporare ogni singolo secondo di quel magico momento.

Sembravamo due personaggi delle fiabe: il principe e la principessa.

I sorrisi stampati sul volto da un orecchio all'altro, scoprendo i denti bianchi e lucenti, e gli occhi luminosi, con una luce che brillava dalla felicità, specchiandosi nel presente.

L'aura di positività e magia si dissolveva nell'aria, mentre noi la inspiravamo egoisti, pronti ad usufruire ulteriormente della serenità e della felicità che la vita ci aveva bonariamente concesso.

Uno scalino alla volta, arrivammo lentamente e finalmente alla porta d'ingresso.

Quella porta in vetro trasparente quasi invisibile, che scorreva internamente alla parete per aprirsi.

Quasi intimorita da essa, allungai timidamente il braccio, per poter spalancare la porta d'ingresso per la mia nuova vita, letteralmente.

Con la mano afferrai la maniglia e la feci scorrere lateralmente, permettendoci così di varcare finalmente la soglia della mia, o forse della nostra, casa.

Perché, ebbene sì, ormai Jacob alloggiava lì permanentemente, tranne le rare volte in cui andava a visitare Billy, suo padre.

Ormai le sue condizioni di salute erano piuttosto precarie e tutti, compreso Jake, sapevamo che purtroppo non rimaneva lui molto tempo a disposizione, nonostante fosse vivace ed arzillo come un tempo.

Dovevo ammettere che portava davvero bene gli anni, ma questo purtroppo non bastava a sconfiggere ed evitare la morte.

In ogni caso, ora Jacob era a mia disposizione quotidianamente, ventiquattro ore su ventiquattro.

Appena potei approfittare di scorgere la casa, notai che non era variato assolutamente nulla, e che nemmeno un filo di polvere o delle ragnatele avevano impregnato la mia dimora.

Era tutto a dir poco perfetto.

Velocemente impiegai un giro in tutte le stanze, per rivangare gli infiniti ricordi della mia infanzia.

In seguito, decisi quasi subito di recarmi alla mia casa vera e propria, quella costruita da nonna Esme appositamente per mamma e papà, per festeggiare il compleanno di mamma, nonostante ormai fosse da tre giorni una vampira.

La nonna aveva sempre amato ristrutturare abitazioni, o meglio, riuscire a far diventare una casa il nulla più totale.

Aveva fatto così anche con zia Rose e zio Emmett, creando un capolavoro: una lussuosa villa su tre piani, adatta per la sfarzosità della zia.

Per mamma e papà, che amavano invece la semplicità, preferì creare, perché sì, lei creò, una piccola ed intima casetta, molto semplice e di buon gusto, che fin da subito i miei genitori amarono, e così anche io.

Era molto intima e calorosa, con l'idea di famiglia visibile in ogni dove.

Emanava calore e sincerità da ogni singolo angolo, ed io la amavo proprio per questo.

Ormai lì viveva anche Jake, non riuscendo a stare lontano da me.

La gigante cabina armadio ideata da zia Alice, che era più grade della casa stessa, era stata "leggermente" dimezzata per poter ospitare la nuovissima camera da letto di Jacob.

Inutile dire che mamma, al contrario di come avrebbe fatto solitamente, fece i salti di gioia per questa improvvisazione e permanenza inizialmente indesiderata di Jacob, e che invece zia Alice non rivolse la parola a nessuno dei due per circa una settimana.

Jacob perché aveva violato e disonorato il suo buon gusto e la sua ossessione e passione per la moda, a cui mia mamma era sempre stata avversa.

Quest'ultima, perché glielo aveva permesso.

La zia mantenne il broncio per molto tempo, finché non trovò un compromesso con la mamma, che ovviamente aveva già previsto nel futuro.

Avrebbe avuto la possibilità di regalarle qualsiasi abito avrebbe desiderato, e mamma avrebbe dovuto indossarlo almeno una volta nell'eternità.

Ritornando al presente, io e Jacob ci addentrammo immediatamente nel fitto del bosco, saltando il grande ruscello che scorreva ed affiancava la maestosa casa dei Cullen, come venivamo definiti comunemente dai cittadini di Forks, e correndo il più velocemente possibile.

Indicemmo anche una gara improvvisata, che vinsi io grazie alla mia doti di mezza vampira, tra cui l'immancabile velocità.

Appena arrivati, oltrepassai la porta castana di legno d'acero, e riscoprii finalmente il mio piccolo paradiso terrestre, che da oggi in avanti, mi avrebbe ospitata per l'eternità, o finché la nostra eterna giovinezza ce lo avrebbe permesso.

Di una cosa eravamo certi: saremmo ritornati. Sempre.

Appena varcai la soglia, Jacob richiuse velocemente la porta alle sue spalle e puntò lo sguardo accigliato sull'orologio appeso al muro.

Rapidamente mi voltai verso di lui, che si trovava già pochi passi dietro di me.

"Ti è mancato questo posto, eh?" mi sussurrò vicino all'orecchio, il suo sorriso sghembo e malizioso ad accompagnare inevitabilmente la conversazione.

"Sì, un sacco. A te no?" domandai, quasi preoccupata della piega che tutto ciò stava prendendo.

"Sì, certo, ma credo che a volte non sia importante il luogo, ma la compagnia. Bisogna solamente trovare quella giusta" mormorò lievemente, delicato.

Dove voleva arrivare con questo discorso?

Sul suo viso si dipinse nuovamente un sorrisetto, forse perché aveva notato la confusione che albergava nella mia mente.

"Tic tac, tic tac, tic tac" continuò imperterrito il suo ormai monologo, conferendomi ulteriore confusione.

L'orologio...cosa c'entrava?

Improvvisamente un lampo di genio mi trapassò la testa, incendiandola.

21:14

Questa era l'ora indicata dall'orologio.

"A che ora nacqui?" domandai dubbiosa, credendo di aver finalmente trovato la pista giusta da seguire.

"Alle 21.03" mi informò fermamente.

Ormai ero più che sicura della mia teoria, della mia tesi.

"A che ora scopristi di aver avuto l'imprinting con me?" chiesi con mille domande che mi vorticavano per la mente.

"Adesso." affermò deciso, scatenando in me una tempesta di emozioni e sentimenti.

"Auguri" aggiunse deciso e delicato al tempo stesso.

Sul mio viso si spalancò un sorriso, ma non sapevo che la vera sorpresa doveva ancora arrivare.


ANGOLO AUTRICE


Ciao a tutti.

Innanzitutto, volevo ringraziare tutte le persone che stanno aggiungendo "Moon and Sun" alla loro biblioteca, a chi la sta votando e commentando, ma anche a chi sta leggendo silenziosamente.

Mi piacerebbe tanto sapere cosa ne pensate...

Commentare in tantissimi!

Comunque, come dice Renesmee, la vera sorpresa di Jacob deve ancora arrivare.

Quale sarà secondo voi?
commentate con la risposta!

A presto!

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