Capitolo 25

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Immediatamente, il mio sguardo andò a posarsi su Jake.

Inevitabilmente tutti gli altri sparirono dalla mia mente.

Tutto divenne inesistente.

Nel mio mondo c'eravamo solamente io e lui ed una piccola creatura dentro di me.

Lo osservavo preoccupata, tentando di leggere le parole espresse dai suoi occhi.

Un luccichio li attraversava, facendoli così risplendere per tutto il salotto.

La bocca leggermente socchiusa, probabilmente in seguito alla sorpresa.

Le gote arrossate e bagnate da dolci stille salate.

Era forse deluso?
Triste?

Arrabbiato?
O forse semplicemente felice?
Non lo potevo sapere.

Potevo semplicemente limitarmi a sperare con ogni singola fibra del mio essere che fosse estremamente felice.

Eppure, lui era lì, immobile, mentre non accennava minimamente a muoversi.

In quel momento, l'unica cosa umana in lui erano le lacrime, che copiose bagnavano il suo viso paonazzo.

Scendevano a dirotto, senza sosta, mentre lui taceva.

Il mio cuore pulsava terrorizzato, mentre mille pensieri attraversarono rapidamente la mia mente.

Pum, pum, pum.

Potevo udire chiaramente i battiti accelerati del mio organo vitale, che spingeva violento per fuoriuscire dalla cassa toracica.

Voleva scappare via, essere indipendente.

Raggiungere il cuore di Jake, quello che il destino aveva scelto irrimediabilmente per lui.

Voleva raggiungerlo e riportarlo in vita.

Capire cosa ci fosse di così sbagliato.

I miei occhi erano ancora incatenati al corpo apparentemente inanimato di Jake.

Il suo sguardo era invece ancorato al vuoto più totale.

Jake non guardava me, né tanto meno il mio ventre leggermente rigonfio.

Lui ammirava il vuoto più totale.

Chissà cosa ci trovasse di così interessante.

La disperazione mi stava lentamente avvolgendo, ma raggiunse il culmine nel momento in cui le ginocchia di Jacob cedettero, sotto il peso asfissiante delle responsabilità, facendolo cadere a terra, inginocchiato al suolo.

La voce, che fino ad allora era venuta a mancare, tornò ad essere una delle mie principali facoltà, e ne approfittai per urlare il nome del padre di mio figlio.

"Jake!" urlai, precipitandomi da lui.

Nessuno si mosse, a parte me.

Tutti i presenti rimasero al proprio posto.

Una volta raggiunto Jacob, mi abbassai anche io sulle ginocchia, raggiungendo la sua altezza.

Decisa, afferrai il suo volto tra le mani, sollevandolo affinchè potesse incastrare i suoi occhi con i miei.

Finalmente, decise di osservarmi.

Prima posò il suo sguardo sui miei occhi spaventati.

In seguito, lo appoggiò sulla mia pancia arrotondata.

Cercavo invano di capire, di valutare i suoi atteggiamenti, quando i miei pensieri furono interrotti da due labbra carnose e bramose di me.

Gli archi di Cupido di Jake furono desiderosi sui miei.

Moon and Sun (COMPLETA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora