Capitolo 33

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In un attimo, la realtà piombò maligna su di me.

Era tutto maledettamente vero.

L'immagine di Renesmee distesa inerme sul comodo letto bianco rendeva reale quello che mi ero rifiutato di credere.

L'amore della mia vita era in coma.

Avrei potuto perderla da un momento all'altro.

Potevo solamente pregare.

Lentamente, mi avvicinai a lei, un passo dopo l'altro, mentre i pensieri mi sopraffacevano.

Lei era lì a causa mia.

Potrei aver ucciso la mia principale ragione di vita.

Un passo dopo l'altro, giunsi finalmente al piccolo letto bianco, dove giaceva lei.

La donna della mia vita.

Era lì, bellissima e perfetta come sempre.

I suoi occhi erano socchiusi in un sonno momentaneo, mentre la sua pelle diafana risplendeva sotto i led del soffitto.

Le labbra erano stese in una linea retta, l'una contro l'altra.

Carnose e rosee, aspettavano soltanto di essere baciate.

Chissà, magari anche per i mostri funzionava come per i principi.

Magari anche i licantropi potevano risvegliare i mezzi vampiri dal sonno eterno.

In fondo, forse non eravamo così diversi.

Entrambi distrutti dal dolore, dalla perdita della nostra amata.

Entrambi con la sola speranza che potesse rinascere con un nostro umile bacio.

I principi ne hanno la certezza, io ne avevo soltanto la remota possibilità.

Così, mi chinai verso il suo esile viso, le incorniciai le guance con le mani e la baciai come mai avevo fatto.

Mi

Le sfiorai le labbra varie volte, eppure, questa volta, lei non mi ricambiava con passione e trasporto.

Questa volta lei non era presente.

Era ufficiale: ero soltanto un mostro.

"Mi dispiace così tanto, piccola mia. Giuro che vivrai, te lo prometto. È tutta colpa mia. Tu vivrai. Tu vivrai" balbettai disperato al nulla.

Al nulla, perché lei lo rappresentava completamente.

Lei, in questo momento, era dissolta nel nulla, quando invece per me era tutto.

Le posai un ultimo bacio sulla gota pallida, mentre le sussurravo un "Perdonami", accompagnato ben presto da un "Ti amo" ed un "Mi manchi tanto".

Dopo qualche ultima parola e con la promessa di rivederci presto e il prima possibile da coscienti, mi allontanai da lei.

Era giunto il momento di conoscere chi mi chiamerà papà.

Così, emozionato più che mai, mi avvicinai alla parte più in penombra della stanza.

Accesi la piccola lampada presente sul comodino lì a fianco, ed assistetti alla scena più bella dell'intero universo.

Avanzai di qualche passo ed appoggiai le mie possenti braccia sulla culla posta davanti a me.

Era una piccola culla rosa con tanto di fiocchetto del medesimo colore posto sulla cima.

E, al suo interno, vi era un'adorabile creatura.

Moon and Sun (COMPLETA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora